Paolo Borrometi: il giornalista aggredito da uomini incappucciati in Sicilia

Due uomini incappucciati aggrediscono barbaramente un giornalista nella sua villetta. È quanto accaduto qualche settimana fa, mercoledì 16 aprile, in Sicilia, in provincia di Ragusa. Vittima del pestaggio è Paolo Borrometi, direttore del sito di informazione www.laspia.it e collaboratore dell’agenzia di stampa Agi. La vicenda è finita anche in Parlamento. Un nuovo comunicato dei colleghi della della redazione, ricorda oggi quanto di grave accaduto chiedendo inoltre che non si abbassi l’attenzione sul caso.

 

paolo borrometi giornalista aggredito

 

LA BATTAGLIABorrometi – denunciano i giornalisti della redazione de Laspia.it – «stava svolgendo il suo lavoro di denuncia, parlando di omertà e mafia, in un territorio così difficile come quello siciliano e, nello specifico, di Vittoria (Ragusa)». «Da tempo – spiegano – cercava di denunciare e veniva intimidito, prima scritte sulla macchina, poi telefonate anonime, fino ad arrivare a mercoledì. Mercoledì pomeriggio della scorsa settimana, è stato barbaramente pestato da due uomini incappucciati, nella villetta di casa. Stava denunciando un omicidio irrisolto, avvenuto l’anno scorso, nella provincia di Ragusa, a Vittoria, in Sicilia. Probabilmente questo evento nefasto, che ha visto morire un ragazzo di 32 anni (totalmente incensurato) è legato alla criminalità organizzata, alla mafia, e lo aveva raccontato e denunciato anche su Rai2, nella trasmissione ‘I Fatti Vostri’».

L’APPELLO DEI COLLEGHI – In occasione del pestaggio Borrometi sarebbe stato invitato a farsi gli affari suoi. I colleghi e lo stesso giornalista lamentano ora che nessun politico e nessuna Istituzione ha raccolto l’appello a far luce su una misteriosa uccisione e che la stessa notizia dellaggressione subita è passata sottotraccia. «Omertà è mafia», si legge nel comunicato. E il gesto di violenza è stato compiuto da coloro «che Paolo stava combattendo senza paura, loro che vorrebbero togliergli la ‘voce’, pensando che possa bastare ridurlo in una pozza di sangue». Dunque, l’esortazione: «Non lasciamolo solo!». Non resta che aderire all’appello.

(Fonte immagini: ragusatg.it / quotidianodiragusa.it)

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