I pirati della Malesia rapiscono due donne

Un attacco nella notte a una strutta turistica, il rapimento di due donne e poi via di nuovo verso il mare, ma questi non sono i tigrotti di Mompracen.

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I SOLITI SOSPETTI – Sarebbero i ribelli filippini del gruppo Abu Sayaf gli autori dell’azione nella notte ha investito il  Singamata Reef Resort nell’arcipelago di Semporna (nelle immagini), nella parte nordorientale del Borneo. Sei uomini arrivati a bordo di un’imbarcazione veloce hanno rapito una raceptionist filippina e una cliente cinese e che poi si sono dileguati tornando da dov’erano venuti.

LO FANNO COSÌ – Il modus operandi ricalca quello del gruppo di ribelli filippini che si riconosce nella sigla di Abu Sayaf e che infesta il meridione filippino, una sigla d’ispirazione islamica che a differenza di altre formazioni simili e più rilevanti della regione di Mindanao, che come la Malaysia è a maggioranza musulmana. Già a novembre e sempre nella zona di Semporna il gruppo ha ucciso un turista taiwanese e rapito sua moglie, liberata poi un mese dopo.

LA REAZIONE – Subito allertate le autorità dei due paesi, a loro si è aggiunta la Cina, che ha già inviato rinforzi e specialisti per assistere al recupero della connazionale. Tra i due paesi è salita di recente al tensione a causa della scomparsa dell’aereo in rotta tra i due paesi e con molti cinesi a bordo, con Pechino che ha rimproverato Kuala Lumpur e il suo comportamento nell’occasione.

C’ERA UNA VOLTA ABU SAYAF – Per il momento i rapitori si sono dileguati e probabilmente hanno trovato rifugio in qualche isola del meridione filippino, dove non sarà facili rintracciarli e dove sono abituati a nascondersi, un’abilità che hanno affinato mano a mano che il loro movimento si esauriva fino a ridursi appena a qualche decina di membri attivi e dedicarsi stabilmente ai sequestri in attesa di tempi migliori.

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