Stefano Costa: il candidato grillino arrestato per rapina e sequestro di persona

Chi l’avrebbe mai detto? Anche i grillini del Movimento 5 Stelle finiscono in manette con l’accusa di aver commesso gravi reati. È il caso di Stefano Costa, 37enne disoccupato di Campese, in provincia di Vicenza, attivista del meetup di Bassano del Grappa e candidato per il partito di Beppe Grillo alle prossime elezioni amministrative bassanesi per un posto da consigliere comunale. Stamattina i Carabinieri di Cittadella, Padova, lo hanno arrestato nell’ambito di una vasta operazione del Comando provinciale con l’accusa di rapina aggravata, sequestro di persona ed estorsione. Insieme al 47enne veneziano Nerio Corò, libero professionista, anch’egli finito in manette, Costa è infatti ritenuto responsabile del rapimento lampo di un imprenditore padovano avvenuto lo scorso novembre a Bassano.

 

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L’IMBARAZZO PENTASTELLATO – La notizia ha ovviamente lasciato di stucco tutti gli attivisti del Movimento 5 Stelle. Stando a quanto riportano i giornali locali lo scorso 12 aprile Costa era presente al lancio della campagna elettorale pentastellata a Bassano ed era soprannominato «il moralizzatore» per la sua attenzione ai problemi dei più deboli e bisognosi di assistenza. Sul caso si è subito espresso con una nota il senatore grillino Enrico Cappelletti, padovano, eletto nella circoscrizione Veneto, il quale ha fatto sapre che «ovviamente il candidato verrà escluso dalla lista e gli attivisti sceglieranno un altro candidato».

IL SEQUESTRO E LA RICHIESTA DI 200MILA EURO – A quanto si apprende, Costa e Corò avrebbero dopo il sequestro dell’imprenditore avrebbero chiesto alla famiglia il pagamento di una somma di 200mila euro per il rilascio. Si legge su Bassano.net in un articolo a firma di Alessandro Tich:

L’imprenditore era stato contattato dai malintenzionati per un affare e invitato a un appuntamento in una zona appartata nella nostra città. Qui ha trovato uno dei due, che lo ha minacciato con un coltello, imbavagliato e portato in auto dall’altro complice. La coppia di sequestratori, presentatisi come affiliati alla ‘ndrangheta, hanno quindi chiesto per la sua liberazione 200mila euro da pagare entro pochi giorni. Il malcapitato, dopo il suo rilascio, aveva quindi subito diverse minacce dai due indagati per rispettare il pagamento. La vittima tuttavia non si è persa d’animo e si è quindi rivolta ai Carabinieri di Cittadella, che dopo intensificate indagini del Nucleo Operativo e Radiomobile hanno identificato i due presunti sequestratori ed estorsori.

L’operazione dei Carabinieri ha condotto complessivamente a 13 arresti e 19 denunce.

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