«Le diete-anticancro? Solo leggende metropolitane»

Le «diete anti-cancro»? Nella maggior parte dei casi non sarebbero altro che leggende metropolitane. È quel che ha affermato Walter Willett, epidemiologo dell’Università di Harvard, durante il suo intervento al congresso annuale della American Association for Cancer Research. Secondo Willett, infatti, soltanto pochissimi cibi avrebbero una connessione dimostrata sperimentalmente con i tumori, sia in positivo che in negativo.

dieta anti-cancro (1)

LE DIETE ANTI-CANCRO FUNZIONANO DAVVERO? – La tesi espressa dall’esperto è chiara: mentre per alcune patologie ci sono dimostrazioni evidenti del legame tra l’insorgenza e ciò che si mangia, quando si tratta di cancro le prove che frutta e verdura possano proteggere l’organismo almeno tanto quanto i grassi siano «cattivi» si fanno nettamente più scarse. Anche se ci sarebbero un paio di punti fissi: «L’unica cosa che si può dire con certezza è che il controllo dell’obesità è importante – ha spiegato Willet, il cui intervento è stato citato dal New York Times – Anche evitare l’alcol ha un chiaro effetto benefico, ma a meno che una persona non sia seriamente malnutrita l’influenza di un cibo specifico sul rischio è statisticamente molto bassa».

EFFETTI CONFONDENTI – Le tanto sponsorizzate diete «anti-cancro», quindi, si baserebbero più che altro su quelli che gli scienziati chiamano «effetti confondenti» che possono contribuire ad abbassare il fattore di rischio solo in parte: «Una persona che mangia molta frutta e verdura – spiega ancora Willet – Sarà tendenzialmente più magra e tenderà a fare più movimento, tutti fattori che da soli contribuiscono a diminuire il rischio. In altri casi invece l’effetto è limitato. Un cinquantenne che mangia 120 grammi di carne al giorno aumenta il rischio di tumore del colon nel decennio successivo dall’1,28 all’1,78%, una variazione che ha valore se si considerano grandi popolazioni ma che ha poco effetto per una singola persona».

 

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CIBI ANTI-CANCRO: «NON CI SONO PROVE SULLA LORO EFFICACIA» – Le «diete anti-cancro», diventate popolari a partire dai primi anni del Duemila, si sono sviluppate partendo da uno studio, pubblicato nel 1997 dal World Cancer Research Fund e dall’American Institute for Cancer Research: in questa ricerca, che conteneva oltre 4.000 studi differenti, gli autori sostenevano che il cancro si potesse evitare con una dieta «corretta». Le verdure a foglia verde per combattere il cancro ai polmoni e quello allo stomaco, broccoli, cavoli e cavoletti di Bruxelles per allontanare il rischio di cancro alla tiroide; e via dicendo per cipolle, pomodori, aglio, carote e agrumi. Sulla base di questo studio cominciarono a moltiplicarsi diete più o meno equilibrate da un punto di vista nutrizionale, pronte a proteggere dal cancro chiunque le avesse seguite con dovizia e impegno. Dieci anni più tardi, lo studio è stato rivisto alla luce dei progressi compiuti dalla medicina: nonostante le proprietà benefiche di alcuni alimenti non siano state messe in discussione, gli esperti hanno concluso che «non ci sono prove convincenti che certi cibi possano realmente fornire una protezione contro il cancro».

(Photocredit: Thinkstock)

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