Pisapia ed Il maxi-sconto delle multe per i manifesti elettorali abusivi

Multa con maxi sconto per il sindaco di Milano Giuliano Pisapia. Invece della contestazione originaria di 424 mila euro per l’affissione di manifesti elettorali abusivi incollati sulle plance prima dell’assegnazione degli spazi durante la campagna elettorale 2011, pagherà una multa di 27.975 euro pari a 135 verbali da 206 euro l’uno più le spese di notifica. La cifra finale, a sentire Pisapia, vale un anno netto di stipendio da sindaco. Il sindaco di Milano ha deciso di pagare anche perché in caso di contestazione scatterebbe la decadenza.

(Lapresse)
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LA DELUSIONE DI PISAPIA – Secondo quanto riportato da Repubblica, 124 violazioni sono state cancellate dalla polizia locale in quanto gli agenti hanno riscontrato l’assenza di responsabilità oggettiva per l’affissione abusiva. Pisapia pagherà, ma denuncia come la scelta sia inevitabile e, di fatto, obbligata, in quanto ritiene «ingiusto e forse incostituzionale che chi viene eletto non possa fare ricorso, pena la decadenza». Pisapia pagherà quindi le sanzioni per i manifesti affissi dal suo comitato elettorale e non dalle liste della sua coalizione dove compariva la sua faccia.

 

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I RISCHI DI UN RICORSO – Gli uffici comunali nel 2011 avevano collezionato multe per sei milioni di euro per violazioni condotte da quasi tutti i partiti ed i candidati. Il Comune, dopo aver deciso di annullare e ricalcolare tutte le posizioni, ha fatto scendere la cifra a poco più di due milioni di euro. A seguire è sopraggiunta l’archiviazione di 466 verbali. Ora tocca pagare o presentare un ricorso al Giudice di Pace nel caso d’importi inferiori a 15.000 euro. Eventualmente si può scegliere la strada del tribunale o il ricorso alla commissione tributaria. Peraltro solo in quest’ultimo caso non scatta automatica la decadenza dell’eletto, sia questo sindaco, assessore o consigliere.

«UN ANNO DI STIPENDIO NETTO DA SINDACO CHE SE NE VA» – Giuliano Pisapia aveva pensato d’intraprendere appunto quest’ultima strada ma poi ha desistito «accettando una palese e oggettiva ingiustizia che vale un anno netto dello stipendio da sindaco». Le sanzioni contestate sono multiple, con la polizia locale che ha ricalcolato gli importi considerando la tesi del cumulo delle violazioni. Va sottolineato comunque che due uffici della stessa amministrazione, settore pubblicità e polizia locale, hanno dato valutazioni opposte sulla stessa vicenda. Secondo Pisapia «se chi ha fatto le prime contestazioni avesse seguito la legge, non ci sarebbe stato quel risultato». Per questo ipotizza per il futuro una specie di commissione di garanzia sulle multe elettorali.

L’IMPEGNO DI MARCO CAPPATO – A tenere alta l’attenzione sulle multe è stato il consigliere dei Radicali Marco Cappato e Pisapia gliene ha reso atto, ricordando che Milano è l’unica grande città in cui non si ricorre a sanatorie e prescrizioni: «Per la prima volta in Italia un’amministrazione non ha fatto andare in prescrizione le multe elettorali: lo avevamo promesso, ma di certo sono servite anche le sollecitazioni di Cappato». Cappato che a sua volta ribadisce: «L’errore politico più importante del sindaco è di aver aspettato tre anni: se anche il ricalcolo fosse giusto, il ritardo e la mancata trasparenza non gli rendono merito». (Photocredit copertina Daniele Leone / LaPresse)

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