La lezione della Exxon-Valdez

25/03/2014 di Mazzetta

Il 24 marzo del 1989 la petroliera Exxon-Valdez toccava gli scogli nei pressi delle coste dell’Alaska e riversava dalla falla circa quaranta milioni di litri di petrolio nelle acque altrimenti incontaminate di fronte alle coste dell’Alaska. All’epoca il peggiore incidente del genere, si rivelerà utile almeno a comprendere a fondo i danni che questi inquinamenti provocano realmente nel lungo periodo agli ecosistemi marini.

AKPAAmap1.pdf

LA PETROLIERA SBAGLIATA NEL POSTO SBAGLIATO – Varata appena nel 1986 la petroliera in questione aveva un difetto strutturale che la rendeva poco adatta ad avventurarsi nelle infide acque di quelle latitudini, era cioè priva del doppio scafo, un’accortezza che funge da paraurti in casi del genere riduce decisamente il rischio di procurare falle disastrose alla nave. Un difetto cruciale per una gigante del mare che l’equipaggio aveva condotto a passare per le acque costellate di isole e scogli dello Stretto del Principe William (in inglese il Prince William Sound) per evitare non meno pericolosi iceberg avvistati in mare aperto. Una catena di negligenze a bordo completò il quadro, dal comandante che se ne andò a letto un po’ sbronzo lasciando il comando a ufficiali poco esperti a quest’ultimi che portarono il gigante del mare a ferirsi su uno scoglio.

TRASFERITA NEL MEDITERRANEO E POI IN ASIA – La nave sarò poi riparata con una spesa di 30 milioni di dollari e cambierà nome e padrone più volte, (Exxon Mediterranean, SeaRiver Mediterranean, S/R Mediterranean, Mediterranean, Oriental Nicety, e Dong Fang Ocean) servendo come petroliera anche nel Mediterraneo e infine terminando la sua disgraziata carriera svenuta a una società indiana che probabilmente la smantellerà a mano sulla famigerata spiaggia di Alang. Molto di più spenderà Exxon in risarcimenti ed operazioni di pulizia, un conto complessivo di circa tre miliardi di dollari e forse ancora i più ci hanno perso gli abitanti, umani e no, delle zone costiere inquinate.

Share this article