L’uomo che ha sfidato la legge per avere giustizia

Mette le mani sul killer della figlia dopo 30 anni: e non gli fa due carezze


Nelle prime ore di una mattina di ottobre del 2009, a seguito di una segnalazione anonima, gli agenti di polizia della città francese di Mulhouse hanno trovato un anziano medico tedesco che era stato abbandonato in strada, vicino al tribunale municipale, legato, picchiato e sanguinante. L’uomo, riconosciuto come Dieter Krombach, era stato rapito fuori dalla sua casa in Germania e introdotto tramite il confine in Francia, dove vigeva un mandato di cattura in relazione alla morte di 30 anni prima di una ragazza francese.

PAGARE PER AVERLO – Sempre all’inizio di quella mattina, vicino a Tolosa, André Bamberski viene svegliato dal telefono che squilla. Una voce lo informa che il medico che cercava era a Mulhouse. Bamberski raccoglie le sue cose ed esce di casa, dopo aver preso con sé i 20.000 euro che aveva promesso ai rapitori. Bamberski, 74 anni, sarà presto processato per il suo coinvolgimento nel rapimento, ma gli eventi di quella mattina hanno rappresentato una vittoria tanto agognata per lui, il culmine di quasi 30 anni trascorsi alla ricerca ossessiva del dottor Krombach, l’uomo che ha sedotto e sposato la sua ex moglie, ha divis la sua famiglia e ha violentato e ucciso Kalinka, la figlia allora 14enne, nel 1982. Negli anni successivi alla morte della ragazza, il medico è stato riconosciuto in Germania come un predatore sessuale: nel 1997 viene condannato per aver drogato e violentato una paziente adolescente. Il dottor Krombach, ora 76enne, ha vissuto tranquillo grazie al rifiuto della Germania di estradarlo per il processo in Francia. Ora, sul suolo francese, è finalmente sotto processo a Parigi con l’accusa omicidio, dove lui e il suo accusatore, entrambi piegati dall’età, siedono uno di fronte all’altro in un’aula di tribunale. Bamberski spiega alla giuria le sue ragioni, affiancato dai suoi avvocati e pile di documenti, risultati di decenni di indagine.

UNA VITA DEDICATA ALLA GIUSTIZIA PERSONALE – Bamberski ha dedicato metà della sua vita a cercare di portare il dottor Krombach davanti a un tribunale, conquistando l’ammirazione dei francesi che hanno seguito il suo caso. Negli ultimi anni, si è recato regolarmente in Germania per essere sicuro che il medico non fosse scomparso, affrontandolo e giurandogli di non dargli pace. La certezza di Bamberski nasce dalla prima autopsia svolta sul cadavere della figlia nel 1982. “Io non sospetto, non immagino – rivela il ragioniere in pensione, Bamberski -Sono certo. Non è possibile che una ragazzina di meno di 15, in ottima salute, in grande forma fisica, e che, inoltre, era splendida e molto intelligente, muoia così, senza che nessuno lo sappia, come se dovessimo dimenticarci di lei”. La mattina del 10 luglio 1982, il corpo di Kalinka Bamberski è stato trovato nel suo letto a casa del suo patrigno, il dottor Krombach, nella città sul lago di Lindau, in Germania. La prima autopsia non ha trovato le cause della morte, ma gli investigatori hanno poi verificato i danni alla vagina della ragazza, all’interno della quale c’era anche una sostanza biancastra che non è mai stata identificata. Gli esaminatori hanno notato un segno di iniezione sul suo avambraccio destro: il dottor Krombach spiegò inizialmente di averle iniettato del ferro per aiutarla ad abbronzarsi più velocemente al sole. Poi ha ammesso di averle dato un tranquillante. Oggi, sostiene che l’iniezione di ferro doveva aiutarla a superare l’anemia. Non sono stati condotti esami del sangue, ma i rapporti medici sostengono che Kalinka sia morta soffocata dal vomito e Bamberski sostiene che l’iniezione di ferro ha causato un calo della pressione sanguigna e il vomito che probabilmente l’ha uccisa.

PROVE NON SUFFICIENTI – La Corte tedesca che doveva concedere l’estradizione ha sostenuto che non ci fossero abbastanza prove a carico del medico e i diplomatici hanno spinto perchè tutti archiviassero il caso. Dopo lo stupro della paziente nel 1997, a Krombach è stata impedita la professione medica per due anni, ma l’uomo ha continuato a ricevere i propri pazienti indisturbato, cambiando spesso indirizzo e cercando di rimanere “nascosto”. La stessa moglie, come ha ammesso solo adesso, veniva “drogata” con iniezioni di modo che il medico potesse portarsi a casa ragazzine per fare sesso. Ora, dopo 30 anni, risponderà di ciò che ha fatto, ma solo perché Bamberski ha sfidato la legge pur di avere giustizia.

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