«Mare Nostrum e solidarietà sui profughi, la Germania e il Nord Europa dicono no all’Italia»

Mai più Lampedusa. L’Unione Europea aveva promesso una svolta dopo la gravissima tragedia del mare costata la vita a centinaia di persone. In questi mesi l’Italia ha lanciato l’operazione “Mare Nostrum”, e la richiesta di aiuto agli altri paesi dell’UE è stata respinta ancora una volta.

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Andrea Di Grazia/Lapresse

ITALIA, L’UE E MARE NOSTRUM – Gli italiani ci hanno provato ancora, la l’UE e la Germania gli hanno detto no. Così inizia un articolo di Spiegel Online sull’incontro informale promosso dal ministro dell’Interno Angelino Alfano con i suoi colleghi dei paesi UE a Milano. L’argomento di discussione era “Mare Nostrum”, così come l’eventuale modifica delle politiche in materia di accoglienza dei profughi, una delle priorità della presidenza italiana del semestre europeo. Alfano ha lanciato un appello a non abbandonare l’Italia, che sarebbe incapace di svolgere questo compito da sola, ma già prima della riunione il ministro degli affari interni della Germania, Thomas de Maizière, aveva definito la proposta dell’Italia di affidare all’UE la guida della missione come irrealistica. «Roma ha subito un secco no, di nuovo. Da diverse settimane gli italiani spingono l’UE e paesi come la Germania a partecipare o guidare l’operazione “Mare Nostrum”. All’ultimo Consiglio europeo l’argomento era però stato cancellato dall’ordine del giorno. Ora che Roma ha assunto la presidenza del Consiglio dell’Unione Europea tenta di aumentare la pressione sugli altri paesi membri».

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L’ITALIA E IL NORD EUROPA – Spiegel Online rimarca come il messaggio dell’Italia sia: noi dobbiamo salvare le persone, ma non possiamo sopportare da soli i costi. I tedeschi invece rispondono: fate bene il vostro lavoro. La divisione tra Italia, Germania e il resto dell’UE riguarda “Mare Nostrum”, l’operazione di salvataggio delle navi che trasportano i profughi lanciata due settimane dopo l’immane tragedia di Lampedusa. Dall’inizio del 2014 sono più di 68 mila i profughi arrivati in Italia, un numero superiore al dato del 2011 quando scoppiò la guerra in Libia. «La maggior parte dei centri di accoglienza è sovraccarica, le condizioni spesso miserabili, e Roma non sa cosa fare con questi profughi. Una situazione osservata anche dagli europei del Nord. I paesi settentrionali non pensano tanto a “Mare Nostrum”, quando ai centri di accoglienza con troppe persone, ai controlli laschi, a procedimenti di accoglienza poco regolati. Ci sono malumori. Per il Nord Europa Roma rende troppo facile i trasferimenti dei profughi in altri paesi UE, così non rispettando il principio della normativa comunitaria. Secondo i regolamenti Dublin l’accoglienza spetta al paese dell’Unione Europea dove il profugo è arrivato».

L’ITALIA, L’UE E LA SOLIDARIETÀ – L’Italia chiede solidarietà, ma un po’ come ora sta succedendo con la flessibilità, c’è una forte divergenza sull’interpretazione di questo concetto. Il ministro degli Esteri svedese Tobias Billström ha rimarcato con chiarezza come l’Italia faccia un lavoro eccellente nel salvataggio delle vite, ma come molte persone arrivate sulle coste del nostro paese poi si dirigano verso la Svezia o la Germania. Il ministro degli affari interni tedesco de Maizière ha sottolineanto come sia «interessante che molti profughi non rimangano in Italia, ma che arrivino nei paesi del Nord Europa senza il previsto procedimento di trasferimento. Anche di questo si deve parlare, quando la discussione riguarda la solidarietà». Una differente valutazione che separa il Sud che chiede aiuto nell’accoglienza, mentre il Nord Europa rimarca come i paesi mediterranei ospitino troppi pochi profughi. Come rimarca la chiusura di Spiegel Online, «a Milano si è parlato molto di solidarietà, ma come ha detto la commissaria competente, Cecilia Malström, diversi paesi intendono cose diverse».

Photocredit: Andrea Di Grazia/Lapresse

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