La responsabilità di Kennedy nella guerra in Vietnam

14/03/2014 di Mazzetta

JFK ha governato per meno di due anni prima di essere assassinato,ma contrariamente alla storiografia consolidata ha avuto un ruolo cruciale anche nell’escalation del conflitto vietnamita.

jfk-vietnam

IL PROVVISORIO DEFINITIVO – Quando John Fitzgerald Kennedy è andato al potere nel 1961 quando gli Stati Uniti erano già coinvolti in Vietnam da tempo, visto che dal ritiro dei francesi nel 1954 erano la principale stampella del governo del Sud . La partizione del paese concordata con l’Accordo di Ginevra del 1954 non era ufficialmente intesa come permanente, ma prevedeva elezioni nazionali uniche per il 1956. Tuttavia l’accordo prevedeva anche  una finestra di 300 giorni nella quale i cittadini potevano trasferirsi liberamente dal Nord amministrato dai comunisti a Sud e viceversa, e durante questo periodo più di mezzo milione di vietnamiti cristiani si trasferì a Sud, incentivati da slogan come «La Vergine Maria va a Sud» e da un programma di assistenza che vide la settima flotta fare da taxi a chi voleva trasferirsi e denaro americano per aiutarli a sistemarsi. Sarebbero stati molti di più se il governo di Hanoi una volta capita l’antifona non avesse bloccato la fuga di altri due milioni di presunti vietnamiti del Nord che se ne volevano andare.

IL NOSTRO UOMO A SAIGON – Non bastasse, nel 1955 il primo ministro Ngô Đình Diệm rovesciò il presidente Bảo Đại grazie a un referendum imbrogliato dal fratello Ngô Đình Nhu (nelle grafie esatte) e si proclamò presidente al suo posto. Ngo Dinh Diem, che rimarrà al potere fino al 1963, era tanto cattolico quanto nazionalista e anticomunista e godeva di grande considerazione da parte degli americani. Tanto che nel 1961 il vice presidente Lyndon B. Johnson visitando Saigon ebbe a definirlo «Il Winston Churchill d’Asia», spiegando il commento con il fatto che «Diem è l’unico uomo che abbiamo là fuori». Diversamente da Churcill che non ci pensava proprio, Diem emarginò la maggioranza Buddhista, che rappresentava il 50% della popolazione e non andò meglio ai culti minori, quasi tutti i posti di potere furono occupati da cattolici di preferenza provenienti dal Nord e dal centro del paese, esuli di sicura fede anticomunista.

Share this article