Il volo MH17 e tutti gli altri aerei civili abbattuti per errore

L’aereo della Malaysia Airlines abbattuto ieri nei cieli dell’Ucraina non è l’unico aereo civile abbattuto da missili o aerei militari: nonostante la responsabilità della strage sia ancora da accertare (QUI gli aggiornamenti in diretta di Giornalettismo) è apparso chiaro fin dai primi momenti che il volo MH17 fosse stato abbattuto da forze militari. L’aereo malese condivide il tragico destino di altri velivoli, finiti al centro di uno scontro tra due fazioni pur essendo appartenenti a compagnie aeree di paesi completamente estranei al conflitto in atto. È il caso, ad esempio, del DC-9 dell’Itavia abbattuto a Ustica nel 1980, in circostanze ancora mai del tutto chiarite, ma che avrebbero visto il coinvolgimento dell’aviazione francese, impegnato in una probabile “guerra aerea”.

AP Photo/Emiliano Grillotti
Il DC-9 dell’Itavia abbattuto a Ustica (AP Photo/Emiliano Grillotti)

LA STRAGE DI USTICA – Era stato il giudice italiano Rosario Priore a mettere per primo sul piatto la teoria di un ipotetico piano per abbattere l’aereo su cui viaggiava il dittatore libico Gheddafi: secondo i tracciati dei radar quella sera del 27 giugno 1980, in quel tratto di mare sarebbero stati presenti velivoli militari francesi, statunitensi, britannici e libici: il volo Itavia si sarebbe dunque trovato al posto sbagliato nel momento sbagliato. Una tesi, questa, sostenuta anche dall’ex presidente della Repubblica Francesco Cossiga, ma non ancora confermata.

IL VOLO 007 KOREAN AIR LINES – Il 1 settembre 1983, il volo 007 della Korean Air Lines venne abbattuto con 269 passeggeri a bordo: tra loro c’era anche Larry McDonald, un membro del Congresso americano noto le sue ferventi posizioni anti-comunista. Una volta entrato nello spazio aereo sovietico, il velivolo fu abbattuto perché riconosciuto come “un intruso”, senza che venisse effettuato nessun tentativo per mettersi in contatto con il pilota e stabilire l’identità dell’aereo.

VOLO 655 IRAN AIR – Il 3 luglio 1988, sul finire della guerra tra Iran e Iraq, un aereo della flotta della Iran Air fu abbattuto da due missili lanciati da nave da guerra americana che si trovava nel Golfo Persico. La spiegazione fu che l’esercito americano aveva scambiato quell’aereo di linea per un F-14 militare, che gli stessi Stati Uniti avrebbero venduto all’Iran prima della rivoluzione del 1979. A bordo c’erano circa 300 persone, e non ci fu nessun sopravvissuto.

VOLO 402 EL AL – Il 27 luglio 1955, il volo 402 della compagnia di bandiera israeliana El Al in viaggio tra Vienna e Tel Aviv venne abbattuto da due MiG bulgari una volta entrato nello spazio aereo della Bulgaria. Dopo aver inizialmente negato ogni coinvolgimento, il governo bulgaro ammise quello che era successo. Fortunatamente, nonostante si fosse in piena Guerra Fredda, il fatto ebbe una ricaduta internazionale piuttosto limitata. Otto anni più tardi, la Bulgaria risarcì Israele con una cifra di circa 195.000 dollari, dopo aver risarcito le vittime non-israeliane.

 

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LA STRAGE DELLA CATHAY PACIFIC AIRWAYS – Il 23 luglio 1954, l’Esercito Popolare di Liberazione cinese fece esplodere in volo un C-54 della compagnia aerea di Hong Kong, la Cathay. A bordo c’erano 19 persone: 10 morirono. Il governo cinese chiese scusa alla Gran Bretagna – che all’epoca controllava direttamente Hong Kong – spiegando di aver scambiato l’aereo per un aereo militare proveniente da Taiwan.

VOLO 144 LIBYAN ARAB AIRLINES – Il 21 febbraio 1973, un Boeing 727 della Libyan Arab Airlines, compagnia aerea interamente di proprietà del governo libico, sparì sulla rotta Tripoli-Cairo, mentre sorvolava la penisola del Sinai. In quegli anni l’area del Sinai era sotto il controllo di Israele e furono proprio gli aerei militari israeliani ad abbattere il velivolo, dopo aver sparato alcuni colpi di avvertimento. Dei 113 passeggeri a bordo, si salvarono soltanto quattro passeggeri e il co-pilota. L’allora ministro della difesa israeliano dichiarò che si trattò di un “errore di valutazione”.

VOLO 1812 SIBERIA AIRLINES – Il 4 ottobre 2001, in piena crisi internazionale dopo l’11 settembre, un Tupolev della Siberia Airlines con 64 passeggeri a bordo più 12 membri dell’equipaggio fu abbattuto da un missile ucraino mentre sorvolava il Mar Nero, sopra Sochi. L’aereo era in volo da Novosibirsk e Tel Aviv e il governo ucraino ammise le proprie responsabilità solo dopo forti pressioni da parte degli investigatori russi. Quel giorno, infatti, l’esercito ucraino stava conducendo una serie di esercitazioni militari, che comprendevano anche il lancio di 23 missili. Uno colpì il Tupolev.

(Photocredit copertina: NICOLAS ASFOURI/AFP/Getty Images)

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