Yara Gambirasio si sentiva osservata e aveva paura

18/06/2014 di Redazione

Che Massimo Giuseppe Bossetti sia l’assassino di Yara Gambirasio è praticamente quasi certo considerando che il test del dna ha tolto ogni dubbio sulla presenza di tracce del 44enne muratore di Mapello sul corpo della ragazzina uccisa a Chignolo d’Isola il 26 novembre del 2010. Le analisi hanno fornito un risultato che il pubblico ministero considera «di assoluta certezza» per identificarlo come ‘Ignoto 1’, come colui che ha lasciato una traccia di sangue sugli slip della 13enne. Ma gli investigatori cominciano ora un nuovo lavoro per chiarire i dettagli dell’uccisione e soprattutto in che modo il carnefice si fosse approcciato alla vittima. Sarà questo l’obiettivo degli interrogatori cominciati da due giorni, da quando i carabinieri hanno fermato Bossetti. Ma spunta ora anche qualche dettaglio emerso in una fase inziale d’indagine e parzialmente accantonato.

 

massimo giuseppe bossetti 08

 

LA CONFIDENZA DI YARA – Spuntano innanzitutto le confidenze di Yara, le sue rivelazioni al fratellino nelle settimane che precedevano il maledetto giorno della scomparsa. A riportarlo è oggi il Corriere della Sera in un articolo dell’inviata Fiorenza Sarzanini: prima di essere rapita davanti al centro sportivo di Brembate di Sopra dove frequentava un corso di ginnastica la 13enne si era spaventata perché aveva notato un uomo che la osservava. Lo aveva raccontato. Ma quella sensazione si era poi affievolita ed anche i genitori non avevano fatto troppe domande su quel particolare, forse per non turbarla ulteriormente. Ora che l’assassino è stato individuato quel dettaglio torna ancora al centro dell’attenzione degli investigatori con nuova valenza. Il sospetto è che Bossetti possa aver «puntato» Yara scegliendo proprio lei tra le tante ragazzine che frequentavano la palestra. E si tratta di un’ipotesi che – come spiega ancora il Corriere – si sarebbe rafforzata dopo gli interrogatori di alcune persone nelle ultime ore. Alcuni residenti nella zona e commercianti hanno fornito agli inquirenti indicazioni preziose ricordano di aver notato l’uomo proprio nel periodo della sparizione di Yara. Marco Imarisio sul Corriere riporta in particolare la testimonianza raccolta in un solarium poco distante dalla casa dei Gambirasio. La titolare ricorda che Bossetti frequentava il centro esterico almeno un paio di volte alla settimana «sempre per una doccia di 15 minuti», ovvero per una lampada integrale al viso e al corpo. Ma ricordano il presunto omicida anche al bar e al supermercato della stessa zona.

LE TESTIMONIANZE – Si tratta di un quadro complesso che va componendosi lentamente e nel quale ogni dettaglio può rivelarsi tassello inaspettatamente determinante. Il lavoro procede insomma a ritmo serrato. Al di là di test del dna, tabulati, testimonianze e quant’altro, Bossetti non sembra aver fornito alcun alibi per quella sera del 26 novembre 2010 e, in questo senso, il verbale della moglie non lo ha aiutato nemmeno il verbale sottoscritto dalla moglie. Oggi il muratore 44enne in cella da due giorni verrà interrogato di nuovo, dal pm, mentre polizia e carabinieri intensificano verifiche e interrogatori. Intanto Ester Arzufi, 67 anni, madre di Bossetti, continua a negare di essere stata l’amante di Giuseppe Guerinoni, ovvero colui che era stato indicato come padre di ‘Ignoto 1’, e di aver avuto due figli da lui. «Eravamo ragazzi, stavamo tutti insieme in paese, certo che lo conoscevo, ma con lui non ho mai avuto alcun rapporto, tantomeno una relazione. Non è lui il padre dei miei gemelli», ha affermato la donna. Anche la moglie di Bussotti, Marita Comi, parla agli investigatori. «Lui ha una vita regolare, è molto dedito alla famiglia», spiega la donna parlando del marito. Ma dice di non ricordare spostamenti e orari del 26 novembre 2010. E niente che possa fornirgli un alibi. Il dubbio – scrive ancora Sarzanini sul Corriere – è che lei in realtà sappia tutto, ma abbia deciso di marcare la distanza da quell’uomo oramai diventato un mostro. Già, il mostro. Yara fu «colpita, seviziata e abbandonata in agonia», ripetono i magistrati.

(Fonte foto: archivio LaPresse)

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