Usa 2016, la corsa di Hillary Clinton verso la Casa Bianca

14/06/2014 di Andrea Mollica

La pubblicazione del libro “Hard Choices” ha permesso a Hillary Clinton di lanciare una grande offensiva mediatica. L’ex segretario di Stato è di gran lunga la politica americana più conosciuta e popolare in questo momento, ed appare sempre più vicina ad una corsa alle presidenziali del 2016. Barack Obama sarà ancora uno degli elementi decisivi per questa scelta.

Hillary Clinton Reads From Her New Memoir In New York City

HILLARY CLINTON E LE PRESIDENZIALI USA – Le presidenziali americane sono la campagna elettorale più lunga del mondo, e l’avvio informale è di solito rappresentato dallo svolgimento delle midterm. A metà di ogni mandato alla Casa Bianca, che dura quattro anni, si rinnova completamente la Camera dei Rappresentanti così come un terzo del Senato, mentre in contemporanea vanno al voto la maggior parte degli Stati americani.  Il 4 novembre il voto degli statunitensi chiarirà le intenzioni di diversi aspiranti all’incarico di uomo più potente del mondo, anche se quest’anno la campagna presidenziale sembra essere iniziata un po’ prima. Questa impressione è fornita dalla scelta di Hillary Clinton di pubblicare il suo nuovo libro, “Hard Choices”, (Scelte difficili), e dall’invasione mediatica che ne è seguita. ll battage pubblicitario e le ospitate sulle maggiori TV americane hanno evidenziato ancora una volta come l’ex segretario di Stato dell’amministrazione Obama sia il politico americano più conosciuto e apprezzato, a fianco del presidente, in realtà piuttosto difficoltà nei sondaggi di gradimento da un po’ di tempo a questa parte. Da ormai diversi giorni Hillary Clinton domina l’etere come non capitava dai tempi della sfida con Barack Obama, quando l’allora senatrice junior di New York contese fino all’ultimo secondo la nomination democratica al futuro presidente degli Stati Uniti. I segnali che indicano una corsa della Clinton sono numerosi. Uno dei più rumorosi è l’impegno finanziario del comitato in appoggio alla sua candidatura, Ready for Hillary, che in poco più di un anno di attività ha già speso quasi 5 milioni di dollari, raccolti grazie a donazioni arrivate già copiose nonostante al momento non ci sia nessuna attività formale di campagna elettorale.

HILLARY CLINTON E I DEMOCRATICI – L’attenzione riservata ai media nei confronti di Hillary Clinton è favorita dall’assenza di veri rivali in caso di una sua corsa alle primarie presidenziali del 2016, che inizieranno come di consueto con i caucus dei democratici in Iowa. Rispetto al 2008, quando nei sondaggi l’allora senatrice junior di New York era rilevata come la grande favorita, ma i suoi consensi demoscopici facevano fatica a superare il 50% tra i democratici, al momento non si vede alcun credibile avversario all’orizzonte. Un’ipotesi che rassicura casa Clinton e mitiga i dubbi di Hillary, che ha finito la campagna delle scorse presidenziali con un debito superiore ai dieci milioni di dollari, ripagato con l’aiuto di Obama nel corso degli anni successivi ed estinto solo a inizio 2013. Nonostante le ricchezze accumulate in questi anni al di fuori della politica i Clinton sicuramente non vogliono impegnarsi in un’altra avventura così dispendiosa come le presidenziali americane, che costano diverse centinaia di milioni di dollari. Al momento la media dei sondaggi Pollster rileva come Hillary sia assolutamente incontrastata, e probabilmente incontrastabile, all’interno dell’elettorato di simpatie democratiche.

Le preferenze demoscopiche per le primarie 2016 indicano l’ex segretario di Stato al 67%, con un vantaggio di oltre 50 punti sul vice presidente Joe Biden, una candidatura piuttosto ipotetica a giudicare dall’età dell’ex senatore del Delaware. Tra i candidati potenziali il nome più interessante per il pubblico di simpatie progressiste è la senatrice del Massachusetts Elizabeth Warren, eroina dei liberal per il suo impegno in difesa dei consumatori e di contrasto al Big Business. Molto marginale è invece il consenso raccolto finora da altri candidati come Andrew Cuomo o Martin O’Malley, governatori di New York e Maryland, così come di senatori discussi per la Casa Bianca come Amy Klobuchar del Minnesota, Cory Bookr del New Jersey, Mark Warner o il suo ex collega della Virgina Jim Webb. Jeb Bush Speaks At The Reagan Library About His New Book HILLARY CLINTON E I REPUBBLICANI – Hillary Clinton ha più volte chiarito che prenderà una decisione sulla sua corsa alla Casa Bianca dopo le midterm del 4 novembre, che con ogni probabilità verranno vinte dai repubblicani. I democratici, ora a 199 seggi, dovrebbero strappare una ventina di distretti congressuali al Gop per tornare maggioranza alla Camera dei Rappresentati, un compito oltremodo arduo alla luce della scarsa popolarità attuale del presidente Obama. Il partito del centrosinistra americano potrebbe perdere il controllo del Senato, così da assicurare un successo ai repubblicani. Negli ultimi cicli presidenziali le midterm hanno avuto un valore non così predittivo sulle successive elezioni per la Casa Bianca. Il trionfo democratico del 2006 anticipò la vittoria di Obama, ma la batosta inferta dai repubblicani nel 2010 non portò ad un’affermazione del Gop due anni dopo. Un risultato molto negativo dei democratici potrebbe però suscitare molti dubbi nella mente di Hillary Clinton, in questo momento confortata dalla relativa debolezza dei suoi avversari. La competizione in casa Gop è completamente aperta in questo modo, fatto salvo il valore relativo delle indagini demoscopiche a così tanto tempo dal voto effettivo.

Nella media realizzata dal sito Pollster in testa c’è l’ex governatore della Florida Jeb Bush, fratello del 43esimo e figlio del 41esimo presidente degli Stati Uniti. A differenza che tra i democratici, dove il dominio della Clinton è assoluto in questo momento, l’avversario più vicino a Bush segue ad un solo punto percentuale. Si tratta di Mike Huckabee, ex governatore dell’Arkansas, lo stato dei Clinton, diventato volto della Tv di chiare simpatie conservatrici Fox News dopo il secondo posto alle primarie repubblicane del 2008. Il primo leader repubblicano attualmente in carica è il senatore del Kentucky Rand Paul, figlio di Ron Paul, e come il padre punto di riferimento dell’ala libertaria del Gop, oltre che assai apprezzato anche dal movimento Tea Party. Assai apprezzato dalla base conservatrice è il candidato vice presidente Paul Ryan, che aveva affiancato Mitt Romney nelle sfortunate presidenziali del 2012. Chris Christie, il popolare governatore del New Jersey, ha invece perso un po’ di smalto dopo uno scandalo locale. Un calo di consenso è stato subito nei mesi scorsi anche dai senatori Marco Rubio della Florida e Ted Cruz del Texas, nel recente passato grandi speranze del Tea Party per la conquista della nomination repubblicana. Meno consenso riscuotono nomi interessanti in vista delle presidenziali 2016 come il governatore del Wisconsin Scott Walker, che dovrà innanzitutto difendere il suo incarico attuale per aver chance, oppure Rick Santorum. L’ex senatore della Pennsylvania è arrivato secondo alle primarie repubblicane del 2012, e il Gop ha una lunga tradizione sulla candidatura presidenziale di concorrenti arrivati secondi in competizioni precedenti. E’ successo con  Reagan,  e Bush padre, tra chi ha vinto così come per McCain e Romney tra gli sconfitti.

President Obama Holds Cabinet Meeting

HILLARY CLINTON E BARACK OBAMA – I sondaggi sulle primarie democratiche e repubblicane hanno un valore davvero relativo, ma sono utili per capire l’eventuale dinamica della competizione nei due grandi partiti americani dopo le midterm. Se la Clinton decidesse di correre, un’ipotesi piuttosto probabile, appare difficile pensare in questo momento all’affermazione di una candidatura sul genere di Obama ’08 capace di fermarla. Tra i repubblicani invece è tutto ancora aperto, come sarà fino a quando le primarie invisibili, il lungo percorso che ogni candidato alla Casa Bianca fa per raccogliere consensi, appoggio e denaro all’interno dell’establishment, non indicheranno un favorito dei vertici del Gop. In questo momento Hillary Clinton appare la candidata favorita anche per le presidenziali 2016, che sono però distanti ancora due anni e mezzo, un tempo infinito in politica. Il sito Real Clear Politics ha realizzato una media di tutti i sondaggi che contrappongono l’ex segretario di Stato ai suoi avversari repubblicani, che rimarca la supremazia attuale della Clinton. L’ex senatrice di New York si assesta intorno al 50% delle preferenze, e vince di circa ogni 10 punti ogni sfida con i principali candidati del Gop. Il vero ostacolo verso la Casa Bianca si chiama però, ancora una volta, Barack Obama. Dal secondo dopoguerra ad oggi solo una volta un partito è riuscito ad esprimere un presidente dopo che un suo candidato aveva già svolto due mandati alla Casa Bianca. Il tris presidenziale fu ottenuto dai repubblicani con Ronald Reagan e George Bush padre, e questo ciclo fortunato fu concluso proprio da Bill Clinton. Questa impresa non riesce ai democratici dai tempi di Roosevelt e Truman, anche se Fdr rimase al vertice degli Usa per quattro e non due mandati. La storia non è però l’unico problema di Hillary Clinton. La presidenza Obama non è stata apprezzata in modo rilevante dall’opinione pubblica americana, come mostrano i dati di gradimento piuttosto bassi che hanno caratterizzato il suo secondo mandato. La ripresa occupazionale ed economica potrebbe provocare un rialzo dei consensi del primo afro-americano che ha guidato gli Stati Uniti, ma servirà probabilmente un ricordo dell’Amministrazione uscente molto positivo perchè un candidato democratico, qualsiasi esso sia, possa ambire alla vittoria la sera di martedì 8 novembre 2012.

Photocredit: PAUL J. RICHARDS/AFP/Getty Images, Andrew Burton/Getty Images, Andrew Burton/Getty Images, Mike Segar-Pool/Getty Images, Alex Wong/Getty Images Kevork Djansezian/Getty Images, Jessica Kourkounis/Getty Images, Chip Somodevilla/Getty Images, Roger L. Wollenberg-Pool/Getty Images

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