Allarme Teatro Eliseo: ora la chiusura è dietro l’angolo

Dopo diversi rinvii di sfratto potrebbe arrivare la fine del Teatro Eliseo e dello spazio annesso e più sperimentale piccolo Eliseo. Abbiamo già parlato della sua storia e delle ombre che gravitavano dietro la società che gestiva le sue attività teatrali. Il rischio chiusura rimane ed è concreto in quanto la società debitrice è morosa nei confronti della Eliseo Immobiliare Srl, ovvero la proprietaria delle mura. Quest’ultima non riceve i canoni d’affitto da quasi due anni e il contratto di locazione stabilito tra le due realtà imprenditoriali si è concluso il 27 dicembre 2013. Circa 200 lavoratori occupano da settimane gli spazi interni riuniti in assemblea permanente e temono per il loro posto di lavoro.

Non solo: la società del Teatro (l’attuale Eliseo Teatro srl) non è riuscita ad impugnare l’ultima richiesta di sfratto subito dall’Immobiliare. È notizia di qualche giorno fa la decisione del tribunale Civile di Roma che ha individuato come legittima la richiesta di abbandono dei locali avviata dalla Eliseo Immobiliare Srl. E qui la vicenda si complica: perché è la “data di scadenza” del palco di Via Nazionale a far riflettere: 30 settembre. Per quel giorno lo stabile dovrebbe esser in regola sul fronte dell’agibilità. Stando però alle informazioni ricevute da Giornalettismo tale condizione sarebbe scaduta lo scorso 30 giugno, e proprio per il 30 settembre è previsto un sopralluogo che – senza i lavori necessari – il teatro sembra destinato a non superare.

STORIA DI UNA CRISI E DI “NUOVE SOCIETÀ” – Dove è iniziato il crollo dell’Eliseo? Si è sempre parlato di crisi economica, ma in realtà i debiti di bilancio della vecchia gestione pesano. Senza contare i fondi Fus (cospicui) ricevuti (si parla di 7 milioni e 531 mila euro circa in sei anni) si passa al negativo in bilancio: 3 milioni e 633 mila euro circa di debiti commerciali, 1 milione e 457 mila e 411 euro verso i fornitori senza contare i 36 mila euro (secondo il direttore) impiegati per l’affitto dello stabile.

Nella vecchia gestione figuravano a livello societario con il 6,77% di azioni  Vincenzo Monaci, con il 5,37% per Giampaolo Vianello e con l’87,86 %  la Maremma vera Srl.

Ovvero? Ovvero una azienda sulle colline di Grosseto dove il vecchio gestore dell’Eliseo, Vincenzo Monaci, ha realizzato una rinomata cantina di vini. La Maremma vera Srl (in perdita nel 2012) ha infatti costituito poi nel 2007 la nuova Pieve Vecchia srl dando vita alla elegante struttura firmata dal celebre designer Cini Boeri. Non solo: nelle immobilizzazioni finanziarie di Maremma Vera figura (quotata a un milione e 39 mila euro) la spa del teatro di via Nazionale. Per il palco di Via Nazionale il 27 dicembre scorso c’è stato il “trasferimento d’azienda” tra la vecchia azienda “Nuova teatro ELISEO SRL” e la attuale società “Eliseo Teatro srl” dove oggi figura come procuratore speciale proprio Massimo Monaci, direttore della struttura e figlio del vecchio patron dell’Eliseo, Vincenzo Monaci.

LA LOTTA CON NUOVE CORDATE – La lotta del palco di Via Nazionale è interna: da una parte la società Immobiliare formata da Stefana Marchini Corsi, Carlo Eleuteri e un tempo anche Vincenzo Monaci stesso. Quest’ultimo però, come risulta dalle carte dell’azienda, ha ceduto le sue quote questo gennaio. Eleuteri stesso chiarì con una lettera aperta su Repubblica il climax tra la triade:

I problemi nascono non da azioni riferibili ai due soci comproprietari dello stabile bensì dalla gestione del terzo socio comproprietario e al contempo affittuario da cui la società immobiliare non riceve pagamenti dei canoni di affitto da quasi due anni e non può conseguentemente fare fronte alle rate di mutuo acceso per l’acquisizione delle mura.

E ora chi mira a prendersi l’Eliseo? Ci sono diverse cordate. Qualche mese fa erano solo due gli acquirenti potenziali. Oggi ci sono quattro papabili successori. La prima cordata appartiene al produttore Francesco Bellomo, l’altra all’imprenditore Cavicchi. Ma, secondo rumors, nella seconda ipotesi la balera (neanche una sala giochi) tanto discussa non è assolutamente nei pianti dell’imprenditore. Dietro il patron del Palacavicchi ci sarebbero altre realtà teatrali interessate a via Nazionale (si parla del Teatro Golden). Il ministro Dario Franceschini aveva promesso di “blindare” la destinazione d’uso ma ciò potrebbe favorire sul campo qualche imprenditore a discapito degli altri concorrenti. Eppure, stando alle ultime informazioni finora ricevute, dal Mibac non si smuove ancora nulla. Tanto che il segretario regionale del Slc-Cgil, Alberto Manzini, che segue il destino degli oltre 200 lavoratori, ha auspicato nei giorni scorsi un intervento forte delle istituzioni: «Abbiamo visto un ruolo attivo da parte della Regione – ha dichiarato – ma un silenzio assordante del Comune di Roma. Non capiamo come mai l’assessore Marinelli non si stia muovendo».

IL DESTINO DEI CONTRATTI – E i 200 dipendenti legati a Via Nazionale? La fine dei loro contratti pare sempre più vicina. Chi si impadronirà del Teatro Eliseo dovrà far fronte non solo ai lavori di restauro ma anche alla pesante eredità della fallita gestione precedente. Il cash flow che emerge dalla visura della vecchia società (la Nuova Teatro) presenta 407 mila euro circa di negativo, con una perdita di bilancio nel dicembre 2012 di 672 mila e 943 euro.
Insomma, una situazione non facile, dove si può risorgere forse con un azzeramento dei rapporti passati. Degli altri cavalli in corsa per conquistare l’Eliseo non si conosce né l’identità né le intenzioni. La clessidra va avanti e stavolta l’ufficiale giudiziario potrebbe presentarsi con la forza pubblica: senza rinvii, ponendo i sigilli per sempre su una realtà teatrale storica della Capitale.

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