L’Europa apre ai carburanti alternativi

L’Unione Europea crede nei carburanti alternativi. E per dimostrarlo l’assemblea plenaria di Strasburgo ha approvato l’accordo tra Parlamento, Consiglio e Commissione sulla Direttiva per lo sviluppo di un’infrastruttura per i carburanti alternativi nei trasporti, ovvero metano ed energia elettrica.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

IL PROVVEDIMENTO A FIRMA DI CARLO FIDANZA – Come spiega Europarlamento il testo, a firma dell’italiano Carlo Fidanza, prevede che entro il 2020 tutti gli stati debbano garantire un numero adeguato di stazioni di ricarica per auto elettriche e di rifornimento per auto a metano nei nodi urbani ed extra-urbani. Entro il 2025, invece, la previsione riguarderà anche tutte le autostrade della rete prioritaria Ten-T relativa ai corridoi europei. E sempre entro il 2025 i porti Ten-T selezionati dagli stati membri dovranno dotarsi di terminali atti a ricevere il gas naturale liquefatto (Gnl), prodotto che in futuro rappresenterà un’alternativa concreta al gasolio sia per la navigazione sia per l’autotrazione.

LA STANDARDIZZAZIONE DEI CONNETTORI – La direttiva è stata approvata dall’assemblea di Strasburgo con 622 voti a favore, 29 contrari e 20 astenuti. Il relatore, Carlo Fidanza, ha spiegato che in questo modo l’Europa «chiede agli Stati membri di sostenerne la diffusione e ai produttori di veicoli, navi, componentistica e alle aziende energetiche, di investire con forza su un trasporto sempre più pulito». Prevista inoltre una sorta di standardizzazione dei connettori di ricarica per le auto elettriche, visto che è stato individuato un formato standard che nelle intenzioni dovrebbe migliorare la diffusione di tali vetture, con uno sguardo particolare alla filiera produttiva del nostro Paese.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

EUROPA DIPENDENTE DAL PETROLIO PER IL 94 PER CENTO – A confermarlo è lo stesso Fidanza che ha spiegato come con il dossier votato si siano tutelate le priorità italiane «a partire dalla filiera del gas naturale e dalla produzione dei connettori elettrici di cui le aziende italiane sono leader mondiali». Segno che l’Europa può rappresentare un’opportunità, a patto di saperla sfruttare bene. Ma rimanendo sul tema della diffusione di carburanti alternativi per l’autotrazione, questo provvedimento si propone di modificare radicalmente lo status quo. Come spiega Greenreport, a oggi il trasporto nei paesi dell’Unione dipende al 94 per cento dal petrolio. E di questo, l’84,3 per cento, viene importato. Segno che al di là del rispetto dell’ambiente, è importante cambiare anche per rendere l’Europa meno dipendente dagli approvvigionamenti esterni.

PREZZI DEI CARBURANTI IN AUMENTO – L’obiettivo è quello di superare il petrolio, ma certo il meccanismo non appare tanto semplice. Quotidiano Energia ci ricorda che a pochi giorni dalle vacanze di Pasqua i carburanti stanno nuovamente rincarando, nonostante secondo le statistiche, nonostante la possibilità di poter spendere molti giorni in vacanza, gli italiani viaggeranno poco o nulla per risparmiare e mettere da parte denaro a causa della crisi. Emerge così che Eni ha ritoccato i prezzi con un aumento di 0,5 centesimi su benzina e diesel, Ip ha portato l’asticella verso l’alto per 1 e 0,5 centesimi mentre Tamoil e Q8 hanno aggiunto un centesimo sulla benzina verde.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

UNA DIPENDENZA DA LIMITARE – E dai dati da Qualenergia raccolti sul prezzo medio della benzina al 16 aprile si ottiene uno spaccato dei prezzi che dimostra come i carburanti costino ancora molto, anche se il loro prezzo al litro a causa della scarsità di domanda è il più basso degli ultimi tre anni.

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E se colleghiamo tali prezzi alla tipologia del parco auto circolante oggi in Europa ed alla necessità d’importare buona parte della materia prima, si capisce quale sia l’urgenza, ovvero quella di garantire all’Europa un approvvigionamento diverso che punti tutto sulle fonti alternative.

LE CONDIZIONI – Quattroruote aggiunge che secondo la direttiva in questione, saranno i Paesi a definire il numero dei punti di ricarica per le auto elettriche in base alle previsione di vendita. Tuttavia secondo l’advisor della ommissione Trasporti del Parlamento Ue, Andrea Zanaglio, «i punti di ricarica negli agglomerati urbani e suburbani dovranno essere almeno uno ogni dieci auto elettriche». Le colonnine dovranno essere dotate di prese di tipo 2 per quanto riguarda quelle normali, mentre quelle ad alta potenza dovranno essere dotate di connettori Combo 2. Per quanto riguarda il gas naturale, i paesi membri dovranno definire entro il 2020 il numero d’impianti presenti nei centri urbani e suburbani. Dal 2025 in poi verrà ammessa una massima distanza tra un distributore ed un altro di 150 chilometri.

L'Europa apre ai carburanti alternativi

LIBERTÀ AI SINGOLI PAESI – Nel testo approvato a Strasburgo si parla anche di Gpl. Tuttavia la direttiva non prevede obiettivi infrastrutturali ma invita i paesi membri a riflettere sul mercato. E la stessa cosa vale anche per l’idrogeno. Vengono previsti entro il 2025 punti di rifornimento ma tali impostazioni sono riservate solo agli Stati che ritengono opportuno investire su tale fonte di energia. In sostanza, viene lasciata molta libertà d’azione ai singoli Paesi, i quali sono chiamati a definire il loro impegno prima di applicare la normativa. E quest’impostazione si vede anche nella copertura del provvedimento, che non viene garantita dall’Europa. Perché la direttiva non prevede finanziamenti.

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