Papa Francesco e la comunione ai divorziati, i cardinali che si oppongono

Papa Francesco e la comunione ai divorziati: un connubio che fino a qualche anno fa sarebbe stato impensabile, e che invece sarà al centro dei lavori del Sinodo Straordinario sulla Famiglia che si aprirà in Vaticano il prossimo 5 novembre. I lavori preparatori procedono spediti, impostati sulla relazione pronunciata lo scorso febbraio dal cardinale Walter Kasper, uno degli studiosi preferiti del Papa, davanti al concistoro straordinario dei vescovi.

PAPA FRANCESCO, LA COMUNIONE AI DIVORZIATI E IL SINODO – La linea di Kasper è quella su cui si stanno strutturando i lavori del Sinodo: non viene messa in discussione la indissolubilità del matrimonio cattolico, ma viene proposto un percorso di “misericordia”, di recupero, per i credenti che sono passati attraverso l’esperienza dell’allontanamento e del divorzio. Quella di Kasper è una”teologia in ginocchio” secondo il Papa, che sostiene la necessità di “valutare con misericordia caso per caso” proponendo ai divorziati risposati “un cammino penitenziale” in grado di riammetterli, in finale, alla comunione eucaristica con la Chiesa; una soluzione che si avvicina a quella praticata da decenni dalle chiese Orientali, che, dopo il percorso penitenziale dell’Oikonomia, arrivano ad ammettere anche i divorziati alle nuove nozze.

I CARDINALI CHE SI OPPONGONO – Qualcosa che la linea di Kasper certo non ammette. Ma anche queste aperture vengono oggi contestate da cinque cardinali e da altri studiosi, alcuni di essi molto vicini al Papa oggi Santo Giovanni Paolo II, in un libro in uscita il 1 ottobre, anticipato dal Corriere della Sera che si pone come contraltare alla linea su cui si stanno impostando i lavori del Sinodo. L’opera dei cardinali Gerhard Muller – prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede, nominato da Joseph Ratzinger – Carlo Caffarra, arcivescovo di Bologna, Raymond Burke, Walter Brandmuller e Velasio di Paolis già dal titolo è un programma politico: “Permanere nella verità di Cristo. Matrimonio e comunione nella Chiesa cattolica”. Secondo la tesi dei cardinali e degli studiosi, l’impostazione data al Sinodo sarebbe teologicamente insostenibile.

“RIMANERE NELLA VERITA'” – Scrivono i cardinali che “il Nuovo Testamento ci mostra Cristo che proibisce senza ambiguità divorzio e successive nuove nozze sulla base del piano originale di Dio sul matrimonio disposto in Genesi 1,27 e 2,24. La soluzione ‘misericordiosa’ al divorzio sostenuta dal cardinale Kasper non è sconosciuta nella Chiesa antica, ma di fatto nessuno degli autori giunti a noi e che consideriamo autorevoli la difende. Anzi, quando la accennano, è piuttosto per condannarla”. Una contrapposizione, dunque, basata sulla scrittura e sulla tradizione più consolidata; riguardo alla soluzione orientale, a cui la nuova impostazione sembrerebbe essere ispirata, gli studiosi affermano che “la pratica ortodossa nei casi di divorzio e seconde nozze ha origine per lo più nel secondo millennio, e sorge in risposta alla pressione politica degli imperatori bizantini sulla Chiesa”.

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