L’UE dorme sulla disoccupazione giovanile

L’anno scorso l’Unione Europea annunciò con molta enfasi il varo di un piano per contrastare la disoccupazione giovanile, l’emergenza sociale più drammatica creata dalla recessione e dalla crisi del debito sovrano. In dodici mesi però gli stati europei non hanno fatto praticamente nulla, con l’eccezione di Francia e Italia.

UE Garanzia Giovani 1

L’UE E LA DISOCCUPAZIONE GIOVANILE – Nel 2013 l’Unione Europea decise di adottare un piano specifico di contrasto alla disoccupazione giovanile. Nell’aprile dell’anno scorso il Consiglio adottò una raccomandazione che stanziava 6 miliardi di euro, da incrementare tramite la Bei, per finanziare la Garanzia Giovani. I fondi erano erogati tramite una riallocazione del bilancio comunitario in favore dei paesi più colpiti dalla mancanza di lavoro per i più giovani. Questo programma, ispirato a modelli già utilizzati con successo in alcuni paesi quali la Finlandia, prevede che sia offerta un’opportunità professionale oppure formativa ai ragazzi sotto i 25 anni che non hanno trovato lavoro dopo la conclusione dei loro studi oppure che hanno perso la loro occupazione. La Garanzia Giovani rappresenta un sostegno pubblico per stimolare la partecipazione degli under 25 al mercato del lavoro, ed evitare, o quantomeno mitigare, la distruzione di capitale umano rappresentato da prolungati periodi di disoccupazione. I governi europei lanciarono il programma di contrasto alla disoccupazione giovanile con grande enfasi in un vertice svoltosi a Berlino, ma nonostante il fatto che ben 20 paesi membri dell’UE potrebbero utilizzare questi fondi, solo due paesi, Francia e Italia, hanno messo in campo delle iniziative legate alla Garanzia Giovani.

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LA GARANZIA GIOVANI, LA FRANCIA E L’ITALIA – Il Wall Street Journal rimarca come finora solo la Francia abbia ricevuto il finanziamento da 620 milioni di euro previsto dall’iniziativa dell’UE. Con un certo sarcasmo il quotidiano finanziario nota come il commissario UE competente, l’ungherese László Andor, ha salutato l’erogazione di questi fondi alla Francia come un evento da celebrare. Il problema infatti è che finora solo Parigi ha richiesto la quota di finanziamento a lei spettante, mentre gli altri paesi europei vi hanno rinunciato. L’altra eccezione all’immobilismo dei 20 governi europei che potrebbero accedere ai fondi messi a disposizione per la Garanzia Giovani è l’Italia. Come dice il portavoce della Commissione Jonathan Todd al Ws, il nostro paese è l’altra nazione oltre alla Francia ad aver predisposto un piano di azione per introdurre questo strumento di contrasto alla disoccupazione giovanile. In Italia la Garanzia Giovani è stata introdotta a fine 2013, ed è stata avviata nella maggior parte delle regioni, gli enti competenti. Il nostro paese ha a disposizione un miliardo di euro per i prossimi due anni.

LA GARANZIA GIOVANI E L’UE – Sul sito apposito dedicato dal governo alla Garanzia Giovani si può seguire l’andamento di questo programma. Diverse decine di migliaia di under 29 si sono iscritti al programma. Il nostro paese ha modificato la Garanzia Giovani ampliando la platea dei potenziali beneficiari dagli under 25 agli under 30. Nonostante i dati ancora drammatici relativi alla disoccupazione giovanile, che si assesta poco sopra il 23% all’interno dell’UE, l’azione dei paesi membri è stata scarsa, anche nelle nazioni come Grecia o Spagna dove gli under 25 che cercano lavoro ma non lo trovano sono circa la metà del totale. Il Wall Street Journal rimarca il fastidio della Commissione Ue per l’avvio così stentato del programma, che solo in Francia ed in parte in Italia sta procedendo come era nelle attese. Sul sito dell’UE si nota come altri paesi abbiano messo in campo iniziative, ma un progetto dettagliato non è stato ancora reso operativo. Per il portavoce della Commissione Jonathan Todd non è vero la Garanzia Giovani possa partire solo grazie a fondi cospicui messi in campo dagli stati nazionali, l’ostacolo che secondo diversi osservatori ha frenato la sua introduzione. Per questo motivo, rimarca il Wall Street Journal, è probabile che nei prossimi mesi la Commissione UE si attivi per far partire il programma nei tanti stati membri dove al momento è bloccato.

 

Photocredit:  Christopher Furlong/Getty Images, screenshot del sito Garanzia Giovani 

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