Romics: il magico mondo della fiera del fumetto

«Queste sono le monete di gioco, compriamo con queste monete qua. Questo è lo scudo, vale cinque baronali. Perché si chiamano così? Perché simboleggiano la araldica di una baronia. Ogni dieci baronali si arriva al Granducale». Alessandro fa parte di Grv Italia, una delle maggiori associazioni italiane di Gioco di Ruolo dal Vivo. Attiva dal 1999, organizza ogni anno circa 50 giornate-evento. Ed Alessandro è qui a Roma, o meglio al Romics, per dimostrare come il fantasy della sua associazione riesca a dare vita alla passione a personaggi, storie, fiabe, fumetti. Il Romics è carta (quella da collezione con Batman di altri tempi), è innovazione (con l’animazione digitale offerta dalle scuole di settore), è cosplay (con eserciti di persone che per qualche ora diventano il loro eroe preferito). Mostre, incontri, proiezioni, c’è di tutto nella manifestazione tenutasi questo weekend nella Capitale e oggi alla sua quindicesima edizione.

Romics - Fiera fumetto  (8)

IO SONO RUOLO – Alessandro dà una mano a sistemare lo stand. Il suo gruppo “milita” da anni. Sono cambiate le cose dal 99 a oggi? «Cambiato tutto. Grv Italia è in continua evoluzione. E’ sempre una ricerca di miglioramento e crescita. Tante cose che abbiamo perso le abbiamo riportate. E’ cambiata anche la struttura di gioco, per dare più spazio e fantasia ai giocatori». Chi entra cresce con l’associazione: «Tocchiamo tutte le fasce d’età. Cinquantenni e non. Abbiamo un gruppo di ragazzi di 16 anni che si riunisce la domenica». La punta di diamante? L’adunanza, 7 giorni da passare in Toscana. «Viene costruita una cittadella, un campo mobile sfruttando la piana e il bosco». Dal 99 al giocat «Sono cambiati regni, divinità politica. Ci sono dei ragazzi che hanno creato una sala da thé che è diventato il nostro punto della politica». Il tutto è autofinanziato. La bella stagione permette di trovare location esterne “gratis” con più facilità. Il problema è trovare invece uno spazio che non costi tanto durante i “concili d’inverno”. C’è un padiglione unico per i giochi di ruolo e gli amanti del cosplay. Mentre alcuni zombies passeggiano tra la folla qualcuno si ferma a scattare qualche foto con i ragazzi di Camarilla Italia. Sono vampiri. «Siamo il fan club ufficiale della White Wolf, una casa editrice americana che pubblica il mondo delle tenebre, in modo particolare vampiri», spiegano. «Nel tempo – aggiunge – siamo cresciuti come membri. L’impatto con le persone nelle fiere è buono». Si fanno troni, arazzi, oggetti. Tutto con le proprie forze. «Una buona presenza della scenografia: per immergersi in un mondo fantastico anche l’occhio vuole la sua parte». Staccare la spina diventando un personaggio immaginario? «Aiuta a distrarsi dalle stanchezze lavorative, aiuta a far scoprire lati nascosti del proprio carattere, fa socializzare…». La boccata d’ossigeno c’è. E la location (con un po’ di fantasia) pure: tra un castello in disuso o un vecchio palazzo rinascimentale.

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(Foto di Marco Novello per Giornalettismo.com)

SCHERMA E PANDA MANNARI – C’è One Piece, Capitan America, Batman (nell’evento si festeggiano i 75 anni di onorata carriera del supereroe), manga vari. Si spulcia tra gli scaffali con vecchi fumetti, si scambiano le carte di Yu-Gi-Oh!, si sfoglia un Dylan Dog. Un venidtore milanese spiega che alle fiere si vende molto ma la città vuole la sua parte: «C’è più mercato a Torino che a Milano». Si gioca a scherma: storica. L’Accademia Romana d’Armi fa un lavoro particolare di ricerca: «Per recuparare una parte di storia perudta, dimenticata con l’arrivo della scherma sportiva. Non solo pratica, ma studio: fino alla creazione dell’arma per “combattere”. La nostra è una attività a tutto tondo. Non si ferma solo all’arte marziale (che è una buon parte) ma ricostruiamo trattato e ambienti storici. Altro lavoro che facciamo è quello sportivo: i giusti movimenti. Abbiamo un filo diretto e riconoscimenti Coni, i nostri maestri sono formati dalla Federazione Nazionale Scherma». C’è chi fa rivivere le serie tv come Games of Thrones (Canton del Westeros) o chi disegna geniali carte intorno al Panda Mannaro.

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PILLOLE DI JENUS – E poi c’è Don Alemanno che ha partorito Jenus, fumetto le cui “pillole” sono viralissime in rete. La mano e il genio? «La mano è questa. Il genio è semplicemente un mondo di cogliere le idee nell’aria e traformarle in un messaggio comprensibile a tutti». D’altronde non è mica colpa nostra se Dio decide di mandare Gesù sulla terra per la seconda volta ma per distrazione gli dà forma umana prima e lo fa schiantare sul mondo. «Quando si sveglia non ricorda di essere più Gesù Cristo». Ed è da qui che inizia la storia. Meno male che c’è l’Agnello di Dio che in un certo senso gli dovrebbe dare una mano. E c’è la rubrica del Tarlo ad ogni fine opera dà una mano a noi: «Spiega un pò le curiosità del mondo delle religioni, curiosità relative all’Antico testamento, cose che i cattolici normale non sanno», spiega Don Alemanno. Dietro il fumetto un lavoro di ricerca, lettura di testi. Sai da bimbi si fa il catechismo, poi la comunione, poi la cresima… Ma quando si cresce? «Con l’età mi sono incuriosito e ho iniziato ad informarmi anche dalle fonti masoretiche, per capire significati che nelle traduzioni italiane vengono stravolti. Da lì ho pensato quale poteva esser il modo migliore per trasmettere questo mio interesse in chiave satirica? E questo è quello che ho fatto». Trasformare la tua idea in inchiostro, in un abito, in una “fissa” che in pochi o in tanti possono capire. «No maaaa guarda quello quello sono le prime di Capitan America». Due ragazzi fissano con lo sguardo all’insù una copertina. Non è un Van Gogh: ma l’amore che c’è dietro è la stessa cosa.

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