Lo scontro per l’eredità di Silvio Berlusconi

Senza la candidatura di Silvio Berlusconi, stoppata dalla conferma dei due anni di interdizione da parte della Cassazione, Forza Italia rischia di franare. Alcuni sondaggi riservati stimano al 17% il partito dell’ex Cavaliere (Silvio Berlusconi si è autosospeso, dopo che la Federazione nazionale aveva concluso l’esame della sua posizione, post-condanna definitiva, ndr). Numeri negativi, che confermano un possibile crollo della creatura politica e personale rilanciata dall’ex premier. Lo stop della corsa di Berlusconi costa una forbice di consenso, tra i tre e sette punti percentuali, rispetto al 23% di pochi giorni fa. Così nel partito rimasto senza un leader effettivo è partita la battaglia per raccogliere l’eredità del padre fondatore, ormai incandidabile e pregiudicato. L’intenzione è quella di avere il nome di Berlusconi nel simbolo. Mentre Fi si scontra al proprio interno sulla composizione delle liste per le Europee, resta il pressing di parte di Forza Italia per avere uno dei figli in lista. Dopo quelli di Marina – poco interessata, secondo le sue diverse dichiarazioni – e Barbara – considerata troppo giovane e inesperta – , è stato avanzato anche il nome di Pier Silvio Berlusconi. Sarebbe quello più gradito, anche se resta ancora incertezza. Il motivo? Nemmeno Pier Silvio sembra scalpitare per seguire le orme del padre in politica, come la sorella Marina.

Silvio Berlusconi Marina Pier Silvio Barbara
Gli eredi di Silvio Berlusconi – Photocredit: Il Giornale

LO SCONTRO PER RACCOGLIERE L’EREDITÀ – Nonostante la conferma dell’incandidabilità di Silvio Berlusconi fosse quasi scontata, Forza Italia sembra essersi fatta trovare impreparata. Diversi i nomi che rimbalzano come capilista per le cinque differenti euro-circoscrizioni. Dal consigliere politico Giovanni Toti nel Nord Ovest, a Tajani al Centro, Brunetta (o forse Tremonti, secondo l’Unità) nel Nord Est, Micciché nelle Isole e Fitto al Sud (ma il suo nome ha già creato dissapori all’interno di Fi). Nessuno però in grado di raccogliere l’entusiasmo degli elettori. Raccogliere il vuoto politico lasciato dall’ex presidente del Consiglio resta complicato per un partito ormai alla deriva. E che, patto dell’Italicum a parte, non ha molte carte per cui esultare. La mossa dell’investitura di Toti a consigliere politico non sembra aver convinto. Nel panorama parlamentare il fronte è diviso, contrario in parte alle sparate di Daniela Santanché, la Pitonessa che ha lanciato la raccolta firme per ottenere la grazia dopo essere stata tentata dall’impeachment grillino al presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, più volte attaccato. Senza dimenticare la controversa iniziativa del governo ombra di Rotondi. Più affidata alla propaganda e al folclore, Forza Italia rischia di veder erodersi il proprio consenso, dopo che la provocazione della candidatura di Berlusconi è stata definitivamente accantonata. Per questo c’è bisogno che uno dei figli «scenda in campo».

LA CORSA TRA I BERLUSCONI – L’Unità ha spiegato la contesa tra la prole berlusconiana e la tentazione per una candidatura degli eredi dell’ex Cav. Effettiva o semplicemente “di bandiera”:

«Tra Barbara e Marina, la secondogenita sembra più disponibile, complice il suo interesse per la politica e le voci che Berlusconi potrebbe, alla fine, anche vendere il Milan di cui si è disamorato e la cui «rifondazione» costerebbe troppo. La primogenita, però, non vedrebbe di buon occhio questa rivoluzione degli assetti aziendali, in questo spalleggiata da Fedele Confalonieri e dal fratello Pier Silvio. Ecco perché una mediazione possibile potrebbe essere la candidatura di bandiera di entrambe, ovviamente come traino per i voti e senza alcuna intenzione di traslocare a Bruxelles».

Ieri è stata Maria Stella Gelmini ad aprire alla candidatura delle figlie: «La scelta verrà fatta nei prossimi giorni. Se Barbara o Marina o entrambe decideranno di scendere in campo si tratterà di una scelta ponderata per difendere il percorso intrapreso da Silvio Berlusconi. In ogni caso sarebbero candidature che verrebbero accolte favorevolmente da Forza Italia». Ma il partito in realtà è diviso, con Brunetta, Rotondi e Fitto che non gradirebbero la continuità nel nome della famiglia. Ma non solo: nel caso di candidatura di entrambe le figlie per Strasburgo, si avrebbe di fatto una competizione (considerato il voto di preferenza) che Berlusconi vorrebbe evitare. Per questo, alla fine soltanto uno dei Berlusconi potrebbe essere inserito in lista. Potrebbe anche non essere una delle due figlie, dato che avanza l’ipotesi di Pier Silvio. Secondo il Corriere della Sera, sarebbe un nome più spendibile, visto come un «manager capace, giovane ma non troppo nei suoi 40 anni, addirittura secondo a Renzi come gradimento tra gli italiani sui nuovi, possibili leader del futuro». Un nome, quello del secondogenito, sussurrato ancora con cautela dai fedelissimi del leader di Fi. Anche se c’è già chi spiega che sarebbe pronta per lui l’investitura diretta del padre.

IL NODO DEL 10 APRILE – In realtà, tutti i discorsi sulle candidature e sul destino di Forza Italia sono legati alla data del 10 aprile, quando lo stesso Silvio Berlusconi saprà cosa verrà stabilito dai giudici, tra un futuro ai domiciliari e il possibile affidamento ai servizi sociali. La discesa in campo di uno dei figli è intrecciata alla totale perdita di agibilità politica del padre. Gli avvocati stanno studiando che possibilità ci sono per la campagna elettorale dell’ex Cavaliere. Tanto che si pensa anche a un Berlusconi in versione 2.0, con tanto di video pre-registrati, nel tentativo di “aggirare” l’impossibilità a presentare il leader nelle piazze. Se Berlusconi ha chiesto l’affidamento in prova ai servizi sociali, saranno i giudici del Tribunale di sorveglianza a dover decidere sul suo futuro.La difesa dei legali punta a sostenere la tesi secondo cui per questo tipo di reato (la frode fiscale) non è possibile impedire l’agibilità politica di Berlusconi. Ma c’è chi sostiene come il Tribunale possa vietare il condannato di partecipare – in qualsiasi modo – alla campagna elettorale. Niente telefonate, niente video, niente comizi in piazza. In questo caso lo spazio politico sarebbe quasi inesistente per Berlusconi. Tanto che l’ipotesi di uno dei figli in lista sarebbe a quel punto inevitabile, per conservare il legame con la famiglia. Non ci sarà molto tempo per decidere, dato che cinque giorni dopo la decisione del Tribunale, il 15 aprile, chiuderanno le liste.

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