Vince Virzì. I David di Donatello spodestano “La grande bellezza”

Ieri è stato osannato dal maggior tributo cinematografico italiano un altro capolavoro che parla male dell’Italia, che ne mette in mostra i molti panni sporchi. Chissà se verrà fatto tanto baccano anche in questo caso come dopo l’assegnazione degli Oscar, quando lo sdegno per come l’Italia veniva rappresentata ne La Grande Bellezza prevalse sulla gioia per la felice e meritata vittoria di un grande film.

Forse questa volta si glisserà su questo aspetto e finalmente saranno tutti stupiti e contenti, cosa che sarebbe stata buona e giusta anche dopo l’assegnazione del premio americano.

Un David “buonista” quello che ieri ha voluto accontentare tutti, rimettendo la bilancia in equilibrio.

Il Capitale Umano di Paolo Virzì vince il premio come miglior film e quello importantissimo per la miglior sceneggiatura e La Grande Bellezza si aggiudica “solo” quello per la migliore regia.
A sorpresa l’Oscar nazionale non incorona l’opera di Paolo Sorrentino, mentre scontatamente incensa Toni Servillo, miglior attore.
Premi tutti meritatissimi, intendiamoci.
Due raffinate opere cinematografiche hanno ricevuto i meritati onori di casa, compresi gli attori e le attrici (Valeria Bruni Tedeschi e Valeria Golino). Ci hanno rimesso Fabrizio Bentivoglio, magistrale interprete nel film di Virzì, e Paolo Sorrentino, regista (a molti antipatico) de “La grande bellezza”.

Volendo fare una sintesi, fa molto strano e sarà poco comprensibile all’estero il mancato riconoscimento al vincitore dell’Oscar come miglior film straniero, ma la vittoria de “Il capitale umano” non infastidisce nessuno e accontenterà il pubblico, perchè tutti concordano sul talento del regista e sulla genialità dell’opera.
Può ritenersi soddisfatto anche Pierfrancesco Diliberto in arte PIF per il suo gioiellino La mafia uccide solo d’estate. Piccolo grande escluso dai premi l’esordiente Sydney Sibilia e il suo sorprendente Smetto quando voglio.
Commuoventi i David Speciali a Carlo Mazzacurati e Riz Ortolani e il tributo a Sophia Loren, che non infastidisce mai, perchè da lei accetti tutto.

La versione prevalente sostiene che l’intento della giuria e dell’organizzazione sia stata realmente quella di riequilibrare, e questo ha un senso, è verosimile. Sicuramente, però, Paolo Sorrentino non ci sarà rimasto bene, sebbene fosse preparato.
Lo consolerà la vittoria di Grand Hotel Budapest . Anche qui la giuria del David ha “fatto giustizia” preferendo Wes Anderson a Blue Jasmine di Woody Allen e a Martin Scorsese.
Allen e Scorsese sono abituati alle loro sconfitte in patria.
Bisognerebbe capire se il ruolo di un premio nazionale sia quello di ritarare i pesi oppure, come nel caso dei Cèsar, dei BAFTA, dei Goya, anche quello di ratificare vari riconoscimenti già ottenuti in tutto il mondo.

Share this article