Yara, Bossetti ed il «mistero del mistero» sul 20 novembre

Cosa è successo sabato 20 novembre 2010? E perché quel giorno è tanto importante nella vicenda di Yara Gambirasio? Gli inquirenti mantengono il più stretto riserbo sulla questione, mentre Massimo Bossetti, indagato per la scomparsa e la morte della tredicenne di Brembate di Sopra e sua moglie Marita Comi, negano che in quello specifico giorno sia accaduto qualcosa di particolare.

 

(Spada/Lapresse)
(Spada/Lapresse)

 

IL MISTERO DEL 20 NOVEMBRE 2010 – «Quel giorno è un mistero nel mistero, sul quale non si può non chiedere conto». Queste le parole di un investigatore, ripreso dall’edizione di Bergamo del Corriere della Sera. Quel 20 novembre 2010, un sabato, sei giorni prima della scomparsa della ragazzina di Brembate, ritorna negli interrogatori dei parenti più stretti e probabilmente si riferisce ad una ricorrenza particolare per il carpentiere di Mapello che avrebbe provocato qualcosa di specifico sei giorni prima che la ragazzina di Brembate di Sopra sparisse.

 

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L’ASSENZA DI RISCONTRI TECNICI – Gli inquirenti mantengono il loro silenzio, ma una serie di elementi permettono di mettere a fuoco un quadro, ancora incompleto. Bossetti, interrogato su quella data dal giudice per le indagini preliminari Ezia Maccora ha detto di non ricordare nulla. Stessa cosa la moglie, Marita Comi, interrogata a questo proposito dai Carabinieri. A scatenare l’interesse degli inquirenti la deposizione di una persona molto vicina all’indagato che ha fatto trapelare l’importanza, presunta, di quel 20 novembre 2010, visto e considerato che non sembra esistano riscontri tecnici certi come un filmato o una cella telefonica agganciata nella zona di Brembate.

LO STATO DELL’INDAGINE – Secondo gli inquirenti, «Se il 20 novembre è importante o no, lo può dire solo Bossetti». Ma Bossetti non sa nulla. Per l’indagato, che continua a professarsi innocente, non esistono misteri, non ci sono zone d’ombra, nemmeno sulla sua paternità. Al Gip ha dichiarato di essere figlio di Giovanni Bossetti e non di Giuseppe Benedetto Guerinoni, di Gorno, morto nel 1999. Le indagini intanto proseguono su due fronti: la procura della Repubblica punta ai riscontri tecnici come le immagini riprese dalle telecamere o dalle celle telefoniche mentre il Ris di Parma il 23 luglio inizierà con le analisi delle tracce rinvenute sull’auto e sul furgone di Bossetti. Gli esami si terranno in contraddittorio, quindi in presenza di un consulente della difesa, Sarah Gino, dell’Università di Torino, e della parte offesa, Giorgio Portera, per la famiglia Gambirasio. (Photocredit: Spada/Lapresse)

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