Chi ha paura dei gay a Viterbo?

A Viterbo è stato approvato da poco il registro delle coppie di fatto. Parte del Pd, MoVimento 5 Stelle e Viterbo 2020 hanno appoggiato il provvedimento che di fatto equipara le coppie etero e omo. In una citta però di forte tradizione di centrodestra si è scatenato il finimondo con una associazione in particolare (Sì alla famiglia) sul piede di guerra. Nonostante mesi di trattative, di tentativi di dialogo, sono partite le petizioni in chiesa, il mailbombing e le liste di “segnalazione” per indicare ai più i consiglieri favorevoli al provvedimento.

unioni civili viterbo 4

IL PROVVEDIMENTO – «La comunità della città di Viterbo – si legge nella premessa della delibera approvata dal parlamentino di Palazzo dei Priori – al pari di quella italiana, è caratterizzata dalla presenza di forme di legami affettivi che non si concretizzano nell’istituto del matrimonio e che si denotano per una convivenza o comunque per una comunanza di interessi stabile e duratura. Considerato inoltre – si legge ancora nell’atto amministrativo sottoscritto dal Consiglio Comunale – che la tutela costituzionale, contenuta nell’art. 2 della Costituzione Italiana, relativa al riconoscimento delle formazioni sociali nelle quali si svolge la personalità dell’individuo, debba comprendere anche la fattispecie della famiglia di fatto. La Città di Viterbo – evidenzia inoltre la delibera – può operare nell’ambito delle proprie competenze per promuovere pari opportunità alle coppie di fatto, favorendone l’integrazione sociale e prevenendo forme di discriminazione e/disagio, con particolare riferimento alle persone anziane. Considerato che per raggiungere questo obiettivo – si legge a fine delibera – è opportuno stabilire forme di identificazione delle coppie di fatto basate su un vincolo affettivo, si procederà al rilascio da parte dell’anagrafe comunale di un’attestazione di costituzione di coppia di fatto basate su un vincolo di natura affettiva». La delibera sul registro è stata approvata a maggioranza con 18 voti favorevoli, tra questi anche due voti della minoranza, ovvero di Gianluca De Dominicis per il Movimento Cinque Stelle e di Chiara Frontini per Viterbo 2020. L’iscrizione al registro è gratuita, potrà essere celebrata come un vero e proprio matrimonio in uno dei locali del Comune e la coppia potrà chiedere in ogni momento di rescindere l’accordo. In Italia attualmente sono 155 i Comuni che hanno creato il registro delle coppie di fatto (in provincia di Viterbo Bassano Romano, Canepina e Tarquinia), mentre cinque sono le città che rilasciano alle coppie omosessuali l’attestazione di famiglia anagrafica. «Questo regolamento – spiega Melissa Mongiardo, giovane del Pd che ha difeso il provvedimento – a tutte le coppie etero e non che per i più svariati motivi non possono accedere all’istituto giuridico gli stessi diritti, le stesse agevolazioni delle coppie sposate».

LEGGI ANCHE: Se le unioni civili fossero un partito

POST E MAIL – La pagina Fb dell’associazione Sì alla Famiglia è nettamente contro le decisioni prese dagli eletti a Viterbo:

548 mail di protesta..e non si fermano. Anche di atei: “le dico subito che non credo in nessun dio, ma certe regole sono di natura e non si possono ignorare. (….) E poi dove stava scritto che se ne dovevano occupare? ci hanno chiesto se eravamo d’accordo? si occupassero dell’acqua che beviamo e del lavoro che abbiamo perso (…)”
Questo il tenore generale.

Questo è solo uno dei tanti post che compaiono on line:

e questo:

gay unioni di fatto registro viterbo 6

La decisione a Viterbo è arrivata dopo un lungo percorso partito nei mesi scorsi con dei contatti anche con realtà pro e contro il provvedimento. Ma ad alzare i toni è stata l’associazione viterbese che ha pubblicato anche nomi e cognomi dei consiglieri che hanno aderito all’iniziativa. «Questi -tuonano – gli amministratori che, infischiandosene del programma elettorale presentato, hanno votato sì. Anche questi saranno oggetto da parte nostra di informazione massiva nella nostra città». Eppure, come ha spiegato il sindaco, l’intervento non ha natura politica, anzi: «Il consenso o il dissenso espresso verso l’approvazione del regolamento per il registro delle coppie di fatto non è legato ad alcuna appartenenza politica, ma attiene esclusivamente alla sfera personale di ogni individuo. Una scelta, espressa attraverso una votazione pubblica, lontana da qualsivoglia dietrologia o forzatura di partito. Un risultato che, al di là di qualche polemica, può essere interpretato come un punto di partenza e di apertura verso quei tanti giovani, conviventi, che da anni vivono in uno stato di fatto, e che ora finalmente si vedono riconosciuti quei diritti di civiltà fino a oggi negati».

LA FOTO “SEGNALETICA” – A far traboccare la goccia dal vaso è stata la pubblicazione in rete di una foto della giovane Mongiardo. In realtà il post originario parte da una prima intervista rilasciata dalla giovane al programma radio Sbottonati in onda su Radio verde. La foto però è stata spammata quasi come una “segnaletica” per indicare chi c’è dietro il “delirante” pensiero di istituire un registro per le coppie di fatto in città.

gay unioni di fatto registro viterbo 7

In difesa della ragazza è partito anche il circolo pd locale: «Già il comunicato stampa con la lista nera dei Consiglieri che si erano “macchiati” di aver votato favorevolmente il registro delle unioni civili ci aveva lasciati sgomenti. Ora con la foto “segnaletica” di Melissa è stato passato il segno. Ricordo a questi “signori” che i Consiglieri Comunali sono stati eletti democraticamente dai cittadini viterbesi e non possono in nessun modo e per nessun motivo essere sottoposti a minacce, pressioni, gogne pubbliche, o intimidazioni. La dialettica politica non può non essere basata sul rispetto dell’ altro. Chiudo citando una frase di Evelyn Beatrice Hall: Non condivido la tua idea ma darei la vita affinchè tu la possa esprimere”, nella speranza che tali parole illuminino anche le menti più ottenebrate. Chi incita all’ odio non è degno di far parte di una comunità civile», firma Carlo Mancini, il segretario.

LA FOBIA DELLE ADOZIONI GAY – Ad agosto furono presentate due mozioni sul tema, dopo 8 mesi viene votato il provvedimento in Consiglio. Non tutto però è scorso liscio in questo periodo. Raccolte firme pro e contro l’iniziativa, “blitz” nelle chiese. Ad irritare nel provvedimento è la mera equiparazione: «Il Comune estende i benefici riconosciuti da norme comunali alle coppie coniugate affinché siano riconosciuti anche agli iscritti al registro delle coppie di fatto». Il Messaggero locale spiega come ci sia stato anche qualche no tra i democratici: «Il registro serve solo alle coppie gay, poi si arriverà alle adozioni», ha ammonito Troili. «Quali diritti avranno?», ha chiesto Luigi Maria Buzzi (FdI); «Una cosa politica e ideologica», ha chiosato Antonella Sberna (Fi). Tanto caos per un primo grande passo che dovrebbe puntare ad ulteriori tutele verso i minori di tali coppie (per accesso asili nido) o per liste alloggi popolari. Eppure senza un riconoscimento le coppie (etero e non) subiscono le solite difficoltà in Italia. Basta pensare al dovere di contribuzione, previsto dall’art. 143 del codice civile, come al dovere di fedeltà (utile in caso di separazione). Tutte cose previste in un matrimonio che ora, nella città papalina di Viterbo, non “s’ha ancora da fare”.

Share this article