La campagna social delle donne brasiliane contro lo stupro

Le donne brasiliane si sono unite nel protestare attraverso i social network contro la cultura machista dominante del proprio paese che accetta, come certificato da un sondaggio, lo stupro nei confronti delle ragazze che indossano abiti corti. E per farlo hanno pubblicato su Twitter e Facebook dei selfies in cui esprimono la loro rabbia certificata dall’hashtag #EuNãoMereçoSerEstuprada, in italiano «non merito di essere stuprata».

Il simbolo della campagna (Photocredit Facebook)
Il simbolo della campagna (Photocredit Facebook)

LA PROTESTA – La protesta è stata organizzata dalla giornalista Nana Querioz che ha organizzato la mobilitazione on-line che si è tenuta alle 20 di venerdì 28 marzo. A quell’ora tutti coloro, uomini compresi, che avrebbero voluto protestare contro i risultati del sondaggio in questione avrebbero potuto farlo pubblicando su Facebook o Twitter una selfie del proprio corpo, svestito ma non troppo, accompagnato dall’hashtag ed eventualmente da una frase di protesta. E questa sicuramente ha avuto successo, a giudicare dalle adesioni.

 

IL SONDAGGIO – La ricerca in questione, come spiega il Brasilpost, è stato organizzato da Mtv Brasil ed ha mostrato come il 65 per cento delle persone intervistate accettino l’idea che una donna vestita con abiti corti meriti di essere stuprata. Si. Meritano. E secondo il sondaggio ad essere maggiormente d’accordo con questa lettura sono gli uomini con un’istruzione medio-bassa residenti nel nord del Paese. Ed ancora, il 58,5 per cento degli intervistati si è detto d’accordo con la seguente affermazione: «se le donne sapessero come comportarsi, ci sarebbero meno stupri». Insomma, la lettura è apparsa chiara: se le donne non sanno come comportarsi allora è giusto che un uomo le violenti.

 

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I RISULTATI – Ma non finisce qui. Il 40 per cento degli intervistati si è detto d’accordo, almeno in parte, riguardo al fatto che la moglie dovrebbe essere una schiava del sesso. Si salva, in questo caso, l’omofobia visto che il 50 per cento degli intervistati ritiene che le coppie gay debbano avere gli stessi diritti di quelle eterosessuali. Anche se il 52 per cento ritiene che nonostante tutto non debba essere permesso loro il matrimonio mentre il 59 per cento si ritiene disturbato da un bacio in pubblico tra gay. Per finire, il 91 per cento degli intervistati ritiene che l’uomo che picchia la moglie debba andare in galera, ma allo stesso tempo il 63 per cento sostiene che il caso dovrebbe essere discusso in famiglia. (Photocredit Facebook – Twitter)

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