I super-cattolici contro la sitcom che combatte la discriminazione dei gay

Quelli di Tempi.it sono a modo loro uno spasso, un divertissement simile all’ormai compianto Pontifex.roma.it, nel quale l’eccesso estremista sconfina presto nel comico. Come nel caso dell’intervista a Gabriele Toccafondi, già deputato eletto nel PDL e poi Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione con il Ministro Maria Chiara Carrozza nel Governo Letta e ora con il Ministro Stefania Giannini nel Governo Renzi, ovviamente in quota prima a Berlusconi e ora al NCD.

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L’UNAR È IL NEMICO – Una vera e propria bestia nera di Tempi è l’UNAR (Ufficio nazionale antidiscriminazioni razziali), che ha la colpa di promuovere la tolleranza per i diversi nelle scuole. Perché per i cattolici come questi ci sono diversi e diversi, va bene proporre il rispetto e i pari diritti per i neri, ma per gli omosessuali la stessa operazione viene subito denunciata per un propaganda ideologica al fine d’istruire i figli «all’insaputa dei genitori» su argomenti che evidentemente il genere di genitori che protesta non affronterebbe mai con i figli e sicuramente non sprizzando tolleranza e comprensione.

«Cosa c’entra un Ufficio antidiscriminazioni con l’educazione e con i cosiddetti diritti gay?»

HANNO CAPITO TUTTO – Questa è la domanda di Tempi che inquadra tutta la faccenda, perché è chiaro che la scuola è il posto giusto insegnare a non discriminare e che i cosiddetti diritti gay, essendo appunto diritti e per niente cosiddetti, sono lecita e opportuna materia didattica. I diritti dei gay sono anche quelli a non essere insultati o accostati ai pervertiti o ancora a non essere accusati di voler perseguire «l’omosessualizzazione» della società, l’incubo di bigotti e presunti viriloni di noialtri. Non stupisce che Toccafondi s’adegui e risponda: «nulla».

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ESTREMISTI ALLO SBARAGLIO – Per questi anche la sitcom, Vicini, «in cui si parla di un condominio che accoglie le coppie omosessuali ma non le famiglie con bambini» è propaganda omosessuale e non il classico racconto che usa l’espediente dell’inversione per esplorare i due lati della discriminazione. «…un filmato ideologico senza il consenso dei genitori, a cui per primi compete l’educazione dei figli», che delle altre campagne di educazione civica non vogliono saper nulla, ma che non vogliono che i figli siano infettati da idee sgradite e si ribellano al richiamo di questo o quel difensore della fede.

PRESTO, BISOGNA AGIRE – Toccafondi dice che «bisogna che siano presi dei provvedimenti per fare chiarezza sugli scopi dell’Unar», ma è chiaro che prima bisognerebbe mettere in ordine la logica scombinata che anima affermazioni del genere e la vera e propria sollevazione ideologica da parte di una minoranza d’estremisti cattolici, più vocali che brillanti, impegnati in una campagna d’odio e di resistenza contro la tolleranza a una società che è già di fatto multigender. C’è il dogma della Sacra Famiglia da difendere, mica fichi.

 

 

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