Lo scandalo dell’olio “extravergine bio italiano” non così vergine e non così italiano

Italiano ed extravergine. Invece era spagnolo. Una truffa che ha generato un giro d’affari illecito stimato in 30 milioni di euro, 16 gli arresti in tutto tra imprenditori pugliesi accusati, con la complicità di indagati calabresi di trasformare olio di oliva comunitario, e non solo, in olio 100% italiano biologico.

olio d'oliva new york times

SEQUESTRI E SIGILLI – L’indagine ha messo i sigilli a circa 400 tonnellate di olio dalle qualità organolettiche scadenti o contaminato. L’olio sequestrato era miscelato con grassi di diversa natura contenenti fondami ed impurezze imputabili al circuito della raccolta degli olii esausti della ristorazione, la magistratura ha disposto in proposito analisi volte a chiarire l’esatta natura delle miscele usare.

UN’INDAGINE COMPLESSA – Le indagini sulla maxi truffa dell’olio sono coordinate dalla magistratura di Trani, che ha ordinato il sequestro preventivo di 15 imprese coinvolte. A trasformare l’olio di oliva comunitario nel prodotto venduto come biologico sarebbero state tre associazioni a delinquere. I produttori si avvalevano infatti della complicità di distributori operanti nel settore per produrre fatture false che attestavano l’acquisto di extravergine italiano per far tornare i conti e «nascondere» la differenza di quantità tra quello acquistato realmente e la parte di olio truffaldino d’importazione.  L’indagine coordinata dalla Procura della Repubblica di Trani, in materia di frodi nel settore oleario, è stata condotta dai Finanzieri della Tenenza di Andria, in stretta sinergia con il  Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali (Ispettorato Repressione Frodi di Roma e Bari) e l’Agenzia delle Dogane.

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LA SODDISFAZIONE DEL MINISTRO – Il ministro per le Politiche agricole Maurizio Martina, ha espresso la sua soddisfazione per l’azione repressiva:  «l’operazione di oggi dimostra l’efficacia del sistema dei controlli e il concreto rafforzamento del coordinamento che abbiamo voluto con decisione», spiegando che «azioni come quella di oggi s’inseriscono in un piano di azione contro l’illegalità a tutela della sicurezza degli alimenti, della fiducia del consumatore e dei tantissimi produttori che con fatica e passione portano avanti il lavoro rispettando le regole. Proprio sul settore dell’olio stiamo portando avanti un lavoro importante di controlli e analisi per proteggere una filiera che vale quasi un miliardo e mezzo di euro solo di export». Questo genere di truffa è stato sottolineato recentemente anche dal New York Times, che con un suo servizio aveva suscitato l’indignazione dei produttori italiani, ma che non aveva fatto che riprendere notizie come questa, che da anni infestano le nostre cronache nonostante l’impegno delle autorità nel contenere il fenomeno.

 

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