Adriano Celentano: «Quella di Renzi è dittatura democratica»

«Se è in atto un cambiamento, il merito va a un uomo solo: Grillo. Senza di lui rischiavamo altri 50 anni di macerie come quelle create dall’ipnotica cultura della Democrazia Cristiana, dei socialisti, fascisti e comunisti, senza contare poi l’indotto distruttivo che da questi ne deriverebbe a causa della loro tragica malformazione mentale e che purtroppo, dico purtroppo, investirebbe il povero italiano che, assorbendone tutti i difetti, precipiterebbe a loro ‘immagine e somiglianza’».

«IL NUOVO SENATO? VERREBBE A MANCARE LA SOVRANITÀ DEL POPOLO» Adriano Celentano sembra sembra avere poche incertezze nell’esprimere un parere sulla situazione politica, sui leader di partiti e sulle scelte del governo. In un lungo articolo pubblicato oggi sul Fatto Quotidiano il Molleggiato attacca frontalmente il premier Matteo Renzi salvando dalle critiche il Movimento 5 Stelle e il suo capo. Il cantautore critica ad esempio la riforma del Senato e l’elezione indiretta dei senatori, già approvati a Palazzo Madama, per poi denunciare una «finta democrazia» al potere. «Le loro poltrone – scrive Celentano parlando dei senatori – saranno strettamente raccomandate dalle Regioni e dai Comuni. Due enti, che dalla fine della guerra in poi, si sono dimostrati tra i principali responsabili del disastro italiano. Per cui verrebbe a mancare la leggendaria sovranità del popolo».

«LA DITTATURA DEMOCRATICA DI RENZI» – Poi tocca a Renzi. Il cantautore afferma: «’Forse, più che una democrazia – avrà pensato Renzi – ciò che davvero serve è una ‘dittatura democratica’, dove l’approvazione di una legge non dovrà più sottostare all’eterno ping pong senza uscita fra le due Camere. Certo, stando così le cose, è difficile dargli torto. Ma allora dov’è lo sbaglio? In quelli che vogliono una finta democrazia dove c’è posto anche per la corruzione che avvelena il Sud con le scorie nucleari? O in quelli che vogliono una dittatura democratica dove, per paura che la sovranità popolare possa esprimersi, si tenti con ogni mezzo di allontanare l’agibilità dei referendum portandoli a 800mila firme anziché a 500mila come è stato fino ad ora?».

«NO AI MOSTRI A VENEZIA» – Per quanto concerne altre tematiche, il Molleggiato contesta a Renzi la mancanza di un decreto per proibire alle navi-mostro di avvicinarsi troppo alla laguna di Venezia e di una legge per arginare gli spot in televisione. «Con un blitz a sorpresa – scrive ad esempio Celentano – è stata approvata la legge ‘truffa’ sulle grandi navi a Venezia. La quale ci annuncia che il nuovo attacco alla città sarà di scavare il Contorta, un canale apposito per il passaggio dei mostri. Questo per liberare ‘ipocritamente’ la Laguna dallo spaventoso traffico che tuttavia permarrà fino a oltre il 2016, periodo in cui agli sciacalli del mare è stato imposto un divieto che ha più della farsa tanto è spudorato: non superare le 96mila tonnellate di peso. Forse Renzi non sa che con questa legge ha inferto un colpo mortale al cuore dell’Arte in seno alla città di Venezia: culla delle arti figurative, dell’architettura e della musica».

(Foto da archivio LaPresse. Credit: Mattia Gravili)

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