Spesometro: i controlli per gli acquisti da 3600 euro in su

Automobili, gioielli, accessori, viaggi e altri acquisti di lusso da parte dei contribuenti sotto osservazione. Scatta oggi lo “spesometro“, lo strumento a disposizione dell’Agenzia delle Entrate per tracciare i profili fiscali e controllare le spese realizzate nel 2013, con un costo pari o superiore ai 3600 euro. Se non saranno congrue rispetto al reddito, il Fisco chiederà spiegazioni. In modo da accertare possibili evasioni fiscali. Come ha spiegato il Corriere della Sera, due saranno le scadenze previste, con l’obbligo di comunicare le vendite: entro oggi per chi liquida l’Iva ogni tre mesi, mentre entro il 30 aprile per gli operatori finanziari, attraverso i quali passano i pagamenti per acquisti dai 3.600 euro in su, realizzati con carta di credito e bancomat.

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SPESOMETRO: CONTROLLI SU ACQUISTI DA 3600 EURO IN SU –  Gli acquisti dovranno corrispondere al tenore di vita dei contribuenti, altrimenti bisognerà spiegare in che modo si è riusciti a realizzare determinate spese.  Il quotidiano di Via Solferino ha precisato che bisognerà comunicare all’Agenzia delle entrate sia le prestazioni rese che quelle ricevute:

«I commercianti, per esempio, dovranno comunicare tutte le vendite emesse con fattura. Ma non basta: nel caso dei commercianti al dettaglio, lo spesometro scatta solo se le operazioni per le quali non c’è l’obbligo di fattura (ma documentate da scontrino o ricevuta fiscale) hanno un importo pari o superiore ai fatidici 3.600 euro. Per questo chi compra automobili, gioielli, abbigliamento e accessori di lusso o chi paga viaggi costosi o iscrizioni a club sportivi finirà sotto la lente d’ingrandimento del Fisco. I commercianti, le imprese e gli operatori finanziari che venderanno questi beni sono obbligati a comunicarlo al Fisco. Sono esonerate dallo spesometro le cessioni all’esportazione effettuate dalle imprese, le importazioni e gli acquisti intracomunitari che sono già soggetti ad altre rilevazioni da parte dell’anagrafe tributaria», si legge.

I CONTROLLI DEL FISCO – Grazie ai dati raccolti, l’Agenzia delle entrate avrà a disposizione gli identikit fiscali dei contribuenti. Per quanto riguarda le aziende, il Fisco conoscerà così partner commerciali, fornitori, banche con le quali operano. L’obiettivo? Scovare possibili evasioni. Ma lo spesometro sarà uno strumento di accertamento anche per i singoli contribuenti, con lo scopo di verificare la proporzione tra tenore di vita e reddito dichiarato. Già nel 2010 erano finite sotto osservazione le spese da 25 mila euro in su, ma la quota veniva considerata troppo altra per «stilare delle griglie fedeli al reale», come ha spiegato il Corriere della Sera. Al di là dell’importo, riguarderanno tutti le comunicazioni delle operazioni fatturate, con la sola eccezione delle agenzie di viaggio e dei commercianti al dettaglio. Soltanto per il 2013, per queste categorie varrà la soglia dei 3.600 euro.

Spesometro
Photocredit: Corriere della Sera

LE SCADENZE – Entro il 30 aprile banche e operatori finanziari dovranno comunicare all’Agenzia delle Entrate i dati di chi ha realizzato l’acquisto, gli importi della transazione, la data e il codice fiscale dell’operatore attraverso il quale è avvenuto il pagamento elettronico. Esonerate le società di leasing e di noleggio (compilano già l’apposita dichiarazione), mentre chi utilizza determinati beni a noleggio o in leasing avrà già effettuato la dichiarazione polivalente (era prevista il 10 aprile scorso la scadenza, ndr). Anche le imprese agricole avranno l’obbligo di rispondere alle richieste del Fisco, sia per gli acquisti che per le vendite. Da oggi quelle in regime di esonero Iva (con un volume d’affari dichiarato nel 2012 non superiore a 7 mila euro) saranno chiamate a comunicare all’Agenzia delle entrate l’elenco di clienti e fornitori utili ai fini dello spesometro:

 «Alcune delle comunicazioni delle imprese agricole sono quelle che aiutano a individuare le spese sostenute dai contribuenti e rilevanti ai fini dell’accertamento sintetico: per esempio le spese nei ristoranti o negli agriturismi. Ma l’agricoltore può essere a sua volta oggetto di attenzioni in base alle spese che sostiene. In questo caso l’esempio limite riguarda il terreno che è contemporaneamente un investimento e un bene strumentale. Per questo l’agricoltore deve sempre essere in grado di fornire la provenienza delle somme utilizzate per l’acquisto. Altra particolarità del settore agricolo riguarda abitazioni e automobili: si tratta di beni che non è facile assegnare alla sfera personale o a quella lavorativa. Per questo le case situate su un fondo agricolo e utilizzate come abitazioni non dovrebbero essere acquisite per intero come fonti di presunzione di reddito a carico dell’acquirente», ha concluso il Corriere della Sera.

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