La pericolosa moda del «narghilè elettronico»

«Penne-narghilè», «narghilè elettronico» o «tubi di vapore». Sono questi i nomi con cui stanno spopolando le sigarette elettroniche tra i giovani e i giovanissimi statunitensi, nomi differenti che ammaliano i consumatori e preoccupano le autorità per le possibili ripercussioni sulla salute di un utilizzo eccessivo delle e-cig che, peraltro, non vengono nemmeno considerate tali da chi le utilizza.

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Diversi modelli di sigaretta elettronica in vendita negli Stati Uniti (Foto: New York Times)

LA MODA DEL NARGHILÈ ELETTRONICO, CHE NON È ALTRO CHE… – Il New York Times porta ad esempio la storia di Olivia Zacks, diciassette anni, studentessa all’ultimo anno di liceo. Olivia fuma la sigaretta elettronica, ma ai giornalisti del quotidiano newyorchese ripete più volte di non averne mai utilizzata una. E non perché stia mentendo. La ragazza infatti insiste nel chiamare l’oggetto «narghilè elettronico», come gran parte dei suoi coetanei. Si tratta di un sottogenere delle sigarette elettroniche, il risultato di un mercato in rapidissima espansione: a differenza delle più discrete e-cig «per adulti», i «tubi di vapore» hanno colori sgargianti e aromi al gusto di caramella ma, al di là di questo, non sono diverse dalle normali sigarette elettroniche, compreso il quantitativo di nicotina contenuta nei liquidi da «swappare» e delle altre sostanze chimiche contenute nelle «ricariche» che hanno sollevato polemiche e perplessità da parte dei medici.

 

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UN MERCATO IN RAPIDA CRESCITA – Agli occhi delle autorità della salute pubblica, la diffusione dei «narghilè elettronici» sta diventando un problema massiccio: mentre continua la battaglia per limitare la diffusione delle sigarette elettroniche, le autorità devono anche vedersela con la diffusione di nuovi prodotti con nomi diversi, che generano una gran confusione nei consumatori e la cui potenziale pericolosità viene spesso sottostimata dal pubblico. Nonostante i produttori di «narghilè elettronici» sostengano che il proprio prodotto non sia destinato espressamente ai più giovani, il mercato è letteralmente esploso negli ultimi 18 mesi. Ma la sostanza non cambia: nomi diversi per un prodotto che è uguale in tutto e per tutto alla sigaretta elettronica.

PROBLEMA SOTTOSTIMATO? – «L’uso delle penne narghilè può portarci a sottostimare il problema del consumo di nicotina» – spiega Brian King, dell’Ufficio Fumo e Salute del Centers for Disease Control and Prevention. Il problema è piuttosto esteso, sopratutto se si considera che questi prodotti vengono chiamati in modi differenti da consumatore a consumatore, specialmente quando si tratta di giovani e giovanissimi. Un aspetto che rende difficile anche solo raccogliere informazioni sulla diffusione e l’utilizzo. «Prima di proporre sondaggi – fa notare Emily Anne McDonald, antropologa della University of California di San Francisco – Dobbiamo prima capire con quali nomi sono noti questi prodotti».

(Photocredit copertina: Getty Images)

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