Pannella: «I medici sospettano che io abbia un tumore»

Era già stato operato all’aorta addominale, ora il sospetto dei medici è che Marco Pannella possa aver contratto un tumore. Lo ha annunciato lo stesso storico leader dei Radicali, dopo essersi sottoposto a una biopsia «per definire la natura di un processo espansivo polmonare». I risultati si conosceranno soltanto tra nove o dieci giorni, ma le condizioni di salute precarie hanno imposto al politico 84enne uno stop di 36 ore dello sciopero della fame e della sete portato avanti – con altri 200 cittadini – per rivendicare il diritto di cura nelle carceri. 

Conferenza stampa Radicali Italiani su vicenda Zingaretti
Photocredit: Lapresse

MARCO PANNELLA E LE CONDIZIONI DI SALUTE COMPLICATE – «Ho accettato per fiducia nel collegio medico. So per esperienza che basta un giorno, un giorno e mezzo di interruzione perché il corpo reagisca», ha spiegato il leader radicale. Per poi chiarire, sull’esame realizzato alla clinica romana Pio XI: «L’ipotesi è che si tratti di un fatto tumorale. Tutti sanno che c’è una gamma articolata e diversa di fenomeni, si tratta di capire quale».

LA PROTESTA DEI RADICALI – La mobilitazione contro il degrado nelle carceri italiane riprenderà però già oggi. Pannella sostiene l’iniziativa condivisa con la segretaria dei Radicali, Rita Bernardini, con la quale il partito chiede che le istituzioni intervengano per  «scongiurare le morti in carcere», prevedendo misure specifiche per le cure ai detenuti, «molti dei quali incompatibili con lo stato di carcerazione», hanno spiegato. Ma tra le richieste dei Radicali trova spazio anche quella di stoppare il regime dei 41-bis (il carcere duro), definito come «una tortura inflitta perfino a detenuti, come Bernardo Provenzano, per i quali le Procure della Repubblica di Palermo, Caltanissetta e Firenze hanno dato parere favorevole alla revoca» (per il boss di Cosa Nostra il Guardasigilli Andrea Orlando ha prorogato il 41-bis per altri due anni, ndr). I Radicali protestano poi anche per le norme sulle carceri in discussione a Montecitorio, considerate insufficienti per soddisfare le condizioni della Cedu.

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