Il Tigullio e la scissione da Genova città metropolitana

10/04/2014 di Maghdi Abo Abia

Tra le tante polemiche che ha portato la legge che annunciato la rimodulazione delle province che diventano aree vaste e la conseguente nascita di 13 città metropolitane emerge il fastidio di coloro che si trovano loro malgrado a perdere un’autorità che garantiva un controllo sul territorio ed un legame con la Regione di appartenenza, con la paura che con questo taglio si rischi di essere vittima della propaganda, a tutto svantaggio del territorio.

Palazzo Doria-Spinola, sede della Provincia
Palazzo Doria-Spinola, sede della Provincia

LA PROTESTA DEL LEVANTE LIGURE – Ed è questa la paura del Tigullio e del levante ligure. Per chi non lo sapesse, con questi due termini si indica quella porzione di Liguria che comprende l’area tra Rapallo e Sestri Levante, allungandosi fino a Moneglia. Questa zona, inclusa nella provincia di Genova, dovrà cadere necessariamente nell’influenza di Genova Città Metropolitana. E gli amministratori locali non nascondono le proprie perplessità per una decisione che rischia di trasformare una costituenda entità in un carrozzone che non aiuterà nessuno. Si perché il territorio costituendo coprirà l’intera provincia di Genova, che si estende da Masone fino a Moneglia, includendo la strada delle gallerie ed arrivando al confine con Deiva Marina, primo comune in provincia de La Spezia.

LE CARATTERISTICHE DELL’AREA – L’area metropolitana del capoluogo ligure sarà di 4.164,60 chilometri quadrati ed ospiterà 1.500.000 abitanti. Ed il problema maggiore è rappresentato proprio dalla vastità del territorio. Perché se ad un capo c’è Moneglia, dall’altro ci saranno Masone ed Isola del Cantone, confinanti con il Piemonte e distanti rispettivamente 90 e 87 chilometri. La fascia costiera sarà interamente urbanizzata, eccezion fatta per il parco regionale di Portofino, ed al suo interno includerà i parchi regionali del Beigua, dell’Antola, dell’Aveto, del Bric Tana, di Piana Crixia, di Capanne di Marcarolo. Tutta l’area sarà caratterizzata dalla presenza d’industrie importanti come la Bombardier di Vado, la Fincantieri di Sestri Levante e della logistica legata al porto di Genova.

Il Tigullio e la scissione da Genova città metrpolitana

I DUBBI – Non mancherà il nodo infrastrutture con le autostrade A26, A7 e A12, caratterizzate dall’orografia irregolare come nel caso delle linee ferroviarie che fanno capo alle stazioni di Genova Piazza Principe e Genova Brignole. E sopratutto bisogna considerare il nodo legato al rapporto tra Genova e gli altri grandi centri della costituenda città metropolitana come Recco, Rapallo. Chiavari, Sestri Levante. Ed i primi cittadini di queste località, insieme ai loro omologhi dei centri più piccoli, temono che la nuova entità possa rappresentare un problema per tutti coloro che dovrebbero rivolgersi al Comune di Genova per questioni fin qui ignorate dalla municipalità della Superba. E tale pensiero si riscontra anche parlando con gli abitanti del luogo che temono per l’integrità del loro tessuto, sostenendo che un’eventuale città metropolitana potrebbe ripetere l’esperienza avuta con la Grande Genova, quando vennero inclusi nel territorio comunale Quinto, Sturla e Nervi, con enormi problemi per questi ultimi.

L’IDEA DELLA SCISSIONE – Ed ecco che nasce l’idea, basata sull’articolo 133 della Costituzione, ovvero ipotizzare la nascita di una nuova provincia, del Tigullio, che raccolga quelle che sono le esigenze di un territorio che si sente privato dell’interlocutore storico responsabile delle infrastrutture e dello sviluppo della loro area. La proposta, lanciata dal sindaco di Chiavari, Roberto Levaggi, in pochi giorni ha accolto numerose adesioni, mentre altri sono pronti a raccogliere firme per un referendum come nel caso di Cogoleto. Tigullionews ci parla dell’intenzione del sindaco di Chiavari di seguire quanto espresso dai consiglieri regionali Ezio Chiesa (Liguria Viva) e Roberto Bagnasco (Forza Italia) che avevano proposto un patto dei sindaci che permetta di coordinarsi per contrastare quella che è stata definita la colonizzazione del Levante e del Tigullio da parte di Genova.

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ESIGENZE DIVERSE DA GENOVA – Secondo Levaggi «Essendo ufficialmente nata, in modo irreversibile con la legge Delrio la Città Metropolitana ritengo che, a questo punto, al di là dei colori e dei partiti politici, debba formarsi un patto di territorio fra tutti i comuni del Levante ligure, dall’area di Portofino sino a Moneglia senza dimenticare tutto l’entroterra, affinché nello statuto siano contenuti specifici elementi dove le nostre decisioni possano farsi valere, soprattutto quelle più importanti che riguardano la pianificazione territoriale, l’ambiente, l’assetto idrogeologico e l’edilizia scolastica». Levaggi, vicepresidente di Anci Liguria, si è poi rivolto al sindaco di Genova, Marco Doria, auspicando che anche lui venga sensibilizzato sulle problematiche di un territorio le cui esigenze sono diverse da Genova.

L’ARTICOLO 133 DELLA COSTITUZIONE – Chiesa e Bagnasco hanno quindi rilanciato sulla possibilità d’istituire una nuova entità provinciale, ai sensi dell’articolo 133 della Costituzione, che recita testualmente:

Il mutamento delle circoscrizioni provinciali e la istituzione di nuove Provincie nell’ambito d’una Regione sono stabiliti con leggi della Repubblica, su iniziativa dei Comuni, sentita la stessa Regione.La Regione, sentite le popolazioni interessate, può con sue leggi istituire nel proprio territorio nuovi Comuni e modificare le loro circoscrizioni e denominazioni.

Quindi toccherebbe a Regione Liguria tenere a battesimo la proposta di una nuova provincia che verrebbe istituita con una legge ad hoc della Repubblica. Peraltro tale possibilità non è stata esclusa dalla legge Delrio sulle province, pubblicata in Gazzetta Ufficiale lo scorso 8 aprile, tanto che si apre alla possibilità per i territori che non vogliono essere parte delle città metropolitane di auto-determinarsi, diciamo così, ai sensi dell’articolo 133 della Costituzione. Ed il governo entra in gioco solo se la Regione di competenza esprime un parere contrario anche parziale sulla questione. E visto che la proposta di rendere provincia Tigullio e Levante ligure è stata lanciata da due esponenti di movimenti contrapposti, appare evidente che la costituenda città metropolitana di Genova potrebbe presto essere dimezzata.

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