«Tu sfregi con l’acido? Io ti cavo gli occhi»

Gli toglieranno gli occhi e gli taglieranno un orecchio, succede in Iran a un disgraziato che ha procurato gli stessi danni a una ragazza aggredendola con l’acido.

SWITZERLAND-DAVOS-ECONOMY

LA FONTE – Lo fonte è il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana, che è da prendere con le pinze quando offre presunte rivelazioni sul programma nucleare iraniano, ma che di solito in occasioni del genere non ha bisogno d’inventarsi niente, anche perché si tratta di pratiche che il regime non nega e delle quali difende la legittimità.

IL GIUDIZIO – La sentenza, basata sull’antica legge del taglione, prevede la severa mutilazione di un uomo che ha sfregiato una giovane con l’acido, fino a provocargli gli stessi danni subiti dalla giovane:

La Corte Suprema del regime teocratico al potere in Iran ha approvato la condanna per un giovane a cui verrà cavato un occhio, tagliato l’orecchio destro e il naso, ha riferito il quotidiano di Stato Shraq.

Quest’uomo, identificato con il nome di Jamshid, è stato condannato lo scorso Ottobre  per aver deliberatamente gettato acido sul volto di una ragazza di nome Shirin, causandole la perdita della vista e dell’orecchio destro.

LA LEGGE DEL TAGLIONE – Un orrore giustificato da quella previsione delle leggi islamiche che lascia la determinazione della pena alla decisione della vittima o della sua famiglia, un meccanismo per il quale il peggiore delitto può essere punito con una sanzione pecuniaria o un risarcimento, come con la morte.  In questo caso l’aggressore ha accecato la giovane e le ha fatto perdere l’orecchio destro. Pochi giorni fa l’agenzia Mehr, vicina al ministero dell’interno aveva dato notizia della condanna inflitta a un uomo che prevede il taglio di una mano e di un piede.  Al di là di queste bizzarrie comunque estemporanee, in Iran i boia lavorano parecchio e l’impiccagione resta la sentenza più comune per i delitti più gravi.

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TUTTO DIPENDE DAGLI AYATOLLAH – Per quanto relativamente diffuse, questo genere di sentenze continuano a gettare una luce sconcertante sul governo degli ayatollah e su quelli dei paesi del Golfo, che sono sunniti, ma che condividono lo stesso senso del diritto penale ispirato al medioevo maomettano. La resistenze alle idee nuove in tema di politica criminale  in un paese che ha abbracciato persino la forma repubblicana, che ai tempi di Maometto non c’era, o che permette senza problemi i cambiamenti di sesso o la fecondazione artificiale stupisce ancora più che al di là del Golfo, ma non bisogna dimenticare che l’Iran è una teocrazia con una costituzione incardinata sul Corano e che anche il sistema penale, prima di essere riformato, deve attendere l’evoluzione della predicazione degli ayatollah in senso più moderno.

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