Quanto costa il nuovo Ballarò

Scoppia la polemica a Viale Mazzini alla vigilia del debutto di Massimo Giannini, che domani sera esordirà su Rai3 alla conduzione di un Ballarò che torna sul piccolo schermo in versione rinnovata dopo il passaggio di Giovanni Floris a La7. Tra le tante interviste rilasciate da Giannini negli ultimi giorni, una ha avuto il potere di far saltare la mosca al naso del sindacato dei giornalisti Rai, che ora si prepara alla danza di guerra contro il suo nuovo collega.

Massimo Giannini
Massimo Giannini

L’INTERVISTA DI GIANNINI – Al centro della polemica, riportava ieri Libero, un passaggio di un’intervista di Giannini per il settimanale Oggi, durante la quale l’ex vice-direttore di Repubblica ha fatto un riferimento alla «arrendevolezza dei giornalisti Rai alla politica», una situazione che avrebbe messo la stessa televisione di Stato in condizione di dover cercare altrove un conduttore per il suo talk show di punta:

Bisogna chiedersi come mai la Rai debba guardare fuori. Quello che rende complicato riconoscere le professionalità interne – ha aggiunto Giannini- è una certa diffusa arrendevolezza del sistema Rai alla politica. La professionalità di un giornalista si misura sulla sua autonomia, l’impermeabilità ai condizionamenti esterni, se rinunci a quella perdi il tuo valore

«GIANNINI SMENTISCA O SI SCUSI» – Una frase che non è piaciuta per niente a Usigrai – il sindacato dei giornalisti Rai – che ha risposto a stretto giro con un comunicato, chiedendo le scuse del giornalista per quelle parole offensive nei confronti dei «centinaia di giornaliste e giornalisti Rai» che si sono sentiti chiamati in causa. E Usigrai ne ha anche per il Direttore Generale Luigi Gubitosi

Sappiamo bene cosa vuol dire avere la schiena dritta. E opporsi al controllo di governi di qualunque colore, e a interessi economici di qualunque provenienza. Ma in fondo, il problema non è lei, ma il Dg che per primo esprime questa disistima nei confronti di tutte le professionalità interne della Rai, attingendo sempre dall’esterno per tutti i ruoli chiave. Ed ecco l’ennesimo risultato di questa politica: si ingaggia un esterno lo si paga circa 1 milione di euro in due anni, e gli si consente di venirci a spiegare che in fondo i dipendenti Rai sono di serie B. Il Dg dica con chiarezza cosa pensa dei dipendenti dell’azienda che ancora dirige. O si sente già in uscita?

I MALUMORI DELLA COMMISSIONE VIGILANZA – Una polemica, questa, che va ad aggiungere legna al fuoco acceso dall’onorevole del Movimento 5 Stelle e presidente della Commissione Vigilanza Rai Roberto Fico, che alla fine della scorsa settimana aveva affermato che «scegliendo Giannini», la Rai stava «implicitamente ammettendo» che «che tra i suoi 1700 giornalisti assunti non ne esiste uno in grado di condurre la trasmissione».

 

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UN MILIONE DI EURO PER BALLARÒ – E naturalmente Fico ne ha fatto anche una questione di soldi, riprendendo il discorso là dove Usigrai lo aveva lasciato nelle settimane che avevano seguito la nomina di Giannini: le indiscrezioni circolate negli ultimi giorni vedevano Rai pronta a sborsare un milione di euro per Giannini e il suo nuovo staff di Ballarò mentre, aveva osservato Fico, se si fosse optato per un giornalista già presente in Rai non solo si sarebbero risparmiati dei soldi ma anche «avrebbe magari coinvolto in questa esperienza altri colleghi». 

BALLARÒ: LE POLEMICHE DELLA VIGILIA – Una polemica, quella dei costi del nuovo Ballarò, che torna a riesplodere subito dopo l’annuncio della presenza di Roberto Benigni in qualità di ospite della prima puntata in onda domani sera. Qui il chiarimento era arrivato in modo tempestivo, per voce del manager dello stesso showman toscano che aveva sottolineato la sua partecipazione al programma in via eccezionale e a titolo gratuito. Ora però, le parole di Giannini sulla professionalità dei suoi nuovi colleghi riaccendono le controversie, in attesa di vedere i risultati della prima puntata di Ballarò che, forse, apriranno un nuovo capitolo della diatriba.

(Photocreditt copertina: Piergiorgio Pirrone/MARGOPHOTO/LaPresse)

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