Le 8 persone che non vorresti mai incontrare su WhatsApp

WhatsApp è la migliore invenzione dell’uomo dopo la carta igienica. È riuscito a farci dimenticare gli sms nel giro di poco, facendo assumere ai 160 caratteri quel gusto un po’ retrò di nostalgia degli anni ’90. Stando ai dati ufficiali oggi il servizio di messaggistica conta 500 milioni di utenti attivi che si scambiano ogni giorno 700 milioni di fotografie e 10 miliardi di messaggi di testo, in maniera totalmente gratuita. Tutto questo è molto bello, ma come tutte le invenzioni che facilitano le interazioni tra esseri umani, presenta dei risvolti negativi riscontrabili soprattutto nell’eliminazione delle barriere tra noi e il prossimo. WhatsApp ci ricorda dell’esistenza di quelle persone che nella vita reale magari non frequentiamo e, se non lo facciamo, un motivo magari c’è.

L’ESPRESSIVO – “L’espressivo” è quel contatto della nostra rubrica che ci scrive esprimendosi con le Emoticon. Le “faccine” sono senza dubbio un utile modo per conferire una sorta di umanità ad un testo scritto che potrebbe risultare troppo impersonale, ma un conto è rafforzare un concetto, altro conto è quando quel concetto di base non c’è. Non è ancora chiaro se il soggetto in questione lo faccia per risparmiare tempo o per carenza di contenuti, ma in ogni caso ne consigliamo un utilizzo contenuto. Dodici smile consecutivi, di solito, creano nel ricevente il sospetto che l’interlocutore sia schizofrenico.

SANT’ANTONIO – “Una catena di sant’Antonio è un sistema per propagare un messaggio, inducendo il destinatario a produrne molteplici copie da spedire, a propria volta, a nuovi destinatari” questa è la definizione di Wikipedia, in realtà è universalmente riconosciuto che sia un modo per rompere le scatole al prossimo. Nell’antichità si inviavano lettere ad amici e conoscenti con lo scopo di ottenere un aiuto ultraterreno dai santi. Ora… se c’è qualche possibilità che un santo di buona volontà decida di venirvi incontro se spedite una lettera vostro cugino, è meno probabile che incontriate l’anima gemella scrivendo a me su WhatsApp. Alcune catene, arrivano perfino alle minacce: “Se non invii questo messaggio a 85 persone entro tre secondi, cadrai dalle scale con le mani in tasca”, nessuno ci crede, ma di solito qualcuno lo invia e tutti gli altri si limitano a gesti apotropaici.

IL SINDACALISTA – Alzi la mano chi non ha mai ricevuto il seguente testo: “Whatsapp costerà € 0,01 a messaggio. Invia questo messaggio a 10 persone. Quando si esegue la luce diventerà blu (luce? quale luce?). Se non lo invii l’agenzia WhatsApp attiverà il costo”. Non conosco nessuno che abbia mai creduto a questa bufala, ma allora, come mai arrivavano in continuazione? Chi li mandava? Rimarrà un mistero.

IL RADIOAMATORE – Non so i vostri amici, ma i miei, quando chiacchierano su WhatsApp difficilmente otterrebbero l’approvazione di Clemente Alessandrino, inventore del galateo. Questo è il motivo principale per cui evito di aprire le note vocali che ricevo in pubblico. Ci sono persone però che non ne riescono a fare a meno e continuano ad inviare note su note, obbligando il destinatario a nascondersi per ascoltare il messaggio. Venti minuti di nota audio per un “ciao come stai”.

I GRUPPI – I gruppi su WhatsApp costituiscono il male più grande dei nostri tempi, secondi solo agli amici che ci invitano a tali gruppi. Oggigiorno vengono create chat multiple per qualsiasi cosa: compleanni, organizzazione del sabato sera, perfino per andare a prendere un caffè. Uscire dal gruppo risulta maleducato e silenziarlo non impedisce la ricezione di miliardi di notifiche. Un problema senza soluzione.

IL CONTAGOCCE – Alcune persone centellinano le parole su WhatsApp, ciò non significa che le dosino con parsimonia. Significa che ne scrivono una alla volta. Ma sopratutto ne inviano una alla volta con i conseguenti avvisi acustici e perdita del filo del discorso.

LO SCRITTORE – Ore e ore di estenuanti attese a fissare quella piccola, fastidiosissima frase: “…sta scrivendo”, magari la domanda posta all’interlocutore era semplice “come va?” e lui scrive… scrive… ma non arriva nessuna risposta. È il momento in cui la mente vaga percorrendo strade più remote, “cosa dovrà dirmi?” “avrò fatto qualcosa di sbagliato?” Tempi interminabili in cui ci passa davanti tutta nostra vita, tentando di capire il motivo di tanta scrittura. Poi finalmente arriva la risposta: “tutto ok”.

L’IGNORANTE – L’ignorante è colui che ignora. In poche parole chi “visualizza” e non risponde. Ci sono gli ignoranti seriali che non rispondono quasi mai, pur essendo online. Studi scientifici da me personalmente condotti dimostrano come il fenomeno sopra citato sia una delle principali cause di ansia ed esaurimento nervoso.

Per concludere, si sottolinea la sopraggiunta impossibilità di raccontare qualche piccola bugia.
“Dove sei?”
“Sono a casa amore”
“Condividi posizione”
“…”

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