Scilipoti scambia un pilone per la Tour Eiffel

Il leader dei Responsabili vuole portare Parigi a Messina

Riqualificazione turistica del pilone di Torre Faro: ecco il piano di Domenico Scilipoti per risollevare le sorti turistiche della Sicilia. In una dichiarazione alle agenzie, il leader dei Responsabili, la famosa terza gamba della maggioranza incapsulata nel gruppo di Popolo e Territorio, ha trovato una brillante soluzione per trasformare uno dei più famosi esempi di archeologia industriale in Italia in una Torre Eiffel dello Stretto di Messina.

IL PIANO DI SCILIPOTI – Così Scilipoti.

Il pilone dell’elettrodotto di Punta Faro (Capo Peloro, Messina), gioiello dell’archeologia industriale, puo’ contribuire al rilancio delle attivita’ turistiche della Sicilia”. Cosi’ Domenico Scilipoti, segretario politico del Movimento di Responsabilita’ Nazionale, in riferimento alla possibilita’ di utilizzare il pilone ex Enel, inaugurato il 15 maggio del 1956, in occasione del decennale della nascita della Regione siciliana.
“L’opera, con due piloni autoportanti – continua il deputato Mrn – rappresento’ la piu’ grande campata elettrica del mondo.
E’ stata premiata dall’Aniae (associazione nazionale ingegneri e architetti per l’elettromeccanica) quale migliore realizzazione dell’ingegneria compiuta negli anni 1951-1956.” Prosegue Scilipoti: “Alta circa 230 metri, fornita di ascensore (da rimettere a norma), e’ un’autentica terrazza sul mare. La posizione e’ ideale per trasformarla in una novella Torre Eiffel: si trova tra i Monti Peloritani, vicino ai laghi di Ganzirri e domina lo Stretto di Messina”.

L’appassionato di agopuntura ha un piano molto dettagliato.

Osserva quindi Scilipoti che: “Vi si dovrebbero creare subito un posto di osservazione naturalistica e paesaggistica, un museo marino e un museo dell’elettrotecnica e, di conseguenza, idonee attivita’ commerciali: in poche parole, e’ un’ottima possibilita’ di creare posti di lavoro con cooperative di gestione di donne e di giovani e, in un periodo di crisi come questo, si incrementerebbe di buona misura il turismo e l’economia della zona e sarebbe anche un forte richiamo per il turismo straniero verso l’Italia intera”.

Insomma, prendere un pilone elettrico e farlo diventare un’attrazione turistica.

LA PARIGI DELLO STRETTO – Il pilone di Punta Faro è parte dell’Elettrodotto dello Stretto, sistema che collegava elettricamente la Sicilia al continente fino al 1993, anno in cui è stato poi dismesso.

La foto è presa da Wikipedia, che non a caso la intitola “la Torre Eiffel dei poveri”. Così racconta, sempre l’enciclopedia della rete, la storia del pilone.

Il traliccio siciliano, detto Pilone di Torre Faro (in dialetto reggino e messinese “u piluni”), fu progettato e costruito tra il 1948 ed il 1955 dalla Società Generale Elettrica della Sicilia (SGES), ed è alto 232 metri; mentre il traliccio calabrese, situato sulla sommità della collina di Santa Trada è alto 224 m. Pur con dimensioni minori, quest’ultimo supera comunque l’altezza del primo perché collocato a un’altezza maggiore. I piloni sono stati realizzati sul modello dei piloni del primo attraversamento sul fiume Elba, in Germania e, fino al completamento del secondo attraversamento sull’Elba, hanno vantato il record di più alti piloni del mondo.

Il piano di Scilipoti, in realtà, è già ampiamente in attuazione, visto che “dal 2006 il pilone sulla costa siciliana è aperto al pubblico: la visita richiede di salire una scala di 1.250 gradini per raggiungere la piattaforma più alta”. Ora Scilipoti propone di utilizzare soldi pubblici per attrezzare ulteriormente la zona facendone una destinazione turistica privilegiata: potrebbe diventare una Parigi dello Stretto, secondo lui. Resta da capire cosa, nel suo piano, potrebbe fungere da museo del Louvre; e, soprattutto, come risolvere un problema abbastanza delicato: Capo Peloro è un sito di Importanza Comunitaria e una Zona di Protezione Speciale dal punto di vista ambientale.

La Laguna di Capo Peloro è inoltre Riserva Naturale Orientata, istituita dalla Regione Sicilia, sito di importanza internazionale nell’ambito del Water Project del 1972 dell’UNESCO nonché sito di importanza nazionale per la Società Italiana di Botanica. Nella Laguna sono presenti oltre 400 specie acquatiche, dieci delle quali endemiche.

E secondo Scilipoti in questa zona dovrebbe essere attrezzato un polo turistico degno della Torre Eiffel.

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