Ottoemezzo con Andrea Scanzi e Walter Veltroni

OTTOEMEZZO, LA TUTELA DELLA GRANDE BELLEZZA – Dopo il punto di Paolo Pagliaro in cui si denuncia lo stato di Pompei, della mancanza di tutela del patrimonio artistico, della mancanza di progetti e di voglia di tutela, l’Italia rischia di smarrire quella che è la sua grande bellezza. Si torna in studio con Lilli Gruber che chiede a Veltroni cosa pensa del governo Renzi ricevendo come risposta una risata e la battuta: «passiamo da Sorrentino a Renzi?». L’ex segretario del Pd resta diplomatico spiegando che il futuro gli sorride ma che serve la forza di portare avanti le riforme. Si passa a Scanzi che parla delle dimissioni di Gentile. La Gruber dice che Renzi si è imposto con il giornalista risponde che il Presidente del Consiglio si è preoccupato della legge elettorale e che non si è imposto, anzi, ha fatto sottosegretario uno che voleva censurare un giornale e che aveva proposto Silvio Berlusconi Premio Nobel per la pace. Il cambiamento di Renzi poi non si vede se si tengono conto dei ministri alfaniani e della mancanza di una velocità. Infine per quanto riguarda il film, il tema è la perdita della Grande Bellezza, dello smarrimento italiano, della fauna circondata dal nulla, di un qualcosa che non può essere raccontato anche per colpa di una pessima classe politica. Serve un riscatto ma non possono farlo coloro che hanno scatenato il decadimento. Si torna a Veltroni che resta al film dicendo che lui non ha più molto a che spartire con la politica dicendo che ha ragione Scanzi in quanto questo film racconta una sensazione di vuoto, con il paese e la politica che hanno perso il senso di comunità, con il risultato che oggi sono tutti singoli alla ricerca di un esperienza e di una nuova morale. Ed interpellato sulla questione legata alle dimissioni dalla segreteria di Renzi, Veltroni dice che il leader politico è colui che ha la responsabilità di governo, come riteneva lui la politica. E si chiude con Grillo che avrebbe disconosciuto Federico Pizzarotti, primo sindaco e primo esponente politico di peso del Movimento Cinque Stelle.

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OTTOEMEZZO, VELTRONI CONTRO I VINCITORI – Walter Veltroni parla attaccando la sindrome da Mondiale di Calcio che ha colpito gli italiani, ricordando come la vittoria dell’Oscar è di Sorrentino, degli autori, di Tony Servillo. E basta. Parlando del film, per Veltroni la lettura migliore è quella di Scanzi, ovvero leggere una storia senza perdersi in meccanismi circolari come accaduto con Big Fish. Veltroni chiamato a rispondere alla domanda sull’assist dell’Oscar a Matteo Renzi, dice che non c’entra nulla e che bisogna scindere tra le due cose, limitandosi ad essere felici per la vittoria di un film che certifica le capacità ed il talento del nostro Paese a creare storie ed immagini, mentre non è giusto curvare la vittoria sulla politica. Per Veltroni il film rappresenta la decadenza dell’Italia ed interpellato sulla volontà dei politici come Renzi e Napolitano di mettere il cappello sulla vittoria, spiega che le loro parole sono la conferma di un elemento identitario di cui l’Italia dev’essere orgogliosa. Le contraddizioni di questo tempo sono sotto i nostri occhi e dare un messaggio positivo non può né attenuare né risolvere i problemi degli italiani, ma non è detto che queste cose debbano essere espulse per la durezza in contrasto con questa situazione. Pietrangelo Buttafuoco respinge i cappelli e da giornalista attacca l’idea delle nuove persone e dell’incontro di soggetti nuovi come Renzi e Papa Francesco. Di contro la vittoria fa da contrasto con la caduta di Roma, con i suoi problemi, con la sue difficoltà. E se si vuole mettere il cappello, lo si faccia con la realtà esistente e che forse non ha capito il film perché non ha le conoscenze. Infine l’attacco a Scanzi, spiegando che Fellini si accompagnava con artisti come Nino Rota o Milo Manara per creare un messaggio comune. Veltroni parlando di Roma auspica che Marino faccia della città una comunità per contrastare l’involuzione ed il suo egoismo, ricordando le difficoltà di una città grande quanto Malta e dieci volte più grossa di Milano e che ha bisogno delle risorse di cui necessita.

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OTTOEMEZZO, LA GRANDE BELLEZZA AIUTERÀ RENZI? – La stessa domanda viene rivolta anche a Pietrangelo Buttafuoco che ritene come questo film sia noioso ed incompresibile. Secondo il giornalista il trionfo è dovuto alla percezione italiana all’estero ed è meritata per via della sua idea di essere romani ed italiani a Roma che corrispondono al gusto internazionale. E da spettatore pagante ha visto cartoline lunghe ed estenuanti sentendosi come lo spettatore che a teatro aspetta il tenore che non arriva. Si passa a Scanzi al quale si chiede se il film abbia avuto più successo all’estero. Scanzi dice di avere simpatia per coloro che rimangono fuori dagli apprezzamenti della piazza e per questo si sente in sintonia con Buttafuoco anche se non condivide la lettura del collega aggiungendo che non sempre la statuetta premia il miglior film. Tuttavia resta un successo giusto che premia Sorrentino che ha incontrato il gusto degli Usa mentre in Francia, a Cannes, non ha vinto niente. Sorrentino poi come tutti i talenti è antipatico ai concittadini come accade a tutti i talenti. Al tempo stesso secondo Scanzi Sorrentino non piace agli italiani perché il regista non celebra la Grande Bellezza esistente ma quella passata in cui si esalta un Paese in cui si celebrano le macerie. La Gruber chiede a Buttafuoco se ha capito il film dopo le parole di Scanzi ottenendo una risposta secca con lui che spiega che si è impegnato a capire di cosa si parlasse comprendendo che si parlava di un Italia ma senza una storia come ad esempio è accaduto a Divorzio all’italiana. Per questo questo film ci aiuta a capire come non ci si riesca più ad associarsi alla bellezza. Manca un riferimento, un giudizio, una valutazione, con i personaggi che diventano sfuggenti, delle comparse che appaiono in un circuito autoreferenziale, un terrazzo romano e chiuso che conferma un elemento del pittoresco, pizza e mandolino, che giustifica l’immagine e la passione italiana. E poi la volontà di metterci un cappello sulla vittoria è una moda tipica italiana come lo scopone di Bearzot. Ed a lui il presepe non piace. Per Scanzi la lettura dell’Italia in macerie non corrisponde alla realtà riconoscendo la presenza di un certo stereotipo ma minore rispetto a Mediterraneo o La Vita è Bella. Lui ci vede un grande coraggio e se dobbiamo radicarci alla trama, allora anche Fellini e Montale non sono buoni, mentre la storia di Sorrentino è circolare, onirica. E lui ci vede la capacità di raccontare il presente attraverso la terrazza, che fu di Scola, è illustrata dalla fuga di Verdone, che conferma come la storia e la realtà non siano poi edificanti.

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OTTOEMEZZO, LA PRESENTAZIONE – Questa sera a Ottoemezzo, il programma condotto da Lilli Gruber in onda a partire dalle 20.30 su La7, saranno ospiti Andrea Scanzi, Walter Veltroni e Pietrangelo Buttafuoco. L’ex segretario del Pd ne approfitterà per parlare di cinema ed in particolar modo de La Grande Bellezza, film fresco vincitore del premio Oscar. Si parte con Scanzi al quale si chiede se la vittoria di Sorrentino può essere un assist per Renzi.

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