MindRDR, l’app che ti legge nel pensiero

Un’app che vi legge nel pensiero, trasformando in azioni i vostri impulsi cerebrali attraverso i Google Glass. Si tratta MindRDR ed è un applicazione sviluppata dallo studio londinese This Place che ora cerca finanziatori per potersi diffondere in tutto il web.

Foto: NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images
Foto: NICHOLAS KAMM/AFP/Getty Images

ONDE CEREBRALI – Come spiega TechCrunch MindRDR permette di connettere i Google Glass con un piccolo biosensore chiamato Neurosky, in grado di raccogliere le onde cerebrali relative che controllano la capacità di concentrazione. L’applicazione, poi, traduce questi impulsi  in comandi per i Google Glass come, ad esempio, scattare una foto e poi condividerla su Twitter. Il tutto senza muovere nemmeno un dito. Il sensore Neurosky, per il momento in vendita nel Regno Unito, costa circa novanta euro, mentre l’applicazione è gratuita.

 

CAMPI DI APPLICAZIONE – Come osserva Ingrid Lunden su TechCrunch, si tratta di uno sviluppo ancora piuttosto primitivo. Tuttavia i campi di applicazione sono piuttosto estesi: in futuro potrebbero nascere app in grado di “allenare” le persone a concentrarsi meglio, o pronte a consigliare una pausa del lavoro quando i Google Glass rilevano la stanchezza di chi li indossa. O, ancora, applicazioni per l’assistenza a persone con problemi di mobilità.

 

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UNA NUOVA GENERAZIONE DI INTERFACCE? – «Quando i touchscreen hanno cominciato a prendere piede, l’industria tecnologica ha dovuto ripensare completamente la propria user experience – spiega Chloe Kirton, direttore creativo di This Place, lo studio che ha creato MindRDR – Questa nostra applicazione può diventare la base di un nuovo modo di concepire le interfacce? Il futuro vedrà un’interfaccia invisibile?». La nascita di MindRDR è anche legata a una serie di “dettagli” legati all’utilizzo dei Google Glass: «Parlare ad alta voce al tuo device è poco naturale e in certi casi può diventare perfino imbarazzante – continua la Kirton – E anche il braccio dopo un po’ si stanca, a furia di lavorare sulla bacchetta dell’occhiale. Volevamo qualcosa che fosse naturale e accessibile per chiunque».

(Photocredit copertina: Andrew Burton/Getty Images)

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