L’illusione della facile armonia post capitalistica di Jeremy Rifkin

L’ultimo libro di Jeremy Rifkin racconta la nuova rivoluzione industriale provocata dall’avvento di internet. Una nuova economia della condivisione, facilitata dall’interconnessione delle cose così come degli uomini, che farà sparire il profitto. Una tesi che appare illusoria, e che prefigura secondo il quotidiano tedesco Frankfurter Allgemeine Zeitung una società meno utopica di quanto rimarchi l’economista.

JEREMY RIFKIN E IL CAPITALISMO DI INTERNET – L’era dei robot è arrivata. Il suo nuovo profeta si chiama Jeremy Rifkin, che dopo aver illustrato negli anni scorsi la fine del lavoro e la rivoluzione della nuova era energetica basata sulle fonti rinnovabili, ora magnifica l’interconnessione delle cose così come delle persone provocata dalla diffusione di internet così come di nuovi macchinari tecnologici sempre più avanzati. L’economista statunitense, fortunato autori di saggistica, sta promuovendo in giro per l’Europa il suo nuovo volume «La società a costo marginale zero». Il quotidiano tedesco Frankfurter Allgmeine  Zeitung propone una critica ragionata al nuovo libro di Rifkin, che si basa sulla trasformazione del sistema produttivo provocata dall’internet delle cose. L’interconnessione rimodulerà una società attraverso un modello di sviluppo dominato dall’abbattimento del costo di produzione, prossimo allo zero. Come nota Faz, Rifkin utilizza un principio del capitalismo, la libera concorrenza che spinge agli aumenti di produttività per aumentare i margini ridotti dalla diminuzione dei prezzi, per annunciarne un superamento attraverso la nuova economia della condivisione.

JEREMY RIFKIN E LA NUOVA SOCIETÀ –   Secondo l’economista statunitense la società a costo marginale zero promuoverà un nuovo modello di sviluppo, in cui la logica prevalente sarà la cooperazione tra gli uomini resa possibile dall’interconnessione. Rifkin ribalta quindi la logica attuale della Silicon Valley, con giganti come Google, Apple e Facebook che si muovono secondo le più tradizionali logiche della grandi multinazionali, spiegando come da questo tipo di attività economica arriverà un superamento del capitalismo tradizionale grazie al Super Internet. L’integrazione completa di energia, comunicazione e logistica. Il nuovo cooperativismo tecnologico arriverà tra due decenni, e Faz nota come spesso Rifkin sia difficile da criticare visto questo tipo di previsione temporale a lunga distanza che al momento non  trova un significativo riscontro nella realtà contemporaneo.  Se appare davvero arduo  ipotizzare che nel 2040 il capitalismo sarà ridotto ad una nicchia, il quotidiano tedesco rimarca come sia altrettanto difficile definire utopica la società tratteggiata dall’economista americano.  Nel futuro di Rifkin i prodotti dell’uomo non avranno più alcun valore, e la società potrà funzionare con uno scambio automatizzato delle merci tra tutte le persone interconnesse.

Photocredit: PHILIPPE HUGUEN/AFP/Getty Image

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