Rignano Flaminio: confermate le assoluzioni per i cinque accusati di pedofilia

Sono stante confermate anche in appello le assoluzioni delle cinque persone, ovvero tre maestre, una bidella ed un autore tv marito di una delle maestre, imputate per la vicenda dei presunti abusi sessuali denunciati dai genitori dei bambini della scuola materna ‘Olga Rovere’ di Rignano Flaminio. Lo ha deciso la Terza Corte d’Appello di Roma: il fatto non sussiste.

 

ITALY PEDOPHILIA

 

RIGNANO FLAMINIO, LA STORIA – La vicenda della scuola ‘Olga Rovere’ di Rignano Flaminio, alle porte di Roma, riguarda una storia umana e giudiziaria assai lunga e controversa che per anni ha trovato ampio spazio su tutti i media nazionali dividendo il pubblico tra colpevolisti e innocentisti. Tutto comincia nell’estate del 2006 quando i genitori di alcuni bambini della scuola materna si recano dai carabinieri per raccontare di abusi che i loro figli avrebbero subito dentro e fuori l’istituto. A quelle denunce se seguono poi in massa anche altre, riguardanti complessivamente 21 bambini. L’inchiesta tocca il suo apice nel 2007: il 24 aprile i carabinieri di Bracciano, su ordine del gip Elvira Tamburelli, arrestano tre maestre dell’asilo, Silvana Magalotti, Marisa Pucci e Patrizia Del Meglio, il marito di quest’ultima, Gianfranco Scancarello, di professione autore televisivo, la bidella della scuola materna Cristina Lunerti e un benzinaio cingalese, Kelum De Silva.

 

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IL PROCESSO – L’accusa cui sono chiamati a rispondere tutti gli arrestati è quella di associazione per delinquere, atti osceni in luogo pubblico, maltrattamenti in famiglia, sottrazione di minore, sequestro di persona e violenza sessuale. In particolare, secondo il pm Marco Mansi, almeno 21 bambini di età compresa tra i 3 e i 4 anni, tra gli anni 2005 e 2006, sia all’interno della scuola materna che fuori, sarebbero stati oggetto di abusi sessuali e di ‘giochi erotici’. Il processo ai cinque imputati comincia il 27 maggio 2010 e si celebra a porte chiuse. Il 2 aprile 2012 il pm chiede 12 anni di reclusione per tutti gli imputati e la trasmissione degli atti al suo ufficio per poter procedere contro altre due maestre. Il 28 maggio del 2012 dopo nove ore di camera di consiglio, arriva la sentenza di primo grado del tribunale di Tivoli, che cancella tutte le accuse. Ad essa i genitori reagiscono alla decisione con urla contro i giudici e con calci e pugni alle porte dell’aula in cui si era appena concluso il processo.

 

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LA PRIMA ASSOLUZIONE – La motivazione della sentenza viene pubblicata sei mesi più tardi, a fine novembre, e spiega che molte delle denunce presentate dai genitori dei bambini vittima degli abusi sono state «frutto di una forte contaminazione». Nella sentenza di primo grado, nel dettaglio, si dà atto ad esempio che la maestra Silvana Malagotti non è stata «menzionata dai bambini in occasione dei racconti che originano le prime denunce» e si considerano nello stesso tempo le «seconde denunce» frutto di una «forte contaminazione». I giudici spiegano altresì che la maestra Marisa Pucci viene menzionata «in narrazioni il cui contenuto è fantasioso e disancorato dalla realtà e comunqee non supportato da riscontri fattuali idonei». Per quanto riguarda poi la maestra Patrizia Del Meglio il tribunale rilevala 5 circa la sua identificazione, fatta «dai genitori e poi più o meno inconsapevolmente trasmessa ai bambini».  Oggi arriva la seconda assoluzione.

 

 

REAZIONI SU TWITTER – L’assoluzione odierna dà il via ad un nuovo dibattito sulla giustezza della sentenza e sull’efficienza del sistema giudiziario italiano. Su Twitter gli utenti commentano la lunga e controversa vicenda con amarezza, ancora una volta. C’è chi parla di imputati travolti dagli «avvoltoi» e ai «forcaioli» in tutti questi anni e chi accusa i genitori dei bimbi:

 

 

 

 

(Immagini di repertorio da archivio LaPresse)

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