La mappa mondiale delle armi atomiche

18/06/2014 di Andrea Mollica

Le armi atomiche stanno diminuendo, ma a ritmo molto contenuto. Le maggiori potenze nucleari, Stati Uniti e Russia, non hanno accresciuto in questi ultimi mesi il proprio arsenale nucleare, come rivela uno studio condotto da Sipri, un centro studi svedese, anche se lo stanno modernizzando. Nel mondo ci sono circa 17 mila testate nucleari, in possesso di Usa. Russia, Cina, Francia, Regno Unito, India, Pakistan, e probabilmente Israele e Corea del Nord.

Hawk Missiles Desplayed In Seoul Museum

ARMI ATOMICHE NEL MONDO  – L’istituto svedese Sipri ha diffuso il suo rapporto sugli arsenali atomici a disposizione degli Stati che posseggono le armi nucleari. A cinque anni dal lancio dell’obiettivo dalla presidenza Obama di un mondo senza testate atomiche, l’istituto rimarca come al momento non si vedano progressi in questo senso. Le potenze nucleari, Stati Uniti e Russia, non hanno incrementato i loro arsenali, ma li hanno modernizzati, e ridotto in modo molto contenuto. Nel 2014 il numero totale delle armi atomiche è diminuito a livello globale, confermando una tendenza che però è ancora lontana dall’aver cancellato la minaccia nucleare. Nel mondo infatti esistono secondo Sipri oltre 16 300 testate di questo tipo, anche se la maggior parte di essere non può essere utilizzata immediatamente. Le armi pronte all’uso, ovvero inserite in missili oppure stazionate in centri militari in grado di lanciarle, sono circa 4 mila, prevalentemente concentrate nelle forze armate americane e russe. Secondo il centro studi svedesi gli ultimi anni hanno indicato un rallentamento del ritmo di riduzione delle testate nucleari registrato nel decennio passato.

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LE ARMI ATOMICHE DI STATI UNITI E RUSSIA – Secondo i ricercatori di Sipri Shannon Kile e Phillip Patton Schell anche nel 2014 le potenze nucleari non hanno mostrato un significativo impegno nello smantellamento del loro arsenale. Russia e Stati Uniti detengono il 93% delle armi atomiche a livello globale, e la graduale ma contenuta riduzione di testate osservata in questi anni è stata favorita dal nuovo trattato Start ratificato dalle due potenze nucleari più importanti nel 2011. Il trattato ha previsto un dimezzamento delle testate atomiche operative, ma al momento questo obiettivo, fissato per il 2021, è ancora lontano dall’essere raggiunto.

 

 

 

Paese

Anno del primo test

Testate impiegate

Altre testate

Totale 2014

USA

1945

1920

5380

7300

Russia

1949

1600

 6400

8000

UK

1952

160

 65

225

France

1960

290

10

300

China

1964

 

250

250

India

1974

 

 90–110

90–110

Pakistan

1998

 

100–120

100–120

Israel

. . 

 

80

80

North Korea

2006

 

6–8

6–8

Total

 

3970

12 350

16 300

Fonte: SIPRI Yearbook 2014  

Come si vede dalla tabella realizzata da Sipri, le testate pronte all’uso di Usa e Russia sono  ancora circa 3500, 2 mila in più rispetto al tetto delle 1500 armi nucleari fissato da START nel 2010.

LE ARMI ATOMICHE E IL RESTO DEL MONDO – La diffusione delle armi atomiche è disciplinata da un Trattato di non proliferazione che riconosce solo Stati Uniti, Russia, Francia, Regno Unito e Cina come nazioni legittimate ad avere questo di arsenale militare. SIPRI però indica altri quattro stati come potenze nucleari, ovvero l’India, il Pakistan, Israele e  Corea del Nord. India e Pakistan hanno dichiarato ufficialmente il possesso di testate atomiche, a differenza di Israele e Corea del Nord.  Come si nota dalla tabella ripresa dal sito dell’istituto svedese, solo Francia e Regno Unito sono in possesso di armi atomiche che possono essere utilizzate in tempi rapidi, mentre per India e Pakistan si tratta di testate stoccate in magazzini militari. Il grosso dell’arsenale atomico dei due paesi europei è operativo, mentre per Israele e Corea del Nord Sipri presenta delle stime di più difficile valutazione. Secondo diverse osservazioni Israele potrebbe contare su 80 testate nucleari, mentre per il regime comunista il numero di armi atomiche si collocherebbe tra 6 e 8. Una quantità piuttosto ridotta, e probabilmente di non grande affidabilità vista l’arretratezza tecnologia del paese asiatico.

Photocredit: Chung Sung-Jun/Getty Images, EBRAHIM NOROOZI/AFP/Getty Images)

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