Le sigarette di contrabbando Em@il e Jin Ling

Le sigarette di contrabbando invadono il mercato e mettono a rischio i Monopoli di Stato. Il Corriere della Sera racconta il boom delle bionde illegali che in questo momento, complice gli aumenti dei costi del tabacco, torna ad assumere proporzioni rilevanti. Dice il quotidiano:

Il ricordo degli scafi blu è lontano ma a Napoli, da un po’ di tempo a questa parte, sono tornate le “bancarelle” immortalate persino da Google Street View. Al posto di Merit e Marlboro, Philip Morris e Diana, si vendono le Classic, Raquel, le Jin Ling, le Em@il e le Gold Mount. Sigarette cinesi, arabe o prodotte in Italia ma destinate al mercato estero che poi rientrano illegalmente nel nostro Paese.

Queste le immagini di un sequestro di sigarette di contrabbando, da qui:

sigarette contrabbando 1

E quindi:

I finanzieri le chiamano “cheap white” e più in generale arrivano dalla Bielorussia, Polonia, Ucraina, Cina, Grecia, Bulgaria. Stecche caricate su furgoni, camper e camion con finti carichi di frutta e poi smerciate. Sono trascorsi quattordici anni dalla famosa “Operazione primavera” che restituì alla legalità le coste italiane, ma il contrabbando non è affatto finito. Secondo lo studio KPMG Project Star il consumo illecito di bionde nell’Ue è cresciuto del 32% tra il 2007 e il 2012. Nello stesso periodo il consumo di sigarette legali è sceso del 20%. Oltre 300 le tonnellate di sigarette sequestrate nel 2012 solo in Italia dalla Guardia di Finanza, più del 70% le cosiddette “cheap white”, marche straniere che si stanno sostituendo ai vecchi pacchetti con i falsi loghi delle multinazionali del tabacco.

L’intero articolo è disponibile sul quotidiano in edicola.

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