La chirurgia estetica sudcoreana

Dei problemi d’immagine dei nordcoreani, o meglio, dell’unica signorina nordcoreana che se li possa permettere, Kim Jong-un, sapevamo. Dobbiamo però riconoscere, per amor di giustizia, che anche i confratelli sudcoreani non scherzano. Sembra infatti che i chirurghi estetici sudcoreani siano dei veri e propri maghi. Alla loro maestria ricorrono non solo le compatriote, ma anche le signore e signorine giapponesi e cinesi. E bisogna ammettere che i risultati sono spettacolari, qualunque sia il giudizio propriamente estetico che se ne possa dare. Occhi così ridicolmente a mandorla da essere ridotti a fessure? Zigomi sporgenti come bastioni di fortezze? Volti larghi da contadinotte dei bei tempi antichi? Mascelle volitive come quelle di un macho? Guance troppo paffute o troppo incavate? Menti troppo deboli o troppo pronunciati? I chirurghi sudcoreani non si fermano davanti a nulla: spianano, piallano, levigano, gonfiano, sgonfiano, ingrandiscono, riducono, ridisegnano. Il risultato è assicurato: ne uscirete fuori, care e temerarie signorine asiatiche, con una faccia che non riconoscerete, una faccia da bambolina sexy in 3D, con gli occhi un po’ troppo tondi, ed un viso un po’ troppo a forma di arco acuto rovesciato, di una dolcezza priva di carattere, gracile, da bestiolina remissiva. Per quel che mi riguarda, è un trattamento che perdonerei solo a donne con le quali la natura è stata talmente matrigna da aver avuto la meglio su una commovente fede nella cecità dell’amore e su un’eroica mancanza di suscettibilità: ci vuole una bella faccia tosta anche solo per andare in giro con una faccia da replicante; per farlo poi con la consapevolezza che il modello è unico e senza optional, ci vuole davvero un coraggio leonino.

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