Tutti gli insulti del MoVimento 5 Stelle a Matteo Renzi

25/02/2014 di Alberto Sofia

«Wanna Marchi delle istituzioni», «venditore di pentole alla Giorgio Mastrota», «codardo». Sono alcuni degli epiteti con cui i parlamentari a 5 Stelle hanno apostrofato il presidente del Consiglio Matteo Renzi, nel corso del dibattito sul voto di fiducia al nuovo esecutivo. Se già ieri sera a Palazzo Madama il premier era stato bollato da Maurizio Santangelo come un «baro, un grandissimo bugiardo, che dice una cosa e ne fa un’altra», oggi è stato Carlo Sibilia ad attaccare il segretario del Partito democratico: «Lei e Padoan siete due figli di Troika», ha azzardato il deputato campano. Sibilia ha anche polemizzato con la presidente della Camera Laura Boldrini, che lo aveva richiamato affinché utilizzasse un «tono consono».

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INSULTI A 5 STELLE CONTRO MATTEO RENZI – Alla Camera sono arrivati una raffica di critiche e insulti al neo presidente del Consiglio, sia dal MoVimento 5 Stelle che dalla Lega Nord. Parlando del Fondo per le piccole e medie imprese al quale ha fatto cenno ieri il presidente del Consiglio Matteo Renzi durante il discorso a Palazzo Madama, il deputato Sibilia ha incalzato il premier: «Il Fondo c’è già, ci devi solo mettere i soldi dentro. A Matte’ sveglia!». Parole stoppate dalla presidente della Camera Laura Boldrini: «Usi un tono consono. Se vuole attenzione, sia in grado di esprimersi in modo adeguato. Parli, forza!», ha ribattuto la terza carica dello Statoi. «Presidente, che fa? Mi vuole ghigliottinare come ha già fatto il 29 gennaio?», ha replicato con sarcasmo Sibilia, riprendendo le polemiche sull’applicazione della “tagliola” per frenare l’ostruzionismo pentastellato durante la conversione in legge del decreto Imu-Bankitalia.

Videocredit: M5sParlamento

Poi, l’affondo più pesante: «Non ce lo dice che ce lo chiede l’Europa? Del resto tu e Padoan (il neo ministro dell’Economia, ndr) siete figli di trojka. Infatti il nome di Renzi compare in un documento di Ubs, dove si parlava delle linee programmatiche del suo governo. Quale sarà il vostro prossimo slogan vuoto?», ha concluso Sibilia.

TUTTE LE ACCUSE – Non è stato l’unico a usare epiteti poco eleganti nei confronti del presidente del Consiglio. Lo stesso Beppe Grillo sul proprio blog ha attaccato duramente il Senato e lo stesso premier, richiamando quanto avvenuto ieri a Palazzo Madama durante il voto di fiducia: «Senatori riuniti in capannello per guardare un tablet. Qualcuno addormentato come un sasso. Spazi vuoti come a un comizio di Giovanardi. C’era uno che faceva gargarismi e un altro che aveva evidenti problemi con la dentiera. Una tristezza. Questo è il Senato della Repubblica. Senato? Repubblica? Cosa significano queste parole? L’aula “sorda e grigia” descritta da Mussolini al confronto era il carnevale di Viareggio». Non senza bollare il presidente del Consiglio come «un miracolo delle lobby».

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In aula è stato invece il deputato pentastellato Andrea Colletti a bollare Renzi come «un venditore di pentole», alla stregua di «Giorgio Mastrota»:

«Presidente Renzi mi scusi se non metto le mani in tasca come fa lei. Non siamo noi del MoVimento così formali, lei qui Presidente Renzi è un abusivo, è entrato nel palazzo con manovre da Prima Repubblica. [..] Lei è ancora più bravo di Berlusconi, un vero venditore di pentole: è il Giorgio Mastrota della politica. Si ricorda la pubblicità di Carlino? Non vendiamo sogni ma solide realtà. Lei è una forma di marketing».

E in aula non sono mancati nemmeno fotomontaggi e ironie. Questa è stata la foto pubblicata da Corriere.it, comparsa tra i banchi del MoVimento 5 Stelle alla Camera durante il dibattito sulla fiducia al governo Renzi. Con il presidente del Consiglio nelle vesti di “Pinocchio“.

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Così, invece, hanno commentato alcuni parlamentari pentastellati su Twitter:

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Anche la Lega Nord si è poi scagliata contro Renzi, paragonato alla cancelliera tedesca angela Angela Merkel: «Tanto fumo. Diciamo no al governo di Berlino», hanno spiegato.

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