L’addio al roaming in Europa

Basta al roaming. L’Europarlamento ha detto fine all’extra tariffa che gli utenti della telefonia mobile devono pagare ogni volta che utilizzano i loro dispositivi di comunicazione all’estero. Una piccola rivoluzione che è rafforzata dal sorprendente voto dell’assemblea di Strasburgo in favore della neutralità della rete.

EU digital agenda commissioner Neelie Kr

STOP AL ROAMING – L’Unione Europea dice basta al roaming? Il voto dell’Europarlamento ha detto sì a questa proposta della Commissione. Un prima lettura l’assise legislativa dell’UE ha approvato un progetto di riforma del settore delle telecomunicazioni a larga maggioranza. Nel testo presentato dalla relatrice Pilar del Castillo Vera è contenuta la fine del sovrapprezzo imposto ai consumatori quando utilizzano i loro dispositivi di comunicazione mobile in un paese diverso dal proprio operatore telefonico. Il roaming sparirà alla fine del 2015. Dal 15 dicembre dell’anno prossimo, se la proposta dell’Europarlamento verrà confermata dal Consiglio, nessun cittadino UE dovrà pagare il roaming quando si recherà in qualsiasi dei 28 paesi che compongono l’UE. Rispetto alle intenzioni della Commissione l’assemblea legislativa di Strasburgo ha anticipato di 6 mesi l’introduzione della nuova disciplina relativa al roaming. Secondo il nuovo testo da gennaio del 2016 nessun cittadino UE  dovrà subire una maggiorazione di prezzo per servizi quali invio di sms, telefonata con cellulare oppure navigazione online quando si trova in un paese dell’Unione diverso da quello di residenza.

RETE NEUTRALE – La battaglia per l’eliminazione dei costi del roaming è da tempo sostenuta dalla commissaria Ue all’Agenda digitale Neelie Kroes, che difende il pacchetto di misure dalle contestazioni degli operatori delle telecomunicazioni.  Per  un’indagine di Eurobarometro realizzata un mese e mezzo fa, quasi la metà degli europei (47%) non usa mai internet quando è in roaming, mentre un quarto spegne direttamente il cellulare quando si trova all’estero. La ricerca rimarca come in questo modo gli operatori di telecomunicazioni perdano 300 milioni di clienti potenziali. Nella relazione approvata ieri sull’articolato elaborato dalla Commissione i deputati hanno rimarcato come  l’acceso a internet dovrebbe essere fornito in conformità con il principio di neutralità della rete, che significa che tutto il traffico Internet deve essere trattato allo stesso modo, senza discriminazioni, limitazioni o interferenze, indipendentemente da mittente, destinatario, tipo di servizio, contenuto, dispositivo, servizio o applicazione.

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OPERATORI DELLA RETE – Per gli eurodeputati è necessario che siano introdotte normative che impediscano ai fornitori di accesso a internet di promuovere determinati servizi danneggiando così altri. Il regolatore delle telecomunicazioni europee BEREC ha già riferito che diversi fornitori di accesso a internet stavano bloccando o rallentando servizi come Skype. I fornitori di connessione internet sarebbero ancora in grado di offrire servizi specializzati di qualità superiore, come i video on demand e le applicazioni dati business-critical con cloud ad alta intensità (per l’archiviazione dati), a condizione che tali servizi non siano forniti a discapito della disponibilità o della qualità dei servizi di accesso ad internet offerti a altre società o servizi. I deputati hanno abbreviato la lista dei casi “eccezionali”, rispetto alla proposta della Commissione europea, in cui i fornitori avrebbero ancora avuto il diritto di bloccare o rallentare la connessione internet. I deputati hanno detto che queste pratiche dovrebbero essere permesse solo per applicare l’ordinanza di un tribunale, per preservare la sicurezza della rete o prevenire la congestione temporanea della rete.

EUROPARLAMENTO E CONSIGLIO – La normativa elaborata dalla Commissione ed approvata dall’Europarlamento in prima lettura ora arriverà al Consiglio dell’UE. Nel processo legislativo dell’Unione Europa questo organismo, insieme all’assemblea legislativa, ha il potere di introdurre le nuove normative. Il Consiglio è formato dai rappresentati dei governi titolari delle competenze relative alla legge in questione, ed in questo caso si riuniranno i ministri delle telecomunicazioni per dare via libera, o modificare, il testo nella versione approvata dall’assemblea di Strasburgo. Secondo il Wall Street Journal è possibile che i grandi gruppi di telecomunicazioni, così come i giganti dell’IT, possano fare pressioni per modificare il testo, che si è spinto come spesso capita in modo più pronunciato rispetto alle intenzioni della Commissione. Di solito l’organismo di governo dell’UE compone una mediazione più vicina agli interessi nazionali difesi dai governi, e l’Europarlamento prova ad avanzare misure più radicali che poi vengono temperare. Per questo motivo, ad esempio, l’addio al roaming per la fine del 2015 potrebbe ancora essere in sospeso.

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