Giusi Nicolini, la rinuncia alla candidatura alle Europee e il «caso Sicilia»

Dalla segreteria nazionale del Pd le avevano assicurato il posto come capolista nella circoscrizione “Isole”, con Davide Faraone arrivato fino a Lampedusa per chiederle di accettare la candidatura alle Europee. Dopo la direzione di ieri, il sindaco dell’isola siciliana Giusi Nicolini si è ritrovata terza, dietro il magistrato Caterina Chinnici e Renato Soru. Fino alla decisione di rinunciare. Niente corsa per un posto a Strasburgo: «Sono prevalse altre logiche, rispetto a quelle che mi avevano spinto ad accettare», ha denunciato, di fronte alla battaglia interna in casa dem. Emersa tra le polemiche di una direzione durata più di due ore, con il “caso Sicilia” protagonista e il nuovo scontro tra il governatore Rosario Crocetta e il neo segretario regionale Fausto Raciti, già in rotta dopo il rimpasto operato dal presidente della Regione in giunta.

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GIUSI NICOLINI E LA RINUNCIA ALLA CANDIDATURA PER LE EUROPEE CON IL PD – Con un comunicato, il sindaco di Lampedusa non ha nascosto la sua amarezza per le decisioni della direzione nazionale, spiegando com’era nata la sua candidatura e le ragioni della rinuncia: «Domenica scorsa, dopo una lunga riflessione e insistenti inviti, avevo accettato di candidarmi come capolista con il Pd nella circoscrizione Sicilia-Sardegna, ritenendo che fosse una scelta dal forte valore simbolico. Un riconoscimento per Lampedusa e la mia comunità, l’affermazione della centralità del Mediterraneo in Europa». Peccato che durante la riunione interna per l’approvazione delle liste tutto sia cambiato, rispetto alle indicazioni della vigilia. Quanto è accaduto, secondo Nicolini, «priva di significato la candidatura» stessa, spingendola a farsi da parte. Senza voler entrare nelle dinamiche interne di un partito del quale, ha ribadito, non fa parte. «Matteo Renzi è il premier, ma non è il mio segretario. Io non sono del Pd», ha spiegato, non volendo commentare lo scontro Raciti-Crocetta. «Queste polemiche non mi appartengono. Non le capisco, non fanno parte della mia cultura. Sono estranea a queste logiche», ha continuato.

Giusi Nicolini

NIENTE EUROPEE PER GIUSI NICOLINI – Alla luce di quanto emerso, presentarsi alla sfida delle Europee per il sindaco di Lampedusa non era più prioritario: «L’impegno personale sui temi incarnati dall’isola posso continuare a onorarlo da sindaco, così come ho fatto dal giorno del mio insediamento. Tuttavia sono sicura che, durante la presidenza italiana del prossimo semestre europeo, il Governo terrà fede agli impegni assunti a ottobre di fronte alle 366 bare allineate nel piccolo aeroporto di Lampedusa. Sono certa che non dimenticherà i tanti bisogni della mia comunità e non abbandonerà mai più le isole Pelagie alla solitudine in cui sono state relegate per troppo tempo», ha continuato Nicolini. Sul suo nome ieri si erano scontrati anche il presidente della regione Sicilia, Rosario Crocetta, e il neo segretario del Pd, Fausto Raciti. Il governatore aveva contestato lo spostamento del sindaco in favore di Caterina Chinnici, ricordando come la figlia del magistrato assassinato dalla mafia, avesse «fatto parte della giunta Lombardo». Critiche mal sopportate dal segretario locale, che aveva invitato il governatore a «vigilare se nella sua giunta non ci fossero casi più gravi». Una riedizione dello scontro avvenuto pochi giorni fa in occasione del rimpasto, nell’ormai cronica lotta tra Crocetta e il Pd siciliano, che già in passato aveva minacciato di togliere l’appoggio alla Giunta. Un esecutivo dal quale i democratici, pur senza strappi definitivi, hanno preso le distanze. «Siamo contenti che il presidente Crocetta parteciperà alla Direzione nazionale: sarà quella la sede migliore per spiegare il colpo di mano con il quale ha formato in Sicilia un governo regionale, partorito in totale spregio delle decisioni degli organismi regionali del Partito democratico, nonché privo del sostegno dei numeri all’Assemblea regionale», avevano dichiarato prima della direzione  i parlamentari siciliani, contestando il Crocetta bis.

Giusi Nicolini Crocetta Raciti

LO SCONTRO RACITI-CROCETTA – Ieri, in occasione della partita delle candidature per le Europee, il nuovo scontro tra il governatore e il segretario dem. Con Raciti che voleva sfilarsi per lasciare il posto all’ex capogruppo del Partito democratico all’Ars, Antonello Cracolici. E Crocetta che spingeva, a quel punto, per sostituire Nelli Scilabra – la giovane assessore alla Formazione, confermata all’Ars dopo il rimpasto – con il senatore Beppe Lumia. Ovvero, uno degli sponsor di quel governo Lombardo al quale partecipò il Pd del tandem Antonello Cracolici e Giuseppe Lupo (ex segretario regionale). Con poca coerenza, hanno denunciato i detrattori del governatore, rispetto alle polemiche sulla Chinnici capolista, dato che il “presidente della “rivoluzione” promessa nell’isola aveva contestato al magistrato proprio la vecchia appartenenza alla giunta del governatore condannato per mafia (Chinnici fu nominata nel 2009 assessore regionale alla Famiglia e autonomie locali, poi alla Funzione pubblica, fino al 2012, ndr). Dopo le polemiche in direzione, alla fine Faraone ha chiesto che le liste per le Europee fossero votate senza che si tenesse conto delle richieste di Raciti e Crocetta. Raggiunta l’unanimità – con la promessa di Guerini di confrontarsi con i vertici locali del partito in Sicilia – la questione si è così chiusa. Comprese le polemiche sulla capolista. Fino alla decisione di Giusi Nicolini di rinunciare alla candidatura, sullo sfondo di un partito dove lo scontro tra correnti resta ancora una pratica quotidiana.

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ANCHE MICHELE EMILIANO RINUNCIA – Dopo l’uscita dalle liste democratiche per le prossime Europee da parte del sindaco di Lampedusa Giusi Nicolini, anche il sindaco di Bari Michele Emiliano ha deciso di rinunciare alla candidatura. «Ho accettato di fare il capolista perché me lo ha chiesto Matteo, adesso che la scelta è diversa la mia candidatura è superflua», ha scritto su Twitter il sindaco del capoluogo pugliese e segretario del Pd regionale. Già dopo la direzione nazionale di ieri erano emerse le voci sui malumori di Emiliano per la decisione di affidare a Pina Picierno la posizione di capolista nella circoscrizione “Sud”. Una scelta che aveva relegato il sindaco al secondo posto. «Mi candidavo perché me lo hanno ordinato – ha proseguito Emiliano, sempre su Twitter – adesso meglio votare le donne per dimostrare che facciamo sul serio». Ieri sera la segreteria del Pd della Puglia gli aveva chiesto di rinunciare alla candidatura per dedicarsi alle Regionali del 2015, ma lui aveva reagito invitando i militanti a mantenere la calma in attesa di prendere una decisione insieme a Matteo Renzi.

 

Su Twitter c’è chi ha criticato Emiliano per la decisione di rinunciare alla candidatura: «Se a Michele Emiliano non piace essere il secondo in lista alle europee, stia a casa. Ed eviti di presentarsi alle regionali», si legge. «E qui si sbaglia, ti faro vedere io alle regionali», ha replicato Emiliano.

 

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