Il mistero del triangolo delle Bermude che non lo era

La mancanza di notizie e conoscenza lascia spazio da riempire con la fantasia e così è successo nel caso del Triangolo delle Bermude, uno spazio di mare molto trafficato nel quale ogni nave affondata od ogni aereo precipitato senza che ne sia più saputo niente, va ad alimentare la leggenda.

The_Bermuda_Triangle

IL MISTERO CHE NON C’È – Il fatto che non si sappia che fine hanno fatto certi aerei e certe navi però non dimostra altro che il fatto che sono affondati e non sono mai stati ritrovati, ma il fondo del triangolo è punteggiato di relitti affondati come il resto del mare, quelli che mancano all’appello è solo perché non sono ancora stati individuati.

L’INCHIESTA – BBC ha così ordinato un’analisi sulla sparizione di due aerei britannici nel 1948 e l’esperto incaricato ha «risolto il mistero», nel senso che ha spiegato come probabilmente sono andate le cose, puntando il dito sulla scarsa affidabilità dell’aereo in un caso e sulla scelta dei piloti in un’altra. All’epoca una considerazione di chi era proposto alle indagini, che citava una possibile causa esterna all’incidente di uno dei due velivoli, scatenò i cospirazionisti, ma oggi a mente fredda è molto più facile propendere per l’incidente.

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AL PELO CON IL CARBURANTE – Uno dei voli percorreva la tratta Londra-Bermuda, facendo scalo alle Azzorre per il rifornimento e arrivando ai Caraibi con il carburante al pelo, diversamente non si poteva fare. La compagnia alla quale appartenevano i due aerei aveva un curriculum spaventoso, in tre anni aveva perso cinque aerei, con i relativi 73 passeggeri e 22 membri dell’equipaggio. La compagnia BSAA impiegava sulla rotta degli Avro Tudor IV, un aereo da guerra riadattato per i voli commerciali e poi ritirato dal mercato proprio per la scarsa affidabilità che lo caratterizzava.

UN AEREO FATTO MALE – In particolare una criticità costruttiva lo metteva a rischio, i sistemi di riscaldamento, condizionamento, alimentazione e quelli idraulici correvano tutti insieme sotto il pavimento e proprio i problemi al riscaldamento avrebbero provocato la caduta del volo dello Star Tiger da Londra verso le Bermude. Questo infatti era arrivato alle Azzorre con il riscaldamento rotto e ne era ripartito volando a una quota di 2.000 piedi invece dei 18.000 di prassi. Scelta che ha indubbiamente aumentato il consumo di carburante in maniera tale da impedirgli di raggiungere la meta.

L’ALTRA SPARIZIONE – Il secondo velivolo, battezzato Star Ariel invece è sparito senza lasciare traccia sopo essere partito regolarmente dalla Giamaica e aver raggiunto la quota giusta. Anche in questo caso l’esperto punta il dito sull’impianto di riscaldamento, spiegano che per la conformazione dell’aereo si potrebbe essere sviluppato un incendio senza che i piloti se ne potessero accorgere se non quando era ormai troppo tardi, questi aerei infatti non disponevano di un impianto antincendio e nemmeno dei relativi allarmi. In questi casi pare proprio che la leggenda del triangolo delle Bermude sia caduta a fagiolo per tagliare corto su due tragedie provocate dall’inaffidabilità dei mezzi o dall’errore dei piloti

 

 

 

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