“Il lavoro uccide”, lo dice la scienza

10/08/2011 di Redazione

Uno studio ventennale lo conferma: un ambiente di lavoro ostile favorisce lo stress cronico e le malattie

“Il mio lavoro mi sta uccidendo”. Chi di noi non l’ha detto, almeno una volta? Ora un nuovo studio giustifica scientificamente i brontoloni con il gusto del dramma: sembra davvero che un posto di lavoro problematico incida sulla salute.

STUDIO VENTENNALE – In uno studio durato 20 anni, i ricercatori della Tel Aviv University hanno cercato di esaminare la relazione tra il luogo di lavoro e il rischio di morte di una persona. I ricercatori hanno reclutato 820 adulti che erano stati sottoposti a un esame di routine in una clinica nel 1988, e poi li hanno intervistati in dettaglio sulle loro condizioni di lavoro – chiedendo quanto fosse buono il loro rapporto con i colleghi, se il loro capo era di aiuto e quale fosse l’autonomia di cui godevano nella loro posizione .

IL CAMPIONE – I partecipanti avevano un’età compresa 25-65 all’inizio dello studio e hanno lavorato in una varietà di settori, tra cui finanza, sanità, produzione e assicurazione. I ricercatori hanno monitorato i partecipanti attraverso la loro cartella clinica: alla conclusione dello studio nel 2008, 53 persone sono morte – e tra questi erano significativamente di più coloro che avevano avuto un ambiente di lavoro ostile. Le persone che hanno riferito di avere poco o nessun sostegno sociale da loro collaboratori hanno fatto riscontrare una probabilità di morire durante il corso dello studio di 2,4 volte più alta rispetto a coloro che hanno dichiarato di aver stretto legami positivi con i loro compagni di lavoro.

I RISULTATI – È interessante notare che il rischio di morte era legato solo alle percezioni delle persone rispetto ai loro collaboratori, non ai loro capi. Le persone che hanno testimoniato di rapporti negativi con i loro supervisori non avevano, in base allo studio più probabilità di morire rispetto ad altri. Lo studio è stato osservazionale, quindi non in grado di determinare se gli ambienti di lavoro “inquinati” hanno causato la morte, ma solo che questa era correlata con il rischio. Ma certo evidenziano che avere una rete di sostegno sociale diminuisce lo stress e aiuta a promuovere una buona salute.

NON IL LAVORO, MA LO STRESS – Essere esposti a stress cronico, invece, contribuisce alla depressione, malattia e morte. Gli uomini che hanno dichiarato di aver più autonomia sul lavoro hanno evidenziato un minor rischio di morire durante il periodo di studio rispetto agli uomini con meno libertà. Come Jonah Lehrer ha sottolineato su Wired: “Questo ha senso: l’unica cosa peggiore di un ufficio pieno di gente odiosa è un ufficio pieno di gente odiosa che ci dice cosa fare”. Tuttavia, risultati opposti si sono riscontrati nelle donne: coloro che hanno riferito di avere il potere sul posto di lavoro hanno un rischio del 70% maggiore di morte, rispetto a quelle con una supposta mancanza di controllo.

MEGLIO L’ARMONIA – Questo può essere dovuto al maggiore stress che in proporzione le donne hanno rispetto agli uomini: molte mamme prese in esame dallo studio stavano lavorando. Allora, cosa c’è da fare? Ogni luogo di lavoro ha le gerarchie e le personalità antagoniste. Ma sapendo che i colleghi possono avere un forte impatto sulla salute generale e la durata della vita, potrebbe essere saggio per favorire almeno un paio di buone relazioni sul posto di lavoro. Stai passando 40 ore settimanali con queste persone, devi cercare di tenerne conto.

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