Impieghi occasionali: più voucher per i giovani

Non è certo una soluzione al dramma della disoccupazione giovanile, ora a quota 43%, tra i tassi più alti tra i Paesi dell’Unione. Ma uno spiraglio positivo in una valanga di dati negativi. Come ha riportato il Sole 24 Ore, l’unico dato in controtendenza nel quadro desolante del lavoro è quello dei voucher, ovvero i “buoni” per i lavori occasionali. Dal 2011 al 2013 si è avuta una crescita del 142% tra i giovani: più che raddoppiati gli under 30 pagati con i ticket Inps. Dalla sperimentazione del 2008 a oggi il sistema ha registrato un giro d’affari di circa 1,2 miliardi di euro.

LAVORO, LA CRISI SPINGE I VOUCHER –  Come riporta il quotidiano economico, i mini-lavori pagati con i voucher permettono ai giovani una qualche forma di entrata, seppur minima. Secondo i dati del centro Datagiovani, nel 2013 questi hanno incassato 9,7 milioni di buoni (rispetto ai 61mila del 2008). Tradotto in cifre, circa 500 euro a testa. I voucher erano stati lanciati come forma di sperimentazione nel 2008 per le attività stagionali: dall’agricoltura, al turismo, passando per i servizi. Al loro debutto, i “buoni Inps” erano sfruttati soprattutto per la fascia d’età degli over 65, adesso la maggioranza di chi utilizza questo strumento sono i giovani sotto i 40 anni (63,5%). Tra questi, il 44% sono gli under 30.

Di certo, la crescita dei voucher per i giovani resta soltanto una piccola nota positiva, non troppo confortante se messa in relazione con i segnali negativi che arrivano nello stesso periodo dai settori dell’apprendistato (-17%), tempo indeterminato (-19%), contratti a termine (-10%), collaborazioni (-28%). L’aumento dei “buoni” per i giovani è comunque dovuto, secondo quanto riporta il quotidiano economico, agli effetti della Riforma Fornero, che aveva allargato la platea di chi può beneficiarne e i periodi di applicazione. Le attività nelle quali sono stati impiegati? Si passa dal turismo e commercio, fino ai servizi, mentre minore è stata l’applicazione in settore come sport e cultura, giardinaggio e pulizia, imprese agricole.

In generale, il sistema dei ticket Inps è in crescita: se nel 2011 si sono utilizzati 15 milioni di buoni, nel 2013 il numero dei voucher staccati ha superato quota 40 milioni. Numeri che potrebbero ancora crescere: nella prima metà del 2014, già ne sono stati venduti oltre 27 milioni. In base alle stime, fatte sulle tendenze del passato, a fine anno potrebbero arrivare fino a quota 67 milioni.

LA GEOGRAFIA DEI VOUCHER – Dal punto di vista geografico, restano però differenze rilevanti tra Nord e Sud del Paese. In quattro regioni settentrionali  (Piemonte, Lombardia, Veneto ed Emilia Romagna) si concentrano più della metà dei voucher riscossi. Al contrario, nelle regioni meridionali, lo strumento non è ancora molto sfruttato.

COME FUNZIONANO –  Il valore nominale del “buono” (con il quale è pagata una prestazione di lavoro accessorio) è di 10 euro, anche se sono disponibili anche quelli multipli da 20 e 50 euro. Come spiega il Sole 24 Ore, nel valore nominale è compresa la contribuzione (del 13%) alla gestione separata Inps, quella Inail per l’assicurazione contro il pericolo infortuni, oltre a un contributo all’Inps per la gestione del servizio. L’acquisto dei buoni può avvenire per via telematica, presso le sedi Inps, gli uffici postali e bancari, i tabaccai.

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