Le Iene rispondono alle accuse per il servizio su alimentazione e tumori

Di fronte al rischio di un nuovo caso Stamina, questa volta Le Iene hanno preferito usare maggiore cautela, “correggendo” il servizio criticato su tumori e alimentazioni. Sotto accusa per aver proposto alcune settimane fa la storia di Antonio, un malato di cancro che raccontava di essere guarito dopo aver cambiato dieta alimentare ed essere diventato vegano – quando in realtà, era stato fondamentale il contributo della radioterapia, come aveva anche chiarito l’Ospedale San Raffaele, spiegando come non esista alcuno studio che dimostri la validità della teoria alimentare per la cura dei tumori – , il programma di Italia Uno è tornato a occuparsi della presunta possibilità di sconfiggere i tumori mangiando solo cibi di origine vegetale. Ma facendo maggiore attenzione al contraddittorio.

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LE IENE, DIETA “VEGANA” E TUMORI – Con un servizio di Viviani, Le Iene hanno ricordato la controversa storia del paziente. Nell’intervista andata in onda il 5 marzo, Antonio aveva spiegato di essere stato operato due volte per un tumore ai polmoni (prima il destro e poi sinistro) tra il 2003 e il 2009 e di aver seguito un ciclo di chemioterapia. Poi, nel 2011, scoperto un nuovo tumore al cervello, si era sottoposto a un ciclo di radioterapia, attraverso il quale, in quel momento, la metastasi si era ridotta. Era rimasto però un residuo di 2 centimetri, per cui l’oncologo lo aveva invitato a sottoporsi a un ciclo di chemioterapia. Antonio aveva però rifiutato, decidendo di arrendersi alla malattia. Era stato il figlio, dopo una serie di ricerche in rete, a convincere il padre a diventare vegano. Antonio, dopo alcune perplessità, aveva deciso di seguire la presunta cura, seguito dalla nutrizionista oncologica Michela De Petris, che aveva preparato per lui un regime alimentare a base vegetale. La dottoressa aveva spiegato nel servizio di aver  preparato per Antonio «un programma alimentare bilanciato, vario, che consisteva nello spostare il più possibile l’alimentazione sui cibi vegetali». Per poi aggiungere come, a suo dire, fosse «ormai evidente e scientificamente provato che le proteine di origine animale e i cibi raffinati infiammano e acidificano l’organismo. Più ci spostiamo su una dieta a base vegetale tanto maggiori sono i benefici e le probabilità di guarigione». Nel servizio l’uomo spiegava poi di essere guarito. In realtà, una dieta vegetariana può essere utile per prevenire i tumori, ma non certo per curare. Un conto è parlare di prevenzione, diverso è spiegare che ci sia un legame tra il consumo di cibi vegetali e guarigione dai tumori, come aveva spiegato l’Ospedale San Raffaele, che il giorno dopo il servizio aveva pubblicato una nota dove si smentiva di fatto la storia raccontata. Si chiariva infatti che non esiste alcuno studio che dimostri la validità della teoria alimentare per la cura dei tumori:

«L’IRCCS Ospedale San Raffaele, in riferimento al servizio “Alimentazione e malattie. La storia del tumore guarito di Antonio”, in onda durante la trasmissione Le Iene (Italia 1, mercoledì 5 marzo), dichiara che nessuno studio in tal senso è in corso presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele e osserva che ad oggi non esiste alcuna dimostrazione del valore della dieta come terapia oncologica. Alcune attenzioni dietetiche possono avere ruolo e spazio nell’inquadramento generale di una terapia oncologica come di terapie per altre malattie, ma nella pratica clinica nessuna dieta può sostituirsi alla chirurgia, alla radioterapia e ai farmaci nel curare i tumori»

MAGGIORE CAUTELA – Nel nuovo servizio, il programma di Italia Uno ha così mostrato maggiore cautela, dopo le critiche ricevute, forse volendo evitare un nuovo flop come quello del caso Stamina. L’inviato Viviani ha spiegato come la storia di Antonio avesse suscitato diverse reazioni, «alcune positive, altre negative». Tra queste ultime, le critiche inviate da un altro oncologo al programma, che aveva spiegato come il messaggio fatto passare con il servizio fosse «offensivo nei confronti dei tanti pazienti che con fiducia sperano di restare attaccati alla vita e che oggi si chiedono se non sia sufficiente uno spaghetto alla zucchina piuttosto che un percorso consolidato e dimostrato (con tutti i limiti che le cure oggi hanno)».

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Le Iene hanno replicato di fronte alle accuse: «Noi non abbiamo mai detto nulla del genere». La stessa teoria utilizzata nel caso Stamina, quando il programma si difese spiegando di aver “soltanto raccontato”, quando in realtà si era dimenticato delle regole elementari del contraddittorio. Il programma di Italia Uno ha così intervistato l’oncologo Diego Continovis: «Non avete sbagliato a fare questo servizio, ma non deve passare l’esclusività di un trattamento che non ha dimostrato scientificamente di essere una cura anti-cancro a tutto tondo», ha spiegato il medico. Secondo Continovis, Antonio è guarito al 100% grazie alla radioterapia e non con i cibi vegetali.  Sul fatto che, inizialmente, fosse rimasto un residuo di due centimetri della metastasi, ha precisato: «Il trattamento radioterapico agisce anche nei mesi successivi. Ad oggi non c’è uno studio che dimostri che una dieta come quella utilizzata dal paziente possa arrestare un tumore». L’oncologo ha poi ricordato quali sono le terapie ufficialmente riconosciute, come il trattamento chirurgico, la radioterapia e le chemioterapie, precisando quali sono i vantaggi («Possono essere riprodotti su tutta la popolazione») e i limiti («gli effetti collaterali e il fatto che la cellula tumorale prima o poi sviluppa una resistenza»). Gli effetti collaterali della radioterapia e delle chemioterapia? «Per la chemioterapia i maggiori sono la riduzione di difese immunitarie, i problemi di nausea, vomito, quelli gastroenterici, mentre la radioterapia ne ha di meno, dato che è un trattamento locale». Ha poi parlato delle nuove frontiere nella cura oncologica: «Riguardano lo stimolo al sistema immunitario, che spesso è come se si addormentasse». Dieta consigliata? «Un apporto bilanciato di tutti gli alimenti». L’inviato ha poi chiesto quali siano «i cibi più dannosi»: per l’oncologo sono quelli legati ad acidi grassi, saturi, proteine animali, ma ha precisato come ci sia ancora «una conoscenza molto limitata su questo aspetto». Per evitare allarmismi e fare chiarezza, Continovis ha aggiunto come «non esistano dati certi sul fatto che gli alimenti di origine animale possano determinare da soli lo sviluppo di una patologia tumorale».

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LE IENE E IL DIBATTITO SU ALIMENTAZIONE E TUMORI – Le Iene hanno poi spiegato come da tempo si dibatta sui possibili nessi tra alimentazioni e malattie. Viene citato anche Umberto Veronesi, per il celebre libro “Verso la scelta vegetariana”. Ma Giornalettismo aveva intervistato Mario Pappagallo, giornalista scientifico del Corriere della Sera, co-autore del volume, dove si ricordava come nel libro si spiegasse come nessun alimento è individuato come protettivo o causale. E che la carne non era di sé pericolosa,  ma dipendeva da come era allevata. Di recente un altro articolo ricordava come Veronesi non avesse mai avallato la presunta tesi di una stretta connessione tra cancro e carne. Le Iene hanno citato anche altri studiosi. E intervistato Franco Berrino – una delle “figure più autorevoli”, si ricorda, nel settore. L’esperto ha chiarito come «bisogna stare attenti nel messaggio che si lancia». Ha precisato come, «affinché un tumore nasca e cresca, c’è bisogno che trovi un terreno favorevole». Per poi aggiungere: «Una giusta alimentazione può far sì che il terreno per la crescita del tumore non sia più fertile». Secondo Berrino, «ci sono indizi che con l’alimentazione si può aiutare la guarigione del tumore». Ma parla appunto di indizi, non di prove. «Non si possono sostituire le altre terapie», ha precisato.  Anche se ha concluso il servizio con una denuncia pesante: «Se noi ci ammaliamo, aumenta il Pil e diminuisce lo spread. La sanità è una grande industria. Non c’è interesse economico nella prevenzione».

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