Adam Mada Kabobo condannato a vent’anni di carcere

È stato condannato a 20 anni di reclusione Adam Mada Kabobo, il ghanese di 31 anni che nel maggio dell’anno scorso uccise tre persone a picconate a Milano. Il gup di Milano Manuela Scudieri, che ha condannato Adam Kabobo a 20 anni di carcere, ha anche disposto per lui 3 anni da passare in una casa di cure e custodia come misura di sicurezza dopo l’espiazione della pena. Il giudice nel processo con rito abbreviato con al centro i tre omicidi a colpi di piccone ha accolto, in sostanza, la richiesta di condanna del pm di Milano Isidoro Palma.

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KABOBO CONDANNATO: IL RISARCIMENTO BEFFA – E’ molto probabile che, dopo che la condanna per Adam Kabobo, il ghanese che ha ucciso tre passanti a colpi di piccone, diventerà definitiva, alcuni dei familiari delle vittime intenteranno una causa civile contro il Ministero dell’Interno per chiedere un risarcimento danni. Oggi il gup, infatti, ha riconosciuto risarcimenti alle famiglie delle tre persone ammazzate, risarcimenti, però, che resteranno solo ‘sulla carta’ perché il ghanese è nullatenente. Intanto su Twotter è un fioccare di cinguettii di indignati:

 

KABOBO CONDANNATO: I LEGALI «NO AL CARCERE» – «Aspettiamo le motivazioni e poi andremo in appello». Così i legali di Adam Kabobo, il ghanese condannato oggi a 20 anni di carcere per aver ucciso tre passanti a picconate, hanno preannunciato che ricorreranno contro la sentenza del gup di Milano Manuela Scudieri. I difensori, gli avvocati Benedetto Ciccarone e Francesca Colasuonno, infatti, avevano chiesto l’assoluzione con il riconoscimento del vizio totale di mente. E hanno ricordato ai cronisti che pende in Cassazione (udienza fissate per il 30 maggio) la loro istanza, bocciata in passato dal gip e dal Riesame, per chiedere il trasferimento del ghanese dal carcere di San Vittore in un ospedale psichiatrico giudiziario, sempre in regime di custodia cautelare, dove l’uomo potrebbe essere meglio curato e seguire «un percorso riabilitativo». Dopo la sentenza, hanno chiarito i difensori, «abbiamo spiegato tutto quello che è successo a Kabobo». E ancora: «Noi riteniamo che il carcere non sia il luogo adatto per curarlo e ci auguriamo che venga trasferito». Riguardo ai tre anni da passare in una casa di cura e custodia dopo l’espiazione della pena (misura di sicurezza disposta dal gup), i legali hanno precisato che «la misura, in realtà, può poi essere rinnovata anche per altri anni, dipenderà dalle condizioni psichiche di Kabobo».

KABOBO CONDANNATO: LA DIFESA PUNTA ALL’APPELLO – «Kabobo non ha espresso nulla al momento della lettura della sentenza. «Al momento della lettura della sentenza, non ha avuto nessuna reazione particolare, si è soltanto informato per capire cosa avessero deciso i giudici». Così l’avvocato Francesca Colasuonno descrive la reazione di Adam Kabobo quando il gup di Milano lo ha condannato a venti anni di carcere e a tre anni di casa di cura e custodia per avere ucciso a colpi di piccone dei passanti a Milano. «La pena è quella che ci aspettavamo – afferma Colasuonno, insieme all’altro legale, Benedetto Ciccarone – aspettiamo le motivazioni e poi faremo appello». I legali punteranno a far riconoscere l’infermità totale del loro assistito nel giudizio di secondo grado.

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KABOBO CONDANNATO: INDIGNATO SALVINI -Matteo Salvini, Lega Nord è indignato: «KABOBO “semi-infermo” di mente condannato a soli 20 anni di galera, Berlusconi ai servizi sociali, 19.000 clandestini sbarcati di recente, 21 Indipendentisti ancora in galera senza aver fatto male a nessuno. Che schifo».

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KABOBO CONDANNATO: I PARENTI DELLE VITTIME – «In qualsiasi altro Paese, come negli Stati Uniti, Kabobo sarebbe stato condannato alla pena di morte o all’ergastolo». Esprime amarezza Andrea Masini, il figlio di Ermanno Masini, una delle vittime delle picconate, subito dopo la lettura della sentenza con cui è stato condannato a vent’anni di carcere e a tre anni di casa di cura e custodia Adam Kabobo. «Non ce l’ho con il giudice, che era obbligato a pronunciare questa sentenza, visto il riconoscimento della semi infermita’ mentale e il rito abbreviato, ma ce l’ho con lo Stato italiano che fa entrare i clandestini e non li segue», spiega Masini. «Era le sentenza che mi aspettavo – aggiunge – non sono sorpreso, ma se penso che vent’anni di carcere sono sei anni a omicidio, dico che in un Paese normale non è giustificabile». Ma in relazione al risarcimento che il giudice gli ha concesso, Masini sottolinea che «mio padre non è monetizzabile, lo Stato dovrebbe risarcirmi in automatico, non dovrei essere io a chiedere a Kabobo che è nullatenente». Indignato anche Roberto Maroni: «Kabobo condannato a 20 anni. Per meritarsi l’ergastolo oggi non basta più neppure ammazzare a picconate 3 persone innocenti».

 

KABOBO CONDANNATO: L’OPINIONE DI CORATO (FDI) – «Meno male, questo speravamo: il massimo della pena per Kabobo. Dunque dispiace solo per il riconoscimento della semi-infermita’ mentale, che ha contribuito a togliere anni di carcere alla sentenza», afferma Riccardo De Corato, capogruppo di Fratelli d’Italia al Consiglio regionale della Lombardia, che ha diramato una nota subito dopo la notizia della condanna a 20 anni di carcere per Adam Kabobo. «Si meritava di rimanere in galera a vita – aggiunge l’ex vice-sindaco di Milano – ma con la procedura del rito abbreviato la pena si riduce automaticamente».

KABOBO CONDANNATO E L’INTERPRETE: «SI SENTE SOLO» – «Mi ha detto che si sente solo, che non capisce perché si trova da solo in cella». Lo ha raccontato ai cronisti Nancy Asare, interprete ghanese che ha avuto modo di parlare nel corso delle udienze del processo con Adam Kabobo. «Ha un livello di alfabetizzazione bassissimo – ha spiegato – ha fatto 4-5 anni di scuola elementare, parlavo con lui dialetto ghanese e un po’ di inglese».

KABOBO: LA SENTENZA – A stabilire la sentenza il gup di Milano Manuela Scudieri. Il giudice si è ritirato in Camera di Consiglio per circa mezz’ora. Il pm Isidoro Palma ha chiesto vent’anni di carcere per l’immigrato con il riconoscimento della semi-infermità mentale mentre i difensori del ghanese hanno chiesto per lui l’assoluzione con il riconoscimento del vizio totale di mente. l pm di Milano Isidoro Palma nel chiedere la condanna a vent’anni di carcere per Mada Kabobo, il ghanese che lo scorso 11 maggio ha ucciso tre persone a colpi di piccone, ha sottolineato che uno dei possibili moventi del triplice omicidio è stato ”il rancore verso la societa”’ dell’immigrato che si sentiva escluso. Secondo il pm Kabobo avrebbe agito anche con una ”finalità depredatoria” anche perché dopo aver ucciso i passanti gli ha rubato i cellulari. Il ghanese, inoltre, avrebbe agito con ”lucidità”. Sotto i colpi di Kabobo morirono il giovane Daniele Carella di 21 anni, Alessandro Carolè di 40 anni e il pensionato Ermanno Masini di 64 anni.

KABOBO CONDANNATO: I FATTI – Il ghanese lo scorso maggio uccise tre passanti a Milano a colpi di piccone. Erano passate da poco le 6.30 del mattino quando, in un quartiere periferico di Milano Kabobo ha cominciato a colpire i passanti, per fortuna rari, trovati in strada a quell’ora ferendone tre rispettivamente in piazza Belloveso, in via Adriatico e in via Monterotondo. Secondo il rapporto disposto dal gip l’uomo era in grado di volere e la sua capacità di intendere, benché “grandemente scemata”, non era totalmente assente. Kabobo ha sempre affermato di aver sentito delle voci nella sua testa che gli dicevano di uccidere. Nel documento, si legge che l’uomo «è capace di partecipare coscientemente al procedimento». «Queste voci – spiegò al tempo l’aggressore – mi dicevano che la popolazione africana, la parte del Nord, anche loro stavano uccidendo le persone a picconi quindi mi sono sentito anche io di fare la stessa cosa». Il ghanese raccontò come nessuno tentò di fermarlo durante le sue aggressionie aggiunse: «Ho capito che quello che facevo non era una bella cosa, quindi ho smesso. Visto che sono io il creatore e poi dormivo in mezzo alla strada, avevo freddo, non avevo da mangiare… Tutti questi problemi li ho accumulati e mi hanno condotto a fare quello che ho fatto».

CONDANNATO KABOBO: NUOVO PROCESSO IN ARRIVO – Si avvicina un altro processo per Adam ‘Mada’ Kabobo, il ghanese condannato oggi a 20 anni di carcere per triplice omicidio con il riconoscimento della semi-infermita’ mentale. Il pm di Milano Isidoro Palma, infatti, ha chiuso le indagini a carico dell’uomo con l’accusa di tentato omicidio (inizialmente erano state contestate le lesioni) per le aggressioni nei confronti di due passanti che rimasero feriti ma riuscirono a salvarsi: Andrea Carfora, 23 anni, colpito con una spranga di ferro, e Francesco Niro, colpito a picconate. La chiusura delle indagini prelude alla richiesta di rinvio a giudizio.

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LA STORIA DI MADA KABOBO – Nel processo con rito abbreviato davanti al gup di Milano Manuela Scudieri, il pm al termine della requisitoria ha chiesto di condannare a vent’anni di carcere Kabobo applicando lo ‘sconto’ della seminfermita’ mentale. Inoltre, secondo il pm, Kabobo dopo aver espiato la pena dovra’ passare sei anni in una casa di cura e custodia come misura di sicurezza. Nella scorsa udienza il giudice aveva detto “no” alla richiesta della difesa di un supplemento di perizia psichiatrica, dopo che una perizia disposta in fase di indagini e depositata lo scorso ottobre aveva riconosciuto che Kabobo non era totalmente incapace di intendere e di volere ma soltanto semi infermo di mente, perche’ soffre di una forma di ”schizofrenia paranoide”.

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