Barbara Ababio: la candidata di colore che sfotte i razzisti giocando sul “nero”

Si chiama Barbara, ha 23 anni e vive a Porcia, piccolo comune in provincia di Pordenone, nonché roccaforte della Lega Nord. Barbara Ababio, nata in Italia da genitori ghanesi, è quella che le statistiche chiamano «immigrata di seconda generazione» e ora, nonostante la giovane età, ha deciso di correre per la poltrona di sindaco di Porcia, con una campagna elettorale ironica e provocatoria, che ribalta i pregiudizi «classici» che i suoi concittadini spesso nutrono nei confronti delle persone di colore. «Il nero snellisce i costi della politica per i cittadini», recita uno dei manifesti a sostegno della sua candidatura.

Barbara Ababio sindaco Porcia (2)

GLI INSULTI SU FACEBOOK – Non è un percorso facile, quello di Barbara Ababio, che dall’estate scorsa si è trovata a dover fronteggiare non solo polemiche e perplessità sollevate da quanti non hanno appoggiato la sua candidatura, ma anche a dover rispondere a una vera e propria ondata di insulti che sono arrivati anche via Facebook, che le ha riempito la bacheca di offese e minacce, immagini di oranghi e gommoni, compreso un messaggio che la invitava a «continuare a fare la prostituta» e a «non rompere il c…» perché lo stato «ne ha troppi da mantenere». Nonostante questo, e nonostante il Pd le abbia rifiutato le primarie a causa del colore «provocatorio» della sua pelle, Barbara è andata avanti per la sua strada e i manifesti della sua campagna hanno addirittura avuto il potere di fare infuriare i leghisti della sua città.

Guarda i manifesti:

«VISTO CHE SEI NERA, NON PUOI…» – «Quando ero piccola, mi chiamavano la negretta. Qualcuno lo faceva in modo offensivo, per altri era solo un nomignolo. Ma in fondo ero una bambina. Ora che sono cresciuta e soprattutto adesso che ho deciso di candidarmi, ho scoperto che in questa terra il razzismo è sottile: non puoi oltrepassare una certa linea – spiega la Ababio – Commessa sì, sindaco no. E allora si ripete il refrain: visto che sei nera, non puoi avere una casa in affitto, visto che sei nera, non sei italiana, visto che sei nera, non puoi rappresentarci, visto che sei nera non hai diritto. Forse il fatto che io sia donna è la caratteristica che pesa meno».

LA PASSIONE PER LA POLITICA – Giovane e intraprendente, da diversi anni la Ababio svolge attività d’interpretariato e mediazione sul territorio in aiuto dei cittadini stranieri. Proprio nel periodo in cui il gap tra politica e giovani ha raggiunto livelli insanabili, si appassiona e inizia la sua avventura da militante con l’unico scopo di migliorare il contesto in cui vive. Ma nel nord est non sono tanti quelli con la pelle nera. Ed ecco che a novembre, le viene negato un appartamento: «L’agente ci ha detto: qui è dura, i condomini e anche il proprietario non vogliono né persone di colore né extracomunitari, quindi è inutile che io vi faccia vedere l’appartamento per bene». Poco conta che Barbara Ababio sia nata a Palermo e che sia cittadina italiana a tutti gli effetti.

 

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UNA LISTA MULTIETNICA – La vicenda le ha fornito lo spunto per un altro dei suoi slogan «FUORI I NERI» dove nero sta per lavoro nero, precariato e delocalizzazione (in riferimento al caso locale dell’azienda Electrolux che ha sede proprio a Porcia). Ma soprattutto a favore dei lavoratori. Così a Porcia si compone una lista di consiglieri multietnica, a sostegno della candidata «nera». Ghana, Algeria, Niger, Burkina Faso, Turchia, Svizzera, Bangladesh, Togo e Repubblica Dominicana sono solo alcuni dei paesi rappresentati nella lista dell’Ababio. «Sono persone molto attive nella provincia di Pordenone – spiega la Ababio – La mia candidatura ha un senso insieme a quei nomi perché si tratta di persone che sono nate qui e che, a volte, non hanno più legami con il paese d’origine, ma vogliono partecipare ed essere protagonisti sul territorio in cui sono cresciute e vivono».

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