Ecco un esempio lampante di come la tediosa ed ottusa Italia migliore non solo non capisca, ma non voglia assolutamente capire Berlusconi. Insomma, c’è questa vignetta: una coppia di vecchietti sulla sedia a rotelle e con la classica coperta sulle gambe. Il vecchietto dice alla vecchietta: «Oggi pomeriggio viene il Berlusconi.» La vecchietta, che sicuramente è di sinistra nonostante l’età veneranda, giacché legge un libro e usa un linguaggio da maschiaccio, risponde: «Che palle.» Io sono invece fermamente convinto che un giorno solo alla settimana in casa di riposo per il condannato Berlusconi sia troppo poco. Lo dico da suo estimatore. Deve convincersene anche lui. Silvio dà il meglio di sé quando intrattiene, quando lo lasciano fare, quando improvvisa, e quando non ha un obbiettivo particolare: è la convivialità in persona. In compagnia dei vecchietti, si sentirà il primo della compagnia. Farebbe lo stesso coi barboni. Si divertirà un sacco, con l’amabilità che gli è propria, nel raccontare le fantasmagoriche avventure della sua vita e le tremende persecuzioni subite. Avrà un pubblico. Canterà canzoni francesi, e declamerà poesie, così, a braccio, meglio ancora se con parecchie licenze poetiche. Sarà un one-man show. Farà, su questo non c’è alcun dubbio, il cascamorto con le vecchiette, perché in loro, nonostante gli insulti del tempo e magari pure un principio di demenza senile, vedrà prima di tutto delle donne. Vorrà conquistarle tutte, pel piacer di porle in lista, e si sentirà in dovere poi, magnanimamente, di spiegare il segreto dei suoi successi ai vecchietti; i quali di sicuro non mancheranno di pensare e di dire: «chel lì l’è matt!»; ma solo per arrendersi con un minimo decoro alla parlantina del terribile vecchietto di Arcore. Ah, se si potesse farne un reality, o qualcosa del genere! Sarebbe la sua vera campagna elettorale. Perfino Renzi tremerebbe.

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